Né turisti, né scialo sulla Costa Azzurra di Francesco Rosso

Né turisti, né scialo sulla Costa Azzurra LE VACANZE IN "ECONOMIA,, DEI FRANCESI Né turisti, né scialo sulla Costa Azzurra (Dal nostro inviaio speciale) Antibcs, agosto. Le amare vacanze dei francesi battono il pieno su tutta la Costa Azzurra con spiagge affollate, ma con alberghi, pensioni, ristoranti, caffè che sbadigliano in attesa di clienti che, forse, non verranno più. Annata nera per il turismo francese, con un calo verticale di ospiti stranieri e una perdita secca di valuta estera che si aggira sui 300' miliardi di lire. Nell'ultimo Consiglio dei ministri, il generale De Gaulle è rimasto impressionato da queste cifre: gli sembrava impossibile, persino oltraggioso, che inglesi ed americani avessero l'audacia di non trascorrere quest'anno le loro vacanze in Francia. C'era il no all'Inghilterra nel Mercato Comune, c'era la guerriglia al dollaro e il tentativo di soppiantarlo con l'ancoraggio delle monete nazionali all'oro; ma bastava perché gli anglo-americani bandissero la Francia dai loro ozi estivi? Bisognava trovare surrogati, e subito. < Che cosa intende fare per il turismo?», domandò De Gaulle ad Albin Chalandon, ministro per il Turismo e le Strutture. Che cosa potesse fare il povero ministro in una situazione del genere, era abbastanza prevedibile. « Se non vengono gli anglo-americani, cerchiamo di attirare scandinavi, tedeschi, italiani, belgi, svizzeri per tentare di recuperare almeno in parte i 5 miliardi di franchi, 625 miliardi di lire, che rappresentano il gettito annuo del turismo straniero in Francia ». Gruppi di albergatori ed esperti delle agenzie di viaggio sono andati all'assalto dei paesi europei cercando di convincere i loro interlocutori che, dopo la vittoria di' De Gaulle nelle elezioni, tutto era tornato tranquillo in Francia, ed i prezzi non sarebbero aumentati. I risultati sono stati de cisamente scarsi; con un ami co, fermi lungo la Promenade des Anglais a Nizza, contavanto le automobili straniere in transito, una su cento era belga o tedesca o italiana. Gli anni scorsi, di questa stagione, alla frontiera di Ponte San Luigi si faceva coda per entrare in Francia, o uscirne; oggi ci si sbriga in un minuto, e si è subito a Montecarlo, Nizza, Cannes, con qualche ingorgo nei centri abitati, perché lì di bagnanti ve ne sono, tutti francesi, e non di quelli che fanno respirare di sollievo albergatori e commercianti. Negli ambienti ufficiali di Nizza, mi dicevano che in tutti gli alberghi, ma particolarmente in quelli di lusso e di prima categoria, si registra un calo di clientela che va dal 37 al 45 per cento rispetto all'anno scorso, ed una contrazione che oscilla tra il 50 e il 60 per cento nelle spese che i turisti fanno di solito in ristoranti e negozi. « Vengono in molti, ma non hanno soldi a non li vogliono spendere » mi diceva il proprietario di un noto ristorante di Cannes Quel mese di scioperi che hanno paralizzato la Francia hanno anche prosciugato le ta sche di operai e di impiegati; senza salari e stipendi, hanno dovuto consumare i risparmi accantonati per le vacanze ed ora si trovano allo stretto per trascorrere quindici giorni fuori città. Molti sono tornati in campagna, ai paesi di origine ospiti di parenti; gli altri si accontentano del campeggio con pane e salame. Ad Ar.tibes gli ambienti ufficiali sono espliciti; abbiamo ospiti francesi, pochissimi stranieri, e questi pochi sono all'Eden Rock di Cap d'Antibes. Le manifestazioni ed i trattenimenti? Notti bianche, notti scintillanti per i fuochi d'artificio, carnevale di fiori tra Cannes e Nizza. Più interessanti le manifestazioni culturali; « ha visto l'omaggio a Joan Miro a St-Paul-de-Ven ce? ». E' un'occasione da non mancare. Non l'ho mancata come mi sono preoccupato di vedere la « Venere del mare », una statua-mostro ideata dal grande pittore catalano, ospite da sempre della Costa Azzur ra, in collaborazione con il ceramista Artiqas, una Venere con un disco per testa ed un •«•hio rotondo, alla Polifemo, prima che la immergessero a diciotto metri di profondità, fra suoni di chitarre e strepito di sirene, in una grotta sotterranea dinnanzi a Juan-les-Pins, dove ora giace ormai visibile soltanto ai subacquei. Sulla Costa Azzurra, se si vuole essere un po' in regola con l'ambiente, quest'anno bisogna parlare molto di Miro. Niente più Picasso, niente Léger; solo e soltanto Miro, che ha compiuto 75 anni, e domina tutte le g.-illerie da St-Tropez a Mentone. Ogni villaggio balneare vuole esporre almeno qualche suo quadro, farlo intervenire ad una serata d'onore; Mirò, stella del momento, in gara con le canzoni di Adamo e di Johnny Hallyday. Merito dei francesi, che di un canterino fanno una stella internazionale, e un pittore difficile come Mirò viene divulgato come un bravo cartellonista. Così sono andato alla Fondazione Maeght, a St-Paul-deVence, dove l'omaggio a Mirò consiste in una personale di 180 tele, la più parte inedite, alcune grandi come fazzoletti, altre come lenzuola, semplicissime queste ultime, del tutto bianche con una sola, incerta linea nera trasversale; la purezza macchiata da un capello, il nulla nel vuoto. Ma anche qui, dove tutto dovrebbe essere rarefatto, distaccato dalla vita quotidiana, la crisi turistica ha iniettato il suo veleno. La Fondazione Maeght aveva organizzato, per i 75 anni di Mirò, oltre alla colossale personale, un festival dedica to al pittore catalano, da rap presentarsi nei giardini e sulle terrazze che circondano l'edificio, tra le statue in ferro, pietra, marmo, latta, cartapesta che scaturiscono dai ben tagliati tappeti dei giardini come fiori mostruosi. .11 balletto-programma, dal titolo « L'occhio-uccello », ideato da Mirò in collaborazione col poeta Jacques Dupin ed il musicista Patrice Mestral, doveva essere « l'invasione di un luogo privilegiato — la Fon dazione — da un universo poetico, quello dì Mirò, con ballerini, musici, attori, poemi oggetti, pubblico ». Doveva an dare in scena in queste sere, ma è sitato rinviato all'anno venturo « à cause des cvénements », sempre a causa delle barricate parigine di maggio. Si temeva forse che gli studenti venissero a contestare anche « L'occhio-uccello » di Mirò, come sono andati a contestare il Festival di Jean Vilar ad Avignone? La causa del mancato spettacolo, penso debba essere at¬ tribuita a motivi politici; il governo deve aver rifiutato il sussidio al costoso ballettoprogramma di Mirò. Festeggiando il suo compleanno, il pittore catalano aveva attorno a sé trecento amici ed ammiratori e un pranzo preparato da Maxim's; davvero un grande avvenimento mondano, oltre che artistico. Tra gli ospiti, nessun rappresentante ufficiale, nemmeno André Malraux, ministro della Cultura, che pure era stato invitato. Non era difficile scoprire la vendetta di De Gaulle contro Mirò ed il suo amico Aimé Maeght, mecenate della Fondazione che porta il suo nome; in maggio, Aimé Maeght aveva firmato un manifesto di solidarietà con gli studenti rivoluzionari. Francesco Rosso