Il Papa a Bogotà

Il Papa a Bogotà LA CHIESA DB FRONTE AS POVERI Il Papa a Bogotà Il viaggio ormai prossimo del Papa in Colombia (2224 agosto) ha anzitutto un valore religioso: è un «pellegrinaggio di fede», come l'ha definito lo stesso Pontefice. Paolo VI, infatti, si reca in Colombia in occasione del 39° Congresso eucaristico internazionale e per pronunciare il discorso d'apertura alla seconda Assemblea generale dell'episcopato dell'America Latina. Già questa assemblea ha un tema che, pur essendo essenzialmente religioso, tocca il dominio sociale: «La Chiesa nella attuale trasformazione dell'America Latina alla luce del Concilio». Ancora, il Papa presenzierà, ad una cinquantina di chilometri da Bogotà, alla « Giornata dello sviluppo », un imponente raduno di centinaia di migliaia di contadini: « Il vero incontro del Papa con i poveri», secondo scrivono le Informations catholiques internationales. Il problema più delicato posto dal viaggio del Pontefice in Colombia era quello del contrasto tra le fastose accoglienze e. cerimonie ufficiali e la miseria di buona parte dei colombiani, come pure, in generale, de£li abitanti dell'intera America Latina. La madre di C'amilo Torres, il sacerdoteguerrigliero caduto in combattimento, aveva scritto al Papa, pregandolo di non avallare con la sua visita un regime conservatore, per non dire reazionario, responsabile della durissima repressione della guerriglia. Ma lo stesso Paolo VI ha chiarito il senso della propria missione, dicendo che essa vuole recare una testimonianza della sua «partecipazione ai problemi che li angosciano (i popoli dell'America Latina), specialmente per quanto riguarda le categorìe sociali più sfavorite ». Queste categorie sono numericamente predominanti in Colombia, che pure non si trova nelle condizioni peggiori fra i Paesi dell'America Latina. Tuttavia solo il cinque per cento della popolazione gode di un livello di vita classificato « superiore », mentre il cinquantacinque per cento sta al livello « di sopravvivenza » ed il venticinque per cento al livello « sub-umano » (il residuo quindici per cento ad un livello « medio »). Gli analfabeti sono il 44 per cento dell'intera popolazione, una cifra abbastanza buona per l'America Latina (in Brasile, il 55 per cento). La Colombia, in conclusione, si può considerare in una posizione intermedia tra i Paesi più progrediti e quelli più arretrati dell'America Latina: condivide quindi con le repubbliche sorelle le caratteristiche generali, nelle quali si inseriscono quelle peculiari del Paese. Fra queste ultime, importante anche per comprendere la situazione religiosa, è il conservatorismo di fondo della classe dirigente colombiana. I due partiti tradizionali, di origine ottocentesca, il conservatore ed il liberale, non sono che ristretti gruppi oligarchici, senza nessuna apprezzabile differenza: neppure il motivo del laicismo, che ai suoi tempi differenziava i liberali dai conservatori. Ma già nel secolo scorso si diceva che tutta la differenza stava nel fatto che i conservatori andavano alla Messa delle nove e i liberali a quella delle dieci. In un Paese istituzionalmente cattolico, qual è la Colombia, la responsabilità politico - sociale della Chiesa è dunque molto grande; purtroppo, sino a tempi recentissimi, essa è stata il più valido sostegno dei potenti. Ora però le cose stanno cambiando pure in Colombia, seguendo il ritmo dinamico assunto dalla Chiesa in tutta l'America Latina. Allargando appunto la prospettiva dal Messico alla punta meridionale si può cogliere il vero significato, tra religioso e sociale, del viaggio di Paolo VI. E' nota la situazione drammatica in cui versa la Chiesa nell'America Latina, popolata da 226 milioni di abitanti, il 95 per cento dei quali sono bat¬ tezzati cattolici (il Brasile, con 87 milioni è il più grande Paese cattolico del mondo). Per una cosi grande massa- di credenti vi erano solo, secondo le ultime statistiche (1965), 42.751 sacerdoti, ossia uno ogni 5600 abitanti. Questa troppo scarsa pre¬ senza del clero ed i legami tradizionali con le classi ricche e dirigenti possono far correre alla Chiesa il rischio di essere scavalcata dagli avvenimenti: dunque la necessità urgente di correggere la rotta, cioè di schierarsi dalla parte delle masse diseredate. Carni lo Torres è stato un caso estremo, spiegabile con la situazione unica della Colombia dove la violencia, endemica dal 1948 con centinaia di migliaia di persone uccise, è sfociata infine .in una vera e propria guerriglia. Ma il famoso arcivescovo di Recite (Brasile), Helder Camara, che rifiuta la violenza eppure rispetta tanto la memoria di Torres e di Guevara quanto quella di King, non è un qualsiasi prete estremista: è l'uomo che conosce direttamente la miseria sconfinata dei contadini del Nord-Est brasiliano, l'esponente di punta della gerarchia progressista dell'America Latina. Il contatto di Paolo VI con l'ardua realtà dell'America Latina, per quanto fuggevole, dovrebbe quindi recare un contributo all'opera di rinnovamento di questa terra cui la Chiesa vuole partecipare. Ferdinando Vegas La Colombia ha una superficie di 1.138.000 kmq (quasi quattro volte l'Italia) e 15 milioni e mezzo di abitanti. Solo un quinto della popolazione è di razza bianca; la maggior parte è costituita da meticci (57%), poi mulatti (4%) e negri (2,4%). Il paese è ricco di petrolio (10 milioni di tonn. nel '65) e carbone; notevoli le colture di caffè, banane e tabacco. Gli abitanti sono in maggioranza cattolici (il 95%) e sono Inseriti nella comunità degli oltre 200 milioni di cattolici dell'America Latina, dei quali 87 milioni nel solo Brasile

Persone citate: Ferdinando Vegas, Guevara, Helder Camara, Paolo Vi, Torres