Prima traccia nel "giallo,, del medico ucciso e carbonizzalo nella sua «1500» di Filiberto Dani

Prima traccia nel "giallo,, del medico ucciso e carbonizzalo nella sua «1500» A quattro giorni dallo spietato delitto di Sarzana Prima traccia nel "giallo,, del medico ucciso e carbonizzalo nella sua «1500» I carabinieri puntano l'indagine nell'ambiente delle prostitute e dei «protettori» - Nessun fermo ma si ammette che la soluzione del mistero potrebbe essere vicina - Probabilmente il radiologo di Lodi cenò con il suo assassino: lo ha rivelato l'autopsia (Dal nòstro inviato speciale) La Spezia, 27 luglio. Uno spiraglio di luce sta forse aprendosi sulla tragica fine del dottor Cesare De Ponti, il radiologo cinquantaseienne di Lodi, trovato carbonizzato quattro giorni fa nel rogo della sua « 1500 », alla periferia di Sarzana. A quanto si è capito dall'indirizzo dell'inchiesta, gli inquirenti debbono aver imboccato nelle ultime ore una pista ben delineata: da ieri infatti gente del mondo notturno sfila nella caserma carabinieri; sono prostitute, « protettori », giovani ambigui. Questo meticoloso lavoro di controllo e di ricerche pare abbia dato buoni risultati. Il dott. Cesare De Ponti è stato ucciso la notte fra martedì e mercoledì scorso in un canneto sulla destra della strada che da Sarzana porta a Marinella, dove si danno abitualmente convegno le coppiette. L'assassino lo ha dapprima colpito alla testa con un bastone (o una grossa pietra), poi gli ha trapassato il cuore con un pugnale e, infine, ha appiccato il fuoco alta « 1500 ». Le portiere dell'auto sono state trovate chiuse dall'esterno, le chiavi erano sull'erba, accanto al tappo del serbatoio del carburante. Il radiologo, che dal 30 giugno scorso trascorreva le vacanze a Lerici con la sorella Angela, era uscito di casa alle 21' di martedì, subito dopo cena. « Torno presto », aveva detto. Con chi si è incontrato? La risposta è legata ai risultati degli accertamenti (a Sarzana e a Lodi) che mirano a ricostruire la personalità della vittima, a stabilire quali erano le sue abitudini, quali le sue compagnie. I familiari (il fratello e le due sorelle) e ì conoscenti escludono che egli avesse una doppia vita. « Non sl era sposato perché amava troppo la libertà », dicono. E aggiungono: « A Lodi divideva le sue giornate fra l'Ospedale Maggiore e la casa ». A Sarzana, invece, la fantasia popolare ha reagito al crimine con una ridda di voci nelle strade, nelle case e nei locali pubblici, dove non si parla d'altro. I carabinieri le hanno raccolte pazientemente, vagliate attraverso decine di interrogatori: ora l'inchiesta si è orientata verso un particolare mondo equivoco, dove si pensa di trovare la soluzione del « pretto ». Gli inquirenti evitano ogni contatto con i giornalisti, sono decisi nel riserbo. Dicono che, per ora, non ci sono fermi ma ammettono che, a breve scadenza, il tragico mistero potrebbe risolversi. L'autopsia ha accertato che il dott. De Ponti, uscito dt casa dopo aver cenato con la sorella, aveva ingerito altro cibo a distanza di un paio d'ore. Ristoranti e « tavole calde », situati in un raggio di ottanta chilometri da Lerici, sono stati visitati dai carabinieri, ma tutti i gestori hanno escluso di aver visto il radiologo la sera del delitto. Gli inquirenti deducono che il medico possa essere stato ucciso altrove (forse in una casa, dove ha mangiato con il suo assassino) e che il suo corpo sia stato trasportato nel canneto di Sarzana e dato alle fiamme per sviare le indagini. Tuttavia, non si trascurano altre piste: ad esempio, quella dell'omicidio a scopo di rapina. Filiberto Dani iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin

Persone citate: Cesare De Ponti, De Ponti