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La madre di nove figli a Chivasso perse la vita per pratiche illecite La madre di nove figli a Chivasso perse la vita per pratiche illecite Lo hanno confermato i periti dopo l'autopsia - Il marito non sapeva dell'interruzione della maternità - Indagini per scoprire la persona che ha eseguito l'intervento (Nostro servizio particolare) Chivasso, 18 luglio. (a. v.) I periti dell'istituto di medicina legale di Torino hanno comunicato oggi alla Procura della Repubblica che Pierina Atzori Deidda, la donna di 37 anni morta nei giorni scorsi all'ospedale di Chivasso, era stata effettivamente sottoposta a pratiche illecite, come avevano diagnosticato i medici del nosocomio al momento del suo ricovero. Gli esperti si sono pronunciati dopo aver eseguito minuziosi esami Come abbiamo già pubblicato, Pierina Atzori, che abitava in via Blatta 39 con il marito e nove figli, accusò la settimana scorsa gravi disturbi ed ebbe una forte emorragia. Il medico di famiglia la fece subito ricoverare all'ospedale e i sanitari che l'accolsero diagnosticarono che i gravi disturbi erano probabilmente la conseguenza di pratiche contro la maternità compiute qualche giorno prima. Le condizioni della donna erano gravi ma non disperate. Venne fatto l'impossibile per salvarla ma il giorno dopo l'Atzori entrò in coma a causa di un blocco renale, sopravvenne un collasso cardio-circolatorio e alle 18,30 cessò di vivere. Interrogato dal maresciallo Degioanni e dal brigadiere Cusino dei carabinieri, ai quali la magistratura ha affidato l'inchiesta, Bruno Deid¬ da, il marito trentanovenne della donna, non ha saputo dire nulla delle circostanze in cui può essere avvenuto il procurato aborto. La moglie non gli parlò mai né di abor to naturale né di propositi di interrompere una nuova incipiente maternità. Risultato negativo avrebbero anche dato gli interrogatori di altri congiunti e di alcune donne con le quali l'Atzori si confi dava. I carabinieri, tuttavia, una pista l'avrebbero già trovata. Dovrebbe portare presto, for se già nei prossimi giorni, alla persona priva di sciu poli che ha eseguito l'intervento con tanta imperizia da causare alla donna le lesioni che le dovevano essere fatali.