Sentenza sulla divisione delle mance fra i dipendenti delle case da gioco

Sentenza sulla divisione delle mance fra i dipendenti delle case da gioco Emessa dalla Cassazione a sezioni unite Sentenza sulla divisione delle mance fra i dipendenti delle case da gioco A Sanremo le mance ammontano a un miliardo e 700 milioni annui: la loro ripartizione potrà essere stabilita fra Casinò e impiegati, senza interferenze da parte dei Comuni (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 29 luglio. E' giunta notizia a Sanremo chele sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione, con sentenza del 27 giugno scorso, in una causa fra gli impiegati amministrativi e quelli di gioco del Casinò municipale, avrebbe sancito il principio (contrariamente a quanto sostenuto dal Comune di Sanremo) secondo il quale l'autorità giudiziaria ordinaria è competente a decidere in merito alle legittimità o no delle clausole inserite nel capitolato d'oneri riguardante la i i a ripartizione delle mance elargite dai giocatori. Il principio fissato dalla Cassazione è destinato a creare scalpore non soltanto al Casinò di Sanremo ma anche in quelli di Venezia, Campione e Saint Vincent. Se infatti l'autorità giudiziaria diviene competente a sindacare la legittimità delle disposizioni contenute nei capitolati d'oneri, si deduce che il modo di suddivisione delle mance incide sui diritti soggettivi dei dipendenti, per cui sarebbe riservata agli stessi la libera trattativa con la propria azienda, senza possibilità d'interferenze da parte dei Comuni interessati. Le conseguenze della decisione saranno di notevole nortata perché, con ogni probabilità, nei contratti d'appalto le pubbliche amministrazioni non potranno più inserire clausole in cui si disponga la ripartizione delle man- -1 (che nelle altre case da ro vengono attualmente ddivise al 50 per cento fra gestore e dipendenti; mentre per Sanremo è vigente un accordo **'nulato fra gli imilegati e 'a società « Ata » econdo il quale a quest'ultima viene riservato il 43,50 per cento delle mance, il 50 per cento va agli impiegati di gioco e il 6,50 agli impiegati amministrativi ed ausiliari). Le ripercussioni della sentenza potrebbero modificare sostanzialmente l'economia contrattuale tra le pubbliche amministrazioni interessate e gli stessi gestori delle case da gioco. I riflessi sul Casinò di Sanremo saranno maggiori in riferimento alle future decisioni sulla proroga quinquennale della concessione del Casinò alla società «Ata», concessione che scadrà l'8 ottebre prossimo. Dato che l'« Ata » già dal 1963 ha stipulato, accordi con tutti i propri dipendenti anche in relazione al modo di suddivisione delle mance (accordi che dovrebbero essere validi per tutto il tempo in .cui continuerà a gestire il Casinò di Sanremo e quindi non limitati nel tempo), la società sarebbe l'unica a trovarsi non danneggiata dalle conseguenze della sentenza. Se infatti non dovesse essere ratificata la proroga della concessione all'* Ata », qualsiasi altro concorrente all'asta pubblica dovrebbe tener presente, in sede di offerta, il rischio di vedersi improvvisamente precluso il diritto a ripartire con i propri dipendenti le mance, che attualmente ammontano a circa 1 miliardo e 700 milioni l'anno. Questo farebbe automaticamente diminuire la percentuale potenziale massima dell'83,20 per cento a circa il 50-55 per cento. Per concludere: se sul piano giuridico, in fatto di mance, le cose stanno in questi termini, non dovrebbero esservi dubbi sull'opportunità di una ratifica della proroga quinquennale della concessione all'« Ata ». Se si dovesse giungere ad una bocciatura della delibera del Consiglio comunale. Sanremo e tutti gli altri enti interessati (al riparto degli introiti del gioco al Casinò partecipano, oltre allo Stato, tutti i Comuni della provincia di Imperia e la provincia di Savona) dovrebbero temere un minor incasso di circa 5 miliardi in cinque anni. r. o.