Vacanze nelle Eolie le «isole del fuoco » di Ugo Buzzolan

Vacanze nelle Eolie le «isole del fuoco » Sole e mare, vento impetuoso, rocce aspre e solitarie Vacanze nelle Eolie le «isole del fuoco » Hanno ancora il fascino selvaggio d'una natura non corrotta dall'uomo ■ Quest'estate i villeggianti sono meno che negli anni scorsi: fra le cause, il terremoto e le restrizioni valutarie degli stranieri ■ Difficoltà di comunicazioni - Da tempo è in progetto un aeroporto, perché non lo si costruisce? - Una «piccola guerra» fra le due isole principali,'Vulcano e Lipari Isole Eolle, agosto. tln anziano giornalista americano, F. J. Hawthorne, che per più di trent'anni ha esplorato ogni angolo della terra, mi diceva pochi giorni fa mentre dall'alto di Vulcano guardavamo l'incredibile spettacolo delle Eolie nella luce rosa-giallo-azzurra-scarlatta del tramonto: « Questo, tra 1 piccoli arcipelaghi, è il più bello del mondo ». Affermazioni del genere sono sempre contestabili, ma credo che il collega non sia andato lontano dal vero. Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi formano un insieme di una bellezza perentoria, selvaggia e sconvolgente. Nel giudizio non possono esistere sfumature e vie di mezzo. O si prende o si lascia. O si rimane -jntusiastl o si scappa. C'è gente che ama la roccia nuda e tagliente, 11 mare « totale », le forme aspre e fantastiche, la solitudine, l'odore di zolfo, l'acqua che bolle mir steriosamente per esalazioni gassose, il vento Impetuoso, 11 sole che picchia. Questa è la gente che s'innamora delle Eolie. Chi invece ricerca le comodità, le passeggiate a mare con le aiuole e le panchine, la fresca ombra dei palmizi, i divertimenti mondani, il cinema serale, non venga qui. Frequento le Eolie da sette anni, le conosco a fondo sopra e sotto, e le ho sempre consigliate solo a chi mi sembrava adatto ad affrontarle. Ho dissuaso molti dall'andare!: fra questi molti, alcuni non mi hanno dato retta e quando sono tornati mi hanno tolto il saluto. Isole stupende. Però quest'anno nei mesi di giugno e di luglio il turismo ha segnato un ribasso. La loro fortuna sta declinando? Non diremmo. Le Eolie furono scoperte dal cinema ai tempi del fatale incontro fra Rossellini e la Bergman (1950-'51) con « Stromboli » e del sodalizio artistico fra William Dieterle e Anna Magnani che girarono nella stessa epoca, e in dispettosa concorrenza, il film « Vulcano ». Fu allora che novantanove italiani su cento sentirono parlare delle Eolie per la prima volta e le ricercarono col dito sulla carta geografica distinguendole finalmente dalle Egadi o dalle Pelagle. Ne impararono il nome ma non ci andarono. I turisti-pionieri furono i francesi con il « Villaggio del sole » a Vulcano e un altro villaggio consimile a Stromboli. Poco prima degli anni '60 spuntarono timidamente anche gli italiani. Si costruirono alberghi, case, strade, cominciò a formarsi negli abitanti una mentalità turistica non facile da acquisire quando si parte praticamente da zero (non dimentichiamo che per un lungo periodo le Eolie ebbero triste fama di confino dove venivano relegati 1 più coraggiosi e tenaci avversari — ricordiamo Carlo Rosselli, Parri, Lussu — della dittatura fascista). Comunque dal '59-'60, di anno in anno, il flusso dei visitatori di passaggio e dei villeggianti ha registrato un aumento o un consolidamento soddisfacente. La contrazione di giugno e luglio di quest'anno è considerata incidentale e viene attribuita principalmente a tre fattori: al pessimo tempo di giugno, alla rarefazione dei francesi trattenuti in patria dalle ben note vicissitudini politiche, al ter: remoto. Che c'entra il terremoto, direte voi. C'entra e come. La violenta scossa che ha sconvolto la Sicilia ha colpito le persone impressionabili. Ci sono albergatori (qui e altrove, vedi Taormina) che hanno ricevuto disdette su disdette. Personalmente ho incontrato amici che mi hanno detto « Questo è l'anno dei terremoti... la visita alla Sicilia la rimandiamo al 1969 ». Ragionamento puerile sin che si vuole ma che nella realtà è stato fatto e che ha indubbiamente avuto una sua influenza sulla scelta delle vacanze. Il dinamicissimo ing. Rodriguez, presidente dell'Ente Turismo, è incline all'ottimismo. Secondo i calcoli del suo ufficio, la flessione è nel complesso trascurabile ed è minore che in altre località della Sicilia. « Del resto — aggiunge — noi non potremmo nemmeno accogliere le grandi mlttncsbgdlztvcdivtmudc masse. I posti-letto sono, nelle sette Isole, duemila In tutto... E vorrei osservare un'altra cosa: che le grandi masse non s'addicono alle Eolie, occorrerebbero attrezzature cosi imponenti da guastarne la bellezza ». Siamo d'accordo. Il paesaggio eccezionale e unico richiede un'estrema cautela nel rilascio di permessi di costruzione. Purtroppo ci sono punti già profanati e in parte rovinati: come ad esempio Vulcanello, la favolosa appendice di Vulcano, che pareva area intoccabile, dove 11 versante verso Lipari è stato deturpato da un grosso edificio (non mal finito e sormontato da una gigantesca gru), o il porto di levante di Vulcano in cui campeggia addossato al Fara¬ glione dai cento colori un brutale parallelepipedo di cemento che sembra una fabbrica o un deposito militare. Il problema delicato è di tener vivo il turismo e di incrementarlo senza che il fascino dell'arcipelago subisca offese da errate iniziative o da speculazioni edilizie: un problema che va risolto soprattutto migliorando 1 servizi per il turista, a cominciare dalle comunicazioni. Piroscafi e aliscafi' sono utili nell'ambito locale, per 1 collegamenti rapidi con 11 nord occorrerebbero gli aerei. « Le Eolie sono bellissime ma sono troppo lontane »: quante volte abbiamo sentito questo ritornello? C'è un progetto, da anni, per la costruzione di un aeroporto In Lipari. Ma è solo un progetto, la rea¬ lizzazione è di là da venire. Se ne discuterà In un congresso ad alto livello, con intervento del ministero del Turismo e della Regione, che dovrebbe tenersi a Lipari verso la fine dell'estate. Intanto arrivano a frotte i villeggianti di agosto, risuona qualche orchestrina, sorge qualche accampamento di tende, si organizzano cacce al tesoro, feste bacchiche (con profusione di malvasia), gare motonautiche, campionato di pesca subacquea. Il ricordo della magra di giugno e di luglio s'è per ora dileguato. Il tutto esaurito si profila ovunque. Ma qui bisogna Intendersi sul « tutto esaurito ». E' sufficiente con una barca costeggiare brevemente una delle isole, Vulcano o Salina o Stromboli o Lipari, o portarsi sugli scogli (Basiluzzo, Lisca nera, Lisca bianca, Bottaro, Dattilo) che stanno davanti a Panarea; o arrivare alle più remote e silenziose Filicudi e Alicudl per godere di una solitudine perfetta, di visioni preziose, di una pace immensa. Eppure in tanta pace è In atto una piccola guerra. Da mesi sono scoppiate le ostilità fra l'isola di Vulcano e l'isola di Lipari, capitale dell'arcipelago. Vulcano protesta, reclama una specie di indipendenza. E' una situazione curiosa, per certi versi paradossale, di cui parleremo domani perché, veramente, merita un capitolo a parte. Ugo Buzzolan