Washington preme m Israele per un accordo con gli arabi

Washington preme m Israele per un accordo con gli arabi Washington preme m Israele per un accordo con gli arabi I diplomatici americani in visita a Gerusalemme hanno confermato l'appoggio degli Stati Uniti; ma chiedono un atteggiamento meno rigido - Gli inviati di Johnson s'incontreranno anche con re Hussein L'americano Ball con il ministro israeliano Dayan ieri a Tel Aviv (Telefoto A.P.) (Dal nostro corrispondente) Gerusalemme, 16 luglio. Le due delegazioni americane, in visita a Gerusalemme, hanno varcato oggi la linea di « cessate il fuoco » con la Giordania attraverso il Ponte Allenby. Esse avranno con re Hussein ed i dirigenti di Amman lo stesso genere di colloqui che hanno avuto con i responsabili israeliani. A Gerusalemme si è molto soddisfatti dei risultati degli incontri, avvenuti separata mente, con George Ball e Bundy. Ciò che interessa agli israeliani è che la posizione americana non sia cambiata dalla fine della guerra dello scorso giugno. Naturajmente gli america*! non sono venuti in Israele solo per confermare il loro atteggiamento. Gli Stati Uniti, attraverso Ball e Bundy, hanno espres¬ so il desiderio di veder risolta la « crisi » del Medio Oriente. Il diritto di Israele ad assicurarsi frontiere « sicure e riconosciute » non è affatto posto in discussione dai delegati americani che tuttavia hanno manifestato il desiderio che gU israeliani « ammorbidiscano » il loro atteggiamento. Ball e Bundy desiderano ottenere un leggero « cedimento » soprattutto sul punto dei « negoziati diretti ». Tuttavia sono essi in grado di offrire la garanzia d'un accordo arabo a « negoziati indiretti »? Ciò non è certo, ma si ha motivo di credere che si spera di raggiungere una soluzione che appare ancora molto lontana mediante l'attività del mediatore dell'Orni, Gunnar Jarring. L'inviato di Thant si prepara a riprende¬ re il giro delle capitali isrliana, giordana ed egizianaSe Ball e Bundy avevaessenzialmente come fine salvaguardare la nuova fadella missione Jarring, nsi può dire che il loro vigio sia stato un « fiascoQuanto alla forma che dvrebbe avere un eventuanegoziato, non è impossibche gli israeliani abbiano proposto di adottare la vchia formula dei colloqui Rodi, (cioè dire prima inretti e poi diretti). Israeliani e americani no stati pienamente d'accdo nel constatare che il coportamento della Giordane dell'Egitto non è identicInfatti II Cairo si dichiara dele alla decisione del « vtice » di Kartum che scarogni possibilità di negoziasotto qualsiasi forma. a. s so il desiderio di veder risolta la « crisi » del Medio Oriente. Il diritto di Israele ad assicurarsi frontiere « sicure e riconosciute » non è affatto posto in discussione dai delegati americani che tuttavia hanno manifestato il desiderio che gU israeliani « ammorbidiscano » il loro atteggiamento. Ball e Bundy desiderano ottenere un leggero « cedimento » soprattutto sul punto dei « negoziati diretti ». Tuttavia sono essi in grado di offrire la garanzia d'un accordo arabo a « negoziati indiretti »? Ciò non è certo, ma si ha motivo di credere che si spera di raggiungere una soluzione che appare ancora molto lontana mediante l'attività del mediatore dell'Orni, Gunnar Jarring. L'inviato di Thant si prepara a riprende¬ re il giro delle capitali israeliana, giordana ed egiziana. Se Ball e Bundy avevano essenzialmente come fine di salvaguardare la nuova fase della missione Jarring, non si può dire che il loro viaggio sia stato un « fiasco ». Quanto alla forma che dovrebbe avere un eventuale negoziato, non è impossibile che gli israeliani abbiano riproposto di adottare la vecchia formula dei colloqui di Rodi, (cioè dire prima indiretti e poi diretti). Israeliani e americani sono stati pienamente d'accordo nel constatare che il comportamento della Giordania e dell'Egitto non è identico. Infatti II Cairo si dichiara fedele alla decisione del « vertice » di Kartum che scarta ogni possibilità di negoziati, sotto qualsiasi forma.