Il giovane studente tedesco di Milano confessa: «Ho assassinato il mio amico»

Il giovane studente tedesco di Milano confessa: «Ho assassinato il mio amico» LUCE COMPLETA SUL TORBIDO DELITTO Il giovane studente tedesco di Milano confessa: «Ho assassinato il mio amico» L'omicida, diciannovenne, appartiene a una famiglia benestante della Ruhr - Dice: «Mi ha tirato una pietra e io ho reagito» - Sia lui che la vittima frequentavano gli ambienti degli anormali - Anche l'ucciso aveva 19 anni (Dal nostro corrispondente) Milano, 8 luglio. Uno studente tedesco, dai lineamenti effeminati e i capelli alla paggetto, è l'assassino del giovane trovato cadavere sabato scorso, con la testa fracassata da colpi di pietra, sulla « Montagnetta di San Siro » a Milano, un luogo equivoco, frequentato da coppiette e da anormali. Il tedesco ha confessato il delitto ma ancora non ha detto perché ha ucciso. La vittima si chiamava Rai¬ mondo Calabretta e aveva 19 anni. Nato a Borgia (Catanzaro), era orfano di madreIl padre è operaio e vive in Calabria da solo. Due anni e mezzo fa il ragazzo lasciò ipaese natio e venne a Milano, dove si stabilì in casa dun cugino, il ventìnovenne Franco Rodundo che abita in vìa Murat 28 e fa il tranviere. Per tutto questo tempo il Calabretta è vissuto da sbandato, frequentando anormali e amicìzie losche. Ma da dodici giorni s'era trovato un lavoro: faceva le pizze neristarante « Ferrario » (exO-minati) di piazza del Duor sotto le insegne luminolercoledì scorso, 3 luglioli :assiera del ristorante, Felìcina Negri, gli aveva dato la prima paga: quarantamila lire. Al ristorante, dove Raimondo lavorava ogni giorno dalle 9 alle 19, lo ricordano come un buon ragazzo mite. Evidentemente sapeva nascondere la sua doppia vitaHans Jurgen Wusten, l'assassino, ha anche lui 19 anni. Nativo di Wuppertal, città della Ruhr, è figlio unico dun ricco spedizioniere, viaggia su un'auto « BMW » senape e quasi nuova, intestata a suo nome e con la quale Ita fatto 33.000 chilometriVenne in Italia la prima volta tre anni fa. Andò a Caorldove conobbe una ragazzaFranca Zanetti, ora diciannovenne, residente con la famiglia a Milano in via Negrotto 15. I due si scrissero e quest'anno, alla fine di maggio, quando Hans è tornato in Italia, è andato da Franca e ha trascorso alcuni giorni nella sua abitazione. Ma il fratello della ragazza Luigi Zanetti di 24 anni non era d'accordo e Hans si cercò dapprima una pensione invia aiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!Miii!iiiiiiiiiiiii!:Eiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii:iiiiMéiiiiiiii:ii:iiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiisiniiiiiiiiimiiiiiiiMiiiu Il giovane tedesco Hans Wusten dopo l'arresto (Tel.) Pier della Francesca e poi andò all'albergo «Alba» di via Tavazzano. Terminati ì soldi dormiva sull'auto e, a quanto s'è saputo, anche lui frequentava l'ambiente degli anormali. Fu Hans Jurgen Wusten sabato, a scoprire il cadavere' e a dare l'allarme avvisando la proprietaria di un chiosco di bibite cfte si trova sulla « montagnetta ». In poche ore la polizia accertò l'identità della vittima e trovò un teste che aveva visto assieme, in auio, il tedesco e il Calabretta. Hans Wusten ha negato a lungo ma poi, dinanzi a prove inconfutabili . (uno scontrino di una toilette trovato nella sua auto con i nomi di Wusten e Calabretta) cedeva: « Sì, eravamo molto amici — ha detto — abbiamo trascorso insieme la sera di venerdì » (la .notte del delitto - n. d. r.). E ha soggiunto: « Siamo stati assieme dalle 22 all'una. Poi ho lasciato Raimondo in piazza del Duomo e sono andato per i fatti miei. In città ho incontrato un vecchio amico, Luigi, col quale mi sono trattenuto fino all'alba. Alle 8 di sabato sono andato a prendere un caffè alla Stazione Centrale, alle 10,30 sono salito sulla "montagnetta" dove ho scoperto il cadavere. No, non ho riconosciuto in quel cadavere il Calabretta ». Bisognava smontare l'alibi del tedesco, bisognava dimostrare che Hans Wusten e il Calabretta non s'erano lasciati all'una. A questo punto è intervenuto un altro colpo di scena: una pattuglia di carabinieri si è presentata in Questura e ha chiesto di parlare col capo della Mobile L'appuntato Cretarola ha detto: « Sabato mattina alle 2, nel solito giro di perlustrazione sulla "montagnetta" abbiamo notato un'auto tedesca con due persone, una delle quali dormiva. Il pilota un giovane, è sceso, mi ha mostrato i documenti, ha detto di essere straniero e che dormiva in macchina per ri sparmiare ». Era una testimonianza importantissima e Hans Wusten è crollato: « Si, sono stato io a uccidere Raimondo ma non l'ho fatto per rapina. Lui mi ha tirato una pietra, io ho reagito e l'ho ucciso. Per non farlo riconoscere gli ho preso la patente, l'ho strappata, ho gettato l'involucro di cello phan in un tombino di piaz za Diaz ». Gli agenti si sono recati in piazza Diaz, hnnno rovistato ogni tombi: ma del documento nessuni roccia. Hans Wusten ha firmato stamane alle 4 la sua confes sione. Oggi pomeriggio lo hanno interrogato ancora ma Hans ha detto: « Ho sonno, molto sonno, fatemi dormire ». Prima di addormentarsi ha chiesto di suo padre: « Avvisatelo ». Il padre è ora in viaggio alla volta di Milano e verso Milano viaggia un altro padre, quello di Raimondo Calabretta, un povero operaio. E' la prima volta che lascia il suo paese, Borgia di Catanzaro: viene a riprendersi la salma del figlio. g. m.