Operaio ucciso e tre ustionati per un incendio su una petroliera
Operaio ucciso e tre ustionati per un incendio su una petroliera Spaventoso x*ogo Isa. jpojrto a Napoli Operaio ucciso e tre ustionati per un incendio su una petroliera La vittima, trentenne, investita da una fiammata - I feriti (di 18, 22 e 44 anni) sono gravissimi Il fuoco, divampato nella sala pompe della «Elena d'Amico», di 13.000 tonnellate, domato in 2 ore (Dal nostro corrispondente) Napoli, 18 luglio. Uno spaventoso incendio si è sviluppato oggi pomerìggio nella sala pompa della petroliera « Elena D'Amico », di 12.980 tonnellate, in riparazione nei bacini di carenaggio del porto di Napoli. Un gruppo di operai che lavorava a bordo è stato investito dalle fiamme: uno è morto ed altri tre sono stati ricoverati in gravi condizioni per ustioni di secondo grado al viso, alle braccia e altre parti del corpo. La vittima è il trentenne Gaetano Nevano. La salma è stata recuperata dai vigili del fuoco soltanto quando il pauroso rogo e stato domato. Gli ustionati sono Salvatore Scala, di 18 anni, Pasquale Di Donna, di 44, e Giuseppe Caputo, di 22, appartenenti ad una ditta specializzata in lavori marittimi. L'incendio è divampato alle 14,30. In quel momento a bordo dell'a Elena D'Amico », entrata nella giornata di ieri nel bacino numero 4 della « Sebn », vi erano una ventina di persone tra operai, tecnici ed ingegneri. Secondo la versione data dagli scampati, hanno preso fuoco residui di carburante che erano in una tubazione della sala pompa intorno alla quale lavoravano i quattro operai. Essi muniti di fiamma ossidrica stavano tagliando alcuni perni quan¬ do il calore ha surriscaldato la nafta rimasta nelle tubazioni, incendiandola. Investiti dalla fiammata gli operai sono caduti tra grida strazianti di dolore mentre l'intero locale era invaso da denso fumo. Tre di essi hanno trovato la forza di rialzarsi e di allontanarsi dalla sala dando l'allarme: «Al fuoco... al fuoco ». L'urlo è passato di boèca'in bocca ed ha provocato una fuga generale. Tutti' gli uomini che si trovavano a bordo hanno cercato di guadagnare gli scalandroni di uscita. Alcuni si sono calati dalle funi di ormeggio, lungo i bordi della motocistema. Sul posto sono accorse diverse squadre di vigili del fuoco e dei servizi antincendio della Capitaneria del porto. Il fumo, che usciva dai boccaporti, ha reso difficile l'opera di spegnimento. Con getti di anidride carbonica e potenti idranti, dopo due ore le fiamme sono state domate ed i vigili hanno dovuto fare uso di maschere antigas e tute di amianto per potersi avvicinare al focolaio dell'incendio. Secondo le prime indagini della polizia dello scalo marittimo la sciagura sarebbe da attribuirsi all'inesperienza degli operai. E' stato accertato che l'appalto dei lavori era stato assunto da una ditta nota nel nostro porto che a sua volta aveva affidato l'incarico ad un'altra che non dispone di personale addestrato per lavori a bordo di petroliere. Inoltre, la squadra coinvolta nell'incendio non aveva notificato alla Capitaneria i lavori che si accingeva a compiere e non era in possesso del regolare permesso. Infatti, prima di iniziare i lavori nella sala pompa, era necessario che la petroliera fosse stata sottoposta a degassificazione e soltanto per un for- tuito caso la sciagura non ha assunto proporzioni più vaste. Non ancora è stata precisata l'entità dei danni riportati dalla motocistema «Elena D'Amico», appartenente agii'armatori napoletani fratelli D'Amico.' Secondo i fesj mi rilievi sono andati distrutti tutti gli impianti di pompaggio e parte della zona centrale dell'unità. a# ^ La petroliera «Elena D'Amico» in bacino a Napoli dopo l'incendio (Telefoto A.P.)
Persone citate: D'amico, Elena D'amico, Gaetano Nevano, Giuseppe Caputo, Pasquale Di Donna, Salvatore Scala
Luoghi citati: Napoli
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