Pessimismo in Israele per la soluzione della crisi
Pessimismo in Israele per la soluzione della crisi Mentre continuano ali incidenti Pessimismo in Israele per la soluzione della crisi L'inviato di Thant, Jarring, sta per riprendere i colloqui nelle capitali del Medio Oriente - La situazione si presenta sempre più difficile (Dal nostro corrispondente) Gerusalemme, 7 agosto. Il dibattito che prosegue al Consiglio di Sicurezza dimostra in modo evidente che la pace non ha fatto alcun progresso dal 22 novembre '67, giorno in cui l'Onu ha adottato una soluzione che offriva le basi per regolare il conflitto arabo-israeliano. Al contrario, la tensione non ha fatto che crescere e la linea di demarcazione tra Israele e Giordania è teatro di incidenti più o meno gravi ma quotidiani. Il bombardamento della regione di Salt, avvenuto domenica, l'inseguimento in territorio giordano d'un « commando » di terroristi arabi nella notte di lunedì, indicano chiaramente che le incursioni di guerriglieri avranno una risposta più vigorosa da parte israeliana. Gli altri Paesi vicini di Israele, pur affermando il loro appoggio alle organizzazioni di sabotaggio, mantengono tuttavia una calma completa sulle loro frontiere. Da parecchie settimane non si segnala alcun incidente lungo il confine siriano, libanese o egiziano. E' la Giordania, con la sua forte concentrazione di gruppi armati palestinesi, che rappresenta il focolaio della tensione in questa parte del mondo. E' dunque in un clima di tensione crescente tra Israele e la Giordania, che Gunnar Jarring ritorna in Medio Oriente per riprendere i suoi viaggi per le capitali che hanno acconsentito ad accoglierlo (Gerusalemme, Amman, Il Cairo). L'inviato di Thant sta per trovarsi innanzi ad un acuto conflitto tra 1 due governi che avevano dimostrato la miglior disposizione al suo riguardo. Jarring aveva raggiunto un accordo sia con Amman sia con Gerusalemme per un inizio di negoziati, con tutte le necessarie precauzioni. Ma il rifiuto del Cairo costrinse i giordani a far marcia indietro. E' un compito particolarmente difficile quello che attende il diplomatico svedese. Dovrà calmare i rancori provocati dagli ultimi incidenti prima di riprendere i suoi pazienti sforzi di persuasione. C'è da credere, in ogni caso, che i suoi primi contatti con i responsabili dei due campi non lo hanno scoraggiato a dispetto dell'acuirsi della crisi. Dato che nessuno degli antagonisti è interessato a far fallire la missione di Jarring, cosa che provocherebbe il rinvio della questione davanti al Consiglio di Sicurezza, e nessuno si augura attualmente la ripresa di un dibattito a fondo sul conflitto nel timore di non poter far accettare un punto di vista più favorevole alle sue tesi, il diplomatico svedese ha ancora davanti a sé un lungo lavoro anche se il cannone tuona alle frontiere. _ . ti. o •
Persone citate: Gunnar Jarring, Thant
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