Il giovane che si è ucciso nella villa a Como scherzava con la pistola dicendo: «Mi sparo»

Il giovane che si è ucciso nella villa a Como scherzava con la pistola dicendo: «Mi sparo» L'inchiesta del carabinieri sull'oscuro dramma Il giovane che si è ucciso nella villa a Como scherzava con la pistola dicendo: «Mi sparo» Ventenne, romano e ottimo studente, si trovava in villeggiatura presso la sorella - Con un gruppo di amici, tutti ragazzi seri, era andato a trascorrere la serata in una villa - Trovata la rivoltella in una stanza, aveva cominciato a giocare con Tarma - Forse non sapeva che era carica - Una testimone racconta : « Era allegro, rideva. Mi ha detto : " Ora mi sparo ". Ha premuto il grilletto ed è stramazzato morto » collezionista d'armi. Pare che Mario ne abbia prese tre, due le avrebbe tenute in mano lui per giocarci; la terza, la «Colt», l'avrebbe consegnata ad un certo Giorgio che abita a Milano e viene a Colico soltanto il sabato, il quale l'avrebbe poi passata a Fulvio Scatena. Nel tamburo della « Colt » c'erano addirittura tre o quattro proiettili. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che sabato notte fra quel gruppo di ragazzi si sia giocato alla « roulette russa », il tragico gioco di sfida alla morte. Si carica la pistola con un solo colpo, si fa ruotare il tamburo e poi ogni giocatore si punta l'arma alla tempia, preme il grilletto una volta, torna a far girare il tamburo e la passa 'ad un altro. Così fino a quando uno non cade fulminato. Questa versione viene smentita da tutti i giovani. Fulvio Scatena abitava a Colleferro in provincia di Roma, con i genitori e una sorella di 11 anni. Il padre, Edoardo, era operaio alla « Parodi e Delfino » di Colleferro ed è andato in pensione il V giugno scorso. Un'altra sorella, Mirna, è sposata e abita a Deledio, a sei chilometri da Colico, all'inizio della Valtellina. Da qualche giorno Fulvio e sua madre erano venuti presso di lei per trascorrere un periodo di riposo. La madre è accorsa al capezzale del figlio all'ospedale di Belluno, nella stessa notte. Il giovane è poi morto alle 11,30 di lunedì. « Era un ragazzo d'oro — dice tra i singhiozzi la madre. — Frequentava l'istituto Armellini di Roma per periti industriali. Era stato promosso alla quarta classe con voti bellissimi vincendo ima borsa di studio di 120 mila lire, un'altra di 110 mila l'aveva vinta l'anno scorso. Non so capire perché è morto. Come mai gli hanno dato in mano una pistola carica? ». Remo Lugli Fulvio Scatena, il venten(Dal nostro inviato speciale) Como, 9 luglio. Il brigadiere che comanda la stazione carabinieri di Colico — un paese della costa nord-orientale- del Lago di Como — ha sul tavolo un fascicolo di un centinaio di cartelle dattiloscritte. Sono i verbali d'interrogatorio di tutti i giovani, una ventina, che nella notte tra sabato e domenica èrano in compagnia dì Fulvio Scatena, il ventenne che si è ucciso con un colpo di rivoltella «per scherzo ». Come si sono svolti i fatti? Il sottufficiale risponde: «L'inchiesta è' ancora in corso», e intanto la sua. mano che leva in un gesto interrogativo. Non lo sa nemmeno lui come è successa la disgrazia, nonostante abbia interrogato tutti i presenti; anzi, appunto per questo, perché le versioni sono risultate diverse, non sostanzialmente, ma in certi particolari, proprio quelli che dovrebbero dare la conferma della realtà, della verità. Il fascicolo del brigadiere resta chiuso, per il segreto istruttorio; andiamo quindi a cercare qualcuno dei protagonisti. Troviamo i fratelli Annamaria e Franco Jori, di 20 e 18 anni. Raccontano. Sabato sera erano tutti in comitiva a ballare al « Lido », un lo- a ballare al « Lido », un lo- è posata sul fascicolo si soloiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiimmiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiB cale sul lago, che appunto inaugurava la stagione del ballo. A mezzanotte l'orchestra smette di suonare e i giovani escono. Qualcuno propone d'andare in comitiva nella villa di Mario Gobbi, uno del gruppo, figlio di un ingegnere industriale di Busto Arsizio. Nella villa non c'è ancora nessuno perché Mario ha preceduto di qualche giorno i genitori. Due parole sui giovani. Su venti, metà sono di Colico, figli di commercianti, industriali, professionisti; gli altri sono di Milano o di Pavia e si trovano a Colico o nei paesi vicini in villeggiatura, taluni vengono qui in vacanza già da tanti anni e sono legati da intensa amicizia con i giovani del paese. Comunque, secondo quello che da più parti si sente dire, si tratta di una compagnia « sana », giovani che si accontentano di divertimenti genuini. Dice Annamaria Jori: « Un giornale di Roma ha pubblicato che ci eravamo drogati, pensi che roba. Al "Lido" avevamo preso il caffè o il gelato o una birra. Fulvio, in particolare, aveva bevuto soltanto una birra. Nella villa di Mario Gobbi, dove siamo arrivati a mezzanotte e mezzo, non abbiamo né mangiato né bevuto: ci siamo divisi in due gruppi, in un salotto e in una sala. C'era chi chiacchierava, chi leggeva riviste, chi giocava al biliardo, chi ascoltava dischi. « La disgrazia ' è accaduta all'una meno cinque. Io ero nella sala. Un ragazzo si era messo a suonare il pianoforte. E' entrato Fulvio, aveva in mano una pistola e ci giocava con le mani facendola roteare. Ci siamo messi a chiacchierare, non ricordo più di cosa. So che lui era allegro, rideva. Ad un tratto si è puntata la :anna alla tempia destra, è rimasto così parecchi secondi, sempre parlando con indifferenza. Poi ha detto: "Annamaria, mo' mi sparo ". Ha premuto il grilletto. Si è sentita l'esplosione, io ho visto anche la fiammata, e Fulvio è stramazzato sul pavimento, davanti a me ». L'arma è una « Colt », calibro 10,35, un modello che era di ordinanza presso le nostre forze armate negli anni trenta. Come è finita nelle mani di Fulvio Scatena? E' uno dei punti un po' oscuri. Il padre di Mario Gobbi, il proprietario della villa, è un ne ucciso dal colpo di pistola, e Annamaria Jori presente alla disgrazia (Telefoto)

Persone citate: Annamaria Jori, Franco Jori, Fulvio Scatena, Mario Gobbi, Remo Lugli Fulvio