Drammatico comizio nella notte La folla urla: «Via i sovietici» di Igor Man

Drammatico comizio nella notte La folla urla: «Via i sovietici» Drammatico comizio nella notte La folla urla: «Via i sovietici» Il Presidente della Camera tenta invano di placare gli animi eccitati (Dal nostro inviato speciale) Praga, 1 agosto. Si ricomincia da capo? La Cecoslovacchia non ha ceduto, alle pressioni sovietiche, i membri del Praesidium cèco hanno tenuto testa a Breznev, a Suslov e a Shelepin, così, ora, dovranno comparire davanti alla «Corte dei Cinque di Varsavia » per sentirsi ripetere vecchie accuse e richieste, già definite inaccettabili a furor, di popolo. Non c'è che. da dedùr questo dal comunicato emesso oggi al termine dei colloqui di Cierna, durati tre giorni e mezzo. Sfrondiamolo delle frasi legate alla liturgia comunista e centriamone il punto focale: «A Bratislava sabato 3 agosto si riuniranno i rappresentanti del pc bulgaro, del partito operaio socialista ungherese, del partito di unità socialista della Germania (dell'Est), del partito di unità proletaria polacco, del partito comunista dell'Urss e dèi partito comunista della Cecoslovacchia ». Il comunicato spiega che durante i lavori, di comune accordo, russi e cèchi hanno deciso di proporre ai bulgari, ai polacchi ecc. « amichevoli colloqui multilaterali. I suddetti partiti fratelli hanno accettato la proposta ». Quest'ultima proposizione, nel linguaggio cifrato dei comunisti, può significare almeno tre cose: 1) che i sovietici vogliono coprirsi di fronte ai firmatari della dura lettera di. Varsavia, e perciò li invitano a prendere atto del « no » cecoslovacco per trarne le conseguenze ih ordine ad una decisióne collettiva: di condanna o di compromesso; 2) che i cecoslovacchi hanno accettato di incontrare coloro davanti ai quali avevano già rifiutato di comparire in veste di accusati, perché hanno ricevuto garanzie che, appunto, i colloqui saranno « amichevoli ». Non dovranno, cioè, discolparsi ma solo «illustrare » ì termini eia portata'del nuovo corso aperto in] gennaio dopo la liquidazione dì Novotny, facendo affidamento, in p'art&nza^su di un margine dì « comprensione »; 3) che è alle viste un compromesso nell'ambito del Patto di Varsavia; i cèchi potranno continuare sulla propria via al socialismo, in cambio di determinate .garanzie di sicurezza ai membri dell'alleanza. Radio e televisione hanno emesso il comunicato alle 17, un'ora dopo scattava la prima 'dimostrazione popolare da quando la crisi russo-cecoslovacca si è aperta. Una folla, composta in gran parte di giovani, si è assiepata dinanzi la sede di Radio Praga. Cartelli improvvisati didevono: « Vogliamo chiarimenti », « Il Comitato CèrT trale deve darci spiegazioni* «Compagni del Praesfdfunr mantenete l'impegnò dì dir ci, la verità »,% Vogliamo sapere tutto per decidere tutto ». , L'annuncio che Svoboda avrebbe parlato ih piazza ha calmato gli animi, il discorso del Presidente della Repubblica tuttavìa ha seminato sconcerto. Pur riaffermando la validità della svolta di gennàio, avallata dall'unanime consenso popolale, ha detto -chi-chiunque pensasse di profittare della «situazione presente contro il socialismo, contro !il partito e contro Il capo cecoslovacco-Dubcek salutato dalla folla nella città di Kosice dopo l'incontro con i sovietici (Telef. A. P.) l'alleanza con l'Urss, rimarrebbe isolato, privo dell'appoggio del popolo ». « Il nostro programma di rinnovamento — ha soggiunto Svoboda — potremo realizzarlo solo nel contesto della Comunità socialista e con l'appoggio della Russia e degli altri paesi fratelli. Rendiamoci conto come da soli non potremmo avere alcuna possibilità di riuscita. Chi volesse violare l'amicizia con l'Urss e con gli altri paesi socialisti attenterebbe alla nostra sovranità, alienandosi di conseguenza dalla comunità nazionale ». Subito dopo ha parlato il presidente della Camera -Smrkovsky. Il discorso che egli ha pronunciato nella grande piazza, davanti a una folla esagitata — diecimila persone, giovani, vecchi, operai e intellettuali — non è valso a rasserenare gli spiriti. Più che di un discorso si è trattato di uno scambio assai vivace di battute. Alle grida: « Vogliamo sapere la verità », Smrkovsky, gridando per sopraffare il clamore, ha risposto: « Prima di partire per l'incontro vi avevo detto che avremmo rispettato il mandato popolare incentrato su due argomenti base. Sovranità: siamo riusciti a riaffermare la nostra indefettibile determinazione, è stato preso atto della volontà dei cèchi e degli slovacchi di rimanere liberi e indipendenti. Mantenimento dei rapporti con i paesi fratelli (a questo punto si sono levati i primi fischi dalla piazza). « Noi non abbiamo accusato nessuno, perché avete abbandonato il principio dei colloqui bilaterali? Questo è un cedimento. Perché a Bratislava erano assenti jugoslavi e romeni? ». « Nessun cedimento — ha protestato Smrkovsky —, a Bratislava non parleremo più di problemi interni, ma di quelli relativi ai rapporti economici e alla difesa dei paesi fratelli: Urss, Germania Orientale... (altri fischi, violentissimi, hanno impedito a Smrkovsky di continuare l'elenco dei " Paesi fratelli ")... L'incontro di Bratislava durerà un solo giorno — ha proseguito Smrkovsky — subito dopo verranno a Praga Tito e Ceausescu ». « Ma quando partono i russi? ». « Vi ho detto che ci siamo messi d'accordo sui problemi di fondo, quindi la partenza di un soldato è un problema secondario... ». Qui, con i fischi, si sono sentite grida: « Via i russi, viva Tito, viva l'indipendenza ». « E la libertà di stampa? ». « Non abbiamo discusso su questo problema! Vi esorto ad avere fiducia, abbiamo difeso i nostri principi e siamo riusciti a farli rispettare! ». Ma neanche quest'ultima assicurazione, gridata peraltro con accento di sincerità, è bastata a calmare la folla. L'opinione pubblica cecoslovacca ha ribadito, stasera, il suo lenii i proposito di impedire qualsiasi cedimento. Sotto la spinta popolare, condita adesso d'incertezza e di furore, il compito di Dubcek a Bratislava si prefigura tremendamente difficile. Scartando il compromesso che ormai sembra evidente sia stato raggiunto in linea di massima a Cierna, Dubcek rischia la rottura con l'Unione Sovietica e i suoi satelliti, rischia l'occupazione armata. Se continuasse sulla via del compromesso, rischia di vedersi rivoltare contro l'intero paese. Igor Man .v

Persone citate: Breznev, Ceausescu, Dubcek, Novotny, Praga Tito, Svoboda