Due progetti di riforma per la Mostra del cinema

Due progetti di riforma per la Mostra del cinema II CONTRASTATISSMO FESTIVAL VENEZIANO Due progetti di riforma per la Mostra del cinema Sono d'iniziativa socialista e democristiana e verranno esaminati dal Parlamento in autunno - Continua la polemica nel psu a favore e contro l'apertura (Nostro servìzio particolare) Roma, 8 agosto. Le polemiche sulla Mostra cinematografica dl Venezia sembrano spostate dentro il psu, dopo le dimissioni dal partito del direttore della rassegna, prof. Luigi Chiarini, e la sconfessione dell'Alianti.' e dell'on. Querci, lombardiano, fatta ieri da Preti, Tolloy e dal responsabile^ culturale del psu, dott. Guido Ruggiero. Oggi l'on. Querci ha inviato una lettera al quotidiano socialista per sostenere che « non funzionano » le dichiarazioni dei tre esponenti, contrari ad un rinvio della Mostra e, ancor più, al suo sabotaggio programmato da parte di un comitato di autori, produttori e critici cinematografici, sostenuti da studenti veneziani e tedeschi. Secondo Querci, la posizione assunta dal dott. Ruggiero « non funziona » perché egli non convocò in tempo debito una riunione dei responsabili centrali e perché non partecipò ad un incontro svoltosi il 2 agosto, per iniziativa altrui, benché vi fossero invitati « i compagni della sezione cinema » del psu. Ne scaturì — dice il parlamentare — una « linea unica, quella poi assunta dal giornale del partito ». Querci ritiene inoltre che « non funziona » la lagnanza dell'on. Tolloy relativa alla mancata consultazione della Federazione socialista di Venezia, « quando risulta che gli unici contatti con tale federazione li lianno presi non i responsabili politici della direzione nel settore, ma i compagni della sezione cinema ». Infine « non funziona che il compagno Preti definisca politicamente poco 'qualificati i giornalisti (cinematografici, immagino) dell'Avanti!, qualificandosi improvvisamente lui come esperto di cose cinematografiche». L'on. Querci lamenta che Tolloy, Preti e Ruggiero non abbiano chiesto, come ha fatto VAvanti! di stamane, un « deciso, preciso, inequivocabile gesto » al governo, alla presidenza della Biennale o alla direzione del Festival per aprire un dialogo ed evitare, così, la prevista contestazione. « Per questo, se la Mostra continuerà ad essere sorda perfino al suo dovere di dialogare — conclude il deputato lombardiano — bisogna essere per il rinvio, oppure avere il coraggio di assumersi apertamente la responsabilità politica dell'inevitabile scontro frontale». In questo clima polemico si è oggi appreso che il Parlamento esaminerà, alla riapertura autunnale, un progetto socialista di riforma della Biennale, al quale si affiancherà probabilmente una proposta democristiana. I due progetti — a giudizio dell'« ADN-Kronos » — ricalcheranno le linee innovative suggerite dagli on. Piccoli (de) e Matteotti (psu) nella proposta decaduta alla fine della scorsa legislatura. In pratica si darà alla Biennale un ordinamento democratico, con un ampliamento dei suoi tradizionali compiti. Il presidente verrà scelto dal governo in una rosa di nomi indicata dal sindaco di Venezia, che sarà vice presidente della Biennale, di cui sarà membro di diritto anche il presidente dell'Amministrazione provinciale. Il consiglio direttivo sarà composto di dieci membri, dei quali tre nominati dal governo, due dal consiglio comunale di Venezia, uno dal consiglio provinciale e uno dall'ente regionale. I dieci consiglieri, nella prima riunione, dovranno cooptare cinque membri, scegliendoli fra terne proposte dai sindacati e dalle associazioni professionali delle categorie artistiche interessate alla Biennale. Il collegio dei sindaci sarà di cinque membri effettivi e due supplenti: un solo sindaco sarà designato dal consiglio comunale, mentre tutti gli altri verranno nominati dal governo Il consiglio direttivo sceglierà, a sua volta, il segretario generale, con funzioni di coordinamento, e i direttori delle quattro sezioni tradizionali dell'ente: teatro, cinema, musica e arti contemporanee. Ogni direttore sarà affiancato da commissioni composte da un massimo di sette esperti ciascuna, con facoltà di avvalersi dell'opera di specialisti anche stranieri. Una novità di rilievo nel progetto socialista è la abolizione dei visti di censura per tutti i film proiettati alla Mostra Internazionale di cinematografia. Lamberto Fumo

Luoghi citati: Roma, Venezia