Non perdere un minuto

Non perdere un minuto Non perdere un minuto Le offerte dei nostri lettori per il Biafra hanno superato i 37 milioni. Attraverso grandi e piccole offerte, decine di migliaia di italiani dimostrano concretamente la loro solidarietà con le vittime della fosca guerra e della fame atroce che nelle foreste del sud est nigeriano stanno facendo strage di centinaia di migliaia di persone, minacciando la vita di milioni di esseri umani, l'esistenza di un popolo intero. Non c'è speranza di tregua. I nigeriani, più forti per numero e per armi esigono la resa senza condizioni, l'abbandono delle armi da parte degli ibo « ribelli». E costoro — otto milioni di persone strette ormai in una zona non più grande di una provincia italiana, rifiutano di piegarsi, sicuri come sono di essere in ogni caso destinati allo sterminio, fidando ancora in un intervento in extremis del « mondo civile ». Nessuno accenna a muoversi. Gli sforzi compiuti in Questi giorni ad Addis Abeba dall'Organizzazione Unità Africana, e soprattutto dall'Imperatore d'Etiopia, per far cessare la strage, non hanno portato a niente di concreto. Le Nazioni Unite (rispondiamo ad una domanda sempre più frequente) non agiscono perché nessuno dei centoventiquattro Stati membri solleva il problema al Palazzo di Vetro. Nell'attesa di una lontana soluzione politica, c'è il problema urgente di salvare chi sta morendo. La Croce Rossa Internazionale deve inchinarsi, allo stesso modo dell'Onu, davanti alla tesi nigeriana secondo cui la guerra del Biafra si riduce ad «un affare interno tra il governo legittimo ed un gruppo di rivoltosi ». Di questi formalismi, non si cura la Caritas Internationalis: ad ogni costo, correndo ogni rischio, acquista, trasporta, fa arrivare alla gente del Biafra viveri e medicinali. Ed alla Caritas noi consegnarne le offerte dei nostri lettori, sicuri di interpretare il loro desiderio. « Sviluppo e Pace », movimento giovanile torinese prevalentemente ma non esclusivamente cattolico, ha raccolto e ci ha consegnato per Caritas più di venticinque milioni (primo versamento). Per l'organismo, che ha sede in via Magenta 12 bis, ci scrivono tre dirigenti, i signori Carlo Baffert, Edo Gorzegno ed Edgardo Senatore: « Fra i primi a raccogliere l'appello delle popolazioni del Biafra è stato l'Arcivescovo di Torino, Padre Pellegrino, che il 21 luglio, in una lettera indirizzata a tutti 1 torinesi, parlava della situazione in Biafra come di un "...motivo di vergogna per una società come la nostra che vive all'insegna del benessere, nella quale sono molti che si concedono la soddisfazione di tutti i capricci, in un insulto rivoltante alla miseria dei fratelli indigenti. Coloro che hanno in mano le sortì dei popoli debbono sentire la tremenda responsabilità di fronte al mondo d'oggi, alla storia, a Dio Padre e Giudice, di interporsi prontamente ed efficacemente perché cessi un conflitto che porta il marchio del genocidio e della ferocia più disumana. Noi tutti possiamo e dobbiamo fare qualche cosa ". « Tale appello ha incontrato un'immediata rispondenza e si è concretizzato in alcune giornate di raccolta di fondi, organizzate da un apposito comitato costituitosi presso il "Movimento Sviluppo e Pace": la cifra finora raccolta nelle parrocchie della Diocesi e fra molti singoli cittadini ammonta a oltre 25 milioni. Ritenendo che un'azione unitaria di tutti i torinesi sia più efficace e rapida, inviamo questi fondi alla Caritas attraverso l'efficiente organizzazione de " La Stampa " nella speranza che questo stimoli nuove offerte, e un'azione comune di tutte le iniziative in corso.

Persone citate: Biafra, Carlo Baffert, Edgardo Senatore, Edo Gorzegno, Padre Pellegrino

Luoghi citati: Addis Abeba, Etiopia, Torino