I trenta artisti di Bussana Vecchia decisi a difendere il paese in rovina di Remo Lugli

I trenta artisti di Bussana Vecchia decisi a difendere il paese in rovina L'ordine di sgombero emesso dal sindaco di Sanremo è per giovedì 25 luglio I trenta artisti di Bussana Vecchia decisi a difendere il paese in rovina «Noi non usciremo di qui, a costo di sacrifici umani», dice il pittore siciliano Vanni Giuffrè, presidente della «Comunità internazionale» che si è riunita nell'antico borgo - Gli artisti sono quasi tutti stranieri, si sono insediati fra le macerie in cerca di quiete e di ispirazione: hanno rabberciato i tetti, imbiancato le pareti, reso accoglienti le vecchie stanze - Il sindaco di Sanremo spiega i motivi del provvedimento: «Manca la fognatura e l'acqua nelle case»; alcune abitazioni sono pericolanti (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 17 luglio. Se la procedura segue 11 suo corso normale, giovedì 25 luglio la polizia si presenterà a Bussana Vecchia e renderà, operante l'ordinanza del sindaco per lo sgombero delle case semidiroccate che sono state occupate abusivamente'. Gli occupanti, una trentina di artisti di diverse nazionalità, sono decisi a non lasciare queste abitazioni di fortuna. Dice Vanni Giuffrè, siciliano, trent'anni, pittore, ■che è presidente della « Comunità internazionale artisti di Bussana Vecchia »: « Noi non usciremo di qui, a costo dl sacrifici umani ». Un'affermazione grave, detta con serenità o incoscienza. Comunque è difficile che si arrivi a situazioni drammatiche: questi artisti hanno l'aria tutt'altro che battagliera, Sono qui in cerca di quiete e di ispirazione. Può darsi che si trovi una via di accomodamento. .Bussana Vecchia è un paese a cinque chilometri da San remo, all'interno, ma in vista del mare, una posizione incantevole. L'abitato fu distrutto da un terremoto il 23 febbraio 1887. Vi furono più dl cinquanta morti. Il' paese fu ricostruito cinque anni dopo, un po' più in basso, dallo Stato. Bussana Vecchia è rimasta deserta, spettrale, con le sue case dal tetto scoperto, i muri qua e là aperti da fenditure. Nel '60-'61. con il boom della floricoltura e la forte immigrazione di calabresi. Bussana Vecchia si rianimò: una trentina di famiglie si sistemarono alla meglio nei locali che offrivano un sufficiente riparo. Si andò avanti cosi per alcuni mesi, poi gli abitanti abusivi furono sfrattati, il comune provvide a far-aprire-breccp nei pa^mèrfti;ancora.ìndèhnii '.' Usciti i meridionali, sono arrivati gli artisti. Già da alcuni armi essi vanno insediandosi qui1 unicamente per cercare quiete e ispirazione. Sono quasi tutti stranieri, hanno rimesso in sesto qualche locale, qua e là, in mezzo a queste case che a prima vista si presentano come un ammasso di macerie. Hanno chiuso con pietre e cemento i fori prodotti dagli operai del comune, hanno rabberciato tetti, imbiancato pareti, reso accoglienti e civettuole stanze vecchie di duecento o trecento anni. Ci intratteniamo con qualcuno di questi ospiti. Dora Prower, cinquant'anni, pittrice. E' vedova, madre di due figli già sposati; a Londra possiede una villa in Nelwyn Garden City e uno studio in Por"tman Close. E' a Bussana Vecchia da tre anni, dipinge quadri e fa ceramiche. « Trascorro qui cinque o spi mesi all'anno — dice —. Ogni volta che torno mi sembra di ringiovanire ». Michael Green, trentotto anni, pittore, figlio di inglesi; nàto in Africa e abitante a New York da dodici anni. Alcuni amici.gli hanno-par, lato di questo paese diroccato e nel dicembre scorso ba preso l'aereo per venirlo a vedere. Gli è piaciuto', ha deciso di trasferirvisi é si è scelto l'« alloggio ». Ha finito di sistemarlo e di' arredarlo due' giorni fa, dopo cinque mesi di' lavoro, «feri l'altro — dice — dopo aver annunciato agli amici che avrei dato una festicciola per inaugurare la mia nuova casa, ho ricevuto la visita di un signore. Doveva consegnarmi lo sfratto. Peccato: in questa casa ho investito mille dollari ». Pia Hjertquist, venticinque anni, di Stoccolma, decoratrice. Veniva in Italia già nei '59 come guida-interprete con Comitive di turisti svedesi. « Tre anni fa sono venuta qui con un pullman di miei con nazionali. Il posto mi è sem1 bruto fantastico e ho deciso di fermarmi. A settembre, invece di tornare a casa, mi ci sono sistemato:. Di tanto ili tanto vado in Svezia per prendere contatto con il mondo culturale (mostre e concerti, che a Sanremo difettano), ma poi mi affretto a tornare. Ormai non concepisco nessun altro modo di vivere » C'è anche un pittore torinese. Franco Olivero, 27 anni, che ha famiglia in corso Cadore 7. E' a Bussana Vecchia da tre anni. « Lavoravo aVa Utet — dice — ma la vita piatta dell'impiego non mi andava, desideravo dipingere, libero da impegni, così mi sono licenziato e mi sono stabilito Qui. Faccio mostre al- l'estero, vivo con i miei quadri». *, | i l ftfci » ì'i ; ì Vanni* GiuffròV-oltre'ràd S* sere pittore, fa anche l'Oste: ha aperto una trattoria ai margini di Bussana Vecchia. Lui, sua madre e la signorina Pia Hjertquist sono sempre prónti a dare pane, salame e vino siciliano agli ospiti del villaggio e ai turisti. Un servizio alla buona, senza pretese e senza speculazioni, il meglio che si possa offrire a questi artisti che hanno quasi sempre la testa fra le nuvole delle loro ispirazioni, ma non possono sfuggire alle banali necessità della materia! « La nostra comunità — dice Giuffrè — esìstente ormai da sette anni e costituita con atto notarile l'anno scorso, si prefigge di organizzare una vita sociale e artistica. I soci per ora sono cinquanta, le abitazioni già restaurate sono una trentina, altre venti possono essere riattivate abbastanza facilmente. Di noi hanno parlato giornali, riviste, televisioni di tutto il mondo. Abbiamo ricevuto tremila lettere di persone che vorrebbero venire ad abitare a Bussarla Vecchia per sfuggire alla morsa della vita moderna. Noi potremmo accoglierne un centinaio, soltanto artisti, per accentuare il tono artistico del nostro villaggio. L'ordinanza di sgombero è assurda, non ha motivo di esistere, visto che in questi ultimi anni nulla è venuto ad accrescere la pericolosità di queste case; anzi, noi abbiamo lavorato per consolidare i muri instabili, per convogliare le acque piovane che, senza controllo, avrebbero potuto arrecare ulteriori danni. Il sindaco ha firmato l'ordìnan-za sulla base dk una relazìo fìé delipenid'ÒiiiileuQrpiè facile immaginare perchè è stata fatta questa relazione, dopo ottant'anni dal terremoto: deve essere statò qualche abitante di Bussana Nuova, invidioso dell'interesse che noi sappiamo suscitare ». Il,sindaco di Sanremo aw. Francesco Viale non ha nulla contro gli artisti di Bussana Vecchia. Dice: « Sono simpa-tici e indubbiamente possono costituire un elemento folclorìstico utile al turismo. Ma come possono vivere in quelle condizioni? D'accordo, hanno dato la calce ai muri, ma manca la fognatura e l'acqua è in una sola fontanèlla in strada. Poi c'è la questione della proprietà di questo paese morto. Di chi è? Secondo lo Stato è suo perché dopo il disastro ricostruì a sue spese le case a Bussana Nuova. Secondo noi è del Comune perché la zona, sulle mappe catastali, è indicata come « comunità di Bussana » e perché il territorio dell'antico Comune di questa località è stato assorbito dal nostro, e ne è diventato una frazione. Comunque perché Bussana Vecchia possa essere abitata occorre il benestare del Genio Civile. Gli artistipossono rivolgersi a questo ente per cercare di far precisare quali sono le case e le strade non pericolose ». Può essere uria soluzione tanto più che la comunità degli artisti è pronta anche a sostenere spese per poter conservare il beneficio di questo luogo, che considera favo loso. Remo Lugli Il pittore americano Michael Green e la giovane svedese Pia Hjertquist davanti alle case diroccate di Bussana Vecchia (Foto Moislo)