Le costellazioni di agosto

Le costellazioni di agosto Per olii «f*me\ 1 o studio del cielo Le costellazioni di agosto Nelle notti intorno al 12 potremo vedere te «lacrime di San Lorenzo», il fantasmagorico spettacolo delle meteoriti irradiantisi dalla regione celeste di Perseo - Poco osservabili i pianeti - La bellissima Albireo e la celeberrima Mizar, regina delle stelle doppie Nelle notti vicine al 12 agosto si potranno facilmente osservare quelle stelle cadenti, o meteore, che in gran numero solcano il cielo e sono conosciute tecnicamente col nome di Perseidi, perché sembrano tutte provenire da un'unica zona del cielo, situata appunto nella costellazione del Perseo. Più popolarmente esse vengono chiamate « Lacrime di San Lorenzo », per la vicina ricorrenza del calendario religioso. Naturalmente queste «stelle cadenti» non hanno nulla che fare con le stelle in genere, né — in particolare — con quelle che formano la costellazione del Perseo. Si tratta in realtà di corpi disgregati, frammenti di materiale cosmico sparpagliati lungo un'orbita ellittica, cui la Terra si avvicina al massimo appunto il 12 agosto, nel suo cammino annuo che segna il succedersi dei giorni del calendario. E' questa circostanza che permette di prevedere per quella data l'apparizione di uno sciame di meteore, quando tali frammenti attraversano ad altissima velocità l'atmosfera terrestre, incendiandosi. Invece il diverso e ineguale addensamento di tali corpuscoli lungo la loro orbita lascia ogni anno imprevista l'intensità del fenomeno: qualche volta se ne contarono fino a diverse migliaia in un'ora! Lo studio di questi corpuscoli che popolano lo spazio attorno al Sole è oggi molto attuale; infatti esso può offrire la chiave per comprendere qual è stata la storia — ancora cosi piena d'incognite — del sistema solare. Durante il mese, coloro che avranno scelto di ritemprarsi al fresco delle montagne, dove l'aria è ben più tersa e trasparente di quanto non sia in pianura, potranno ammirare inoltre quelle costellazioni cosi ricche di stelle, che si trovano in direzione del centro della Galassia, specialmente il Sagittario. Per trovarlo, basta allineare Deneb, la stella più brillante del Cigno, con Altair, che primeggia nell'Aquila, e procedere verso l'orizzonte, in direzione Sud. Non c'è — nel Sagittario — una stella che primeggi (la rossa Antares, « rivale di Marte», più a destra, fa parte dello Scorpione), ma la regione del cielo è ugualmente notevole per l'abbondanza delle stelle che la popolano. Con un modesto binocolo, poi, esse si moltiplicano in modo meraviglioso. Sebbene queste costellazioni, come anche la Bilancia e la Vergine verso Ovest e il Capricorno, l'Acquario e i Pesci verso Est, facciano parte dello Zodiaco, non vi si trovano attualmente pianeti, fatta eccezione per Nettuno, il quale tuttavia appare come un astro molto modesto e — senza un telescopio importante — non lo si riconosce da una qualunque stellina. Continua infatti un periodo piuttosto sfortunato, per quanto concerne la visibilità dei principali pianeti: Mercurio è troppo vicino, prospetticamente, al Sole per essere visto, e così Venere, la quale sarebbe visibile per circa un'ora dopo il tramonto; ma sta attraversando quella parte dell'eclittica dove si troverà il Sole nei mesi invernali, e quindi ben poco si solleva sull'orizzonte. Anche Marte, sebbene sorga ormai due ore prima del Sole, è difficilmente visibile, sia per la ancor grande distanza dalla Terra, sia perché, a causa della sua orbita fortemente eccentrica, si va allontanando dal Sole e — come risultato — il suo splendore apparente diminuisce durante il mese, invece di aumentare; esso apparirà quindi come una stella di seconda grandezza (più 0 meno come quelle che formano il « Carro » dell'Orsa Maggiore, ma di colore decisamente rossastro). Ormai immersi nella luce del crepuscolo Giove ed Urano, l'unica nota positiva viene da Saturno (nella costellazione dei Pesci), il quale — durante 11 mese — va aumentando sensibilmente di splendore. Esso è riconoscibile come l'astro di gran lunga più rilevante di quella regione del cielo. In tale situazione, l'amatore potrà utilizzare il suo cannocchiale per l'osservazione di alcuni oggetti celesti di particolare interesse. Molto vicini allo Zenith la galassia in Andromeda (M 31) ed anche — nella seconda parte della notte — l'ammasso di Ercole (M 13); ma entrambi un po' deludenti per chi non disponga di un grosso telescopio professionale. Suggeriamo piuttosto al lettore di rintracciare alcuni fra i più interessanti sistemi di stelle binari o multipli, particolarmente la bellissima Albireo (Beta Cygni), composta di due stelle, una gialla ed una verde, separabili anche con un modesto binocolo (vedasi la cartina n. 3, per le regioni zenitali del cielo). Ancor più sorprendente Epsilon Lyrae, facilmente rintracciabile sulla stessa cartina, proprio accanto a Vega; essa è formata da due stelle, ognuna delle quali risulta, con un modesto cannocchiale di 10 cm di apertura, costituita a sua volta da due componenti molto vicine. Più facile ancora la separazione telescopica di Zeta Ursae Majoris, la celeberrima Afizar, la quale d'altra parte forma una coppia visibile a occhio nudo con Alcor. Interessante, e anche molto facile, Theta Serpentis (cartina n. 1, in direzione Sud, vicina alla stella Delta dell'Aquila). Naturalmente abbiamo citato soltanto alcune fra le più rinomate e appariscenti fra queste stelle doppie; ma ne sono catalogate molte migliaia, delle quali gli specialisti seguono il lento moto orbitale di una componente rispetto all'altra. E' questo un genere di ricerca squisitamente altruistico; in generale i periodi orbitali sono tanto lunghi che non basterebbe un'intera vita umana a raccogliere dei risultati completi. Ecco allora che una generazione eli astronomi passa a quella successiva 1 dati pazientemente raccolti, e nessuno coglie i frutti del proprio lavoro; ma — mentre utilizza i dati altrui — lascia alla generazione seguente i propri. Per la scoperta e la misura dei movimenti stellari, il tempo è il migliore alleato. Le tecniche di osservazione vanno tuttavia affinandosi, e recentemente sono stati scoperti alcuni sistemi binari, nei quali 11 compagno meno Importante è addirittura Invisibile e la sua esistenza è accertata soltanto mediante il caratteristico procedere a zig zag della stella visibile, rispetto a quelle che formano lo sfondo di stelle lontane. Di questi compagni invisibili si conosce soltanto la massa, che in qualche caso non supera di molto quella di un grosso pianeta, come per esemplo Giove, ed è questa l'unica prova diretta dell'esistenza — nell'universo — di astri privi di luce propria Resta tuttavia il fatto che la duplicità o la molteplicita delle stelle è piuttosto comune nell'universo: di 254 stelle, che si trovano nelle vicinanze del Sole e quindi sono le meglio studiate, più di metà fanno parte di sistemi doppi o multipli. Buona parte delle nozioni, cho abbiamo sulla natura fisica delle stelle in genere, sono state proprio desunte da quelle che si ricavano dalla componenti dei sistemi binari, grazie alla relaziona che lega fra loro i periodi di rivoluzione (osservati), con dimensioni dell'orbita (misurabili anch'esse, almeno per le stelle più vicine) e le masse delle componenti, che si possono cosi ricavare prendendo come unità di misura la massa del Sole, il cui valore — in grammi — è ben conosciuto. Mario G. Fracastoro Direttori Osservatorio astronomie» di Torino

Persone citate: Antares, Beta Cygni, Fracastoro, Perseo, Saturno, Vega, Zenith

Luoghi citati: Aquila, Torino