La Caselli prima al «Cantagiro» davanti a Gianni Morandi e DaIida di Gigi Ghirotti

La Caselli prima al «Cantagiro» davanti a Gianni Morandi e DaIida Si è conclusa a Recoaro la rumorosa competizione canora viaggiante La Caselli prima al «Cantagiro» davanti a Gianni Morandi e DaIida La cantante emiliana ha vinto con un netto distacco l'ultima tappa - Il precedente leader della classifica, Jimmy Fontana, è sceso al quinto posto - Villa, terzultimo, ha lasciato la carovana prima della finale (Dal nostro inviato speciale) Recoaro Terme, 6 luglio. Il settimo Cantagiro è stato vinto da Caterina Caselli, che ha ottenuto un netto successo nella tappa finale di Recoaro, superando la maglia rosa Jimmy Fontana, e lasciando a notevole distanza i due immediati inseguitori, Morandi e Dalida. I giudici della finalissima le hanno assegnato 143 punti, contro i 139 di Morandi e Dalida e i 126 di Fontana. La classifica definitiva ha visto così ritornare al primo posto Caterina Caselli (che era stata maglia rosa per buona parte del Giro), con 784 punti; al secondo posto è Morandi, con 779; al terzo Dalida, con 776; al quarto i Camaleonti, con 772. Jimmy Fontana, che era balzato di sorpresa alla testa della classifica neUa tappa di Macerata, è sceso alla quinta posizione. Il girone « B », riservato ai giovani cantanti, è stato vinto dagli « Showman », davanti a Mino Reitano ed Elio Gandolfl. Il « Cantagiro », partito il 19 giugno scorso da Sanremo, è giunto ieri a Recoaro, tappa finale, e stasera dopo la manifestazione conclusiva si è sciolto, al termine d'una corsa di duemilacinquecento chilometri lungo le strade d'Italia. Strada facendo, il « Cantagiro », menato al guinzaglio dal suo « patron », Ezio Radaelli, ha incontrato applausi e fischi. Oltre ai fischi, anche uova, pomodori, una pietra, qualche manciata di terra e, a Perugia, una compatta manifestazione contestativa in piena regola. Traguardo finale Recoaro, città tranquilla, pulita e fresca: molte aiuole, molte ortensie, molti alberi, molti signori che siedono all'ombra impugnando bicchierotti di acqua oligominerale, digestiva, diuretica, ferruginosa e anticatarrale. Un quadro dunque propizio a balletti -classici, orchestrine discrete, ritiri spirituali e convegni di scienza medica sulle malattie del ricambio. Il « Cantagiro » di Radaelli vi ha portato un'improvvisa folata di aria da circo equestre: striscioni, manifesti, uomini sandwich, ragazze in costumi inverosimili a spasso per i marciapiedi, automobili urlanti e cento altre cose. La più singolare è un pullman-pirata che Radaelli ha guidato lungo la laboriosa valle dell'Agno al fine di reclutare giovinette ( filatrici, studentesse, impiegate) e giovanotti disposti ad abbandonare la famiglia per qualche ora per presenziare allo spettacolo in veste di giudici. Fatica improba. Molte giovinette correvano a rinchiudersi nelle case; altre esigevano la compresenza della madre e non poche si facevano ardite di chiedere guarentigie in ordine alle reali intenzioni di quella comitiva. Il « Cantagiro » ha passato in rassegna un'Italia difforme e in parte diversa da quella immaginata o ripetuta dal luogo comune. Mi raccontano i colleghi che han seguito la manifestazione tappa per tappa che le più alte tonalità dell'entusiasmo si sono avute a Torre del Greco e a Cuneo. A Macerata, la giuria patriotticamente concentrò la totalità dei suoi favori sul marchigiano Jimmy Fontana e questo causò il capitombolo di Caterina Caselli e di Gianni Morandi dal pinnacolo della classifica generale. Passando dall'Emilia al Veneto, il tasso d'entusiasmo calò d'improvviso intorno ai cantagirini. Giunta nelle contegnose valli vicentine, la carovana fu salutata da un cartello che diceva: « Claudio Villa eterno sei - come la polenta con. i osei! ». Questo attestato di benemerenza ha confortato l'antico re della canzone che nella sua cavalcata per l'Italia ha raccolto applausi, si, ma anche fischi, uova, un pomodoro, una pietra, scritte e grida ostili. Stamattina, poco dopo l'alba, Claudio Villa ha abbandonato il « Cantagiro », dalla cui finalissima del resto era stato escluso (la classifica lo vede terzultimo) dopo aver lungamente tenuto il fanalino amptrcpmcdspratogdHbFfuiniocmtefesctimsreUGmtBtVsDsaelmTssdèsdi coda. Prima di andarsene i tda Recoaro, Claudio Villa mi ha riassunto le sue impressioni. « Lo sa perché mi fischiano? Perché io sono qualcuno. Anche Caruso, anche Tamagno conobbero i fischi della platea! ». « Non ha l'impressione. Villa, che fischiando lei fischiano, in qualche modo, un'immagine del passato? ». « Ahò, ma lei vuole scherzare? Su mille persone che mi mdilatltvg ascoltano, trecento fischiano, ma le altre settecento mi applaudono. E io, per questi recento che fischiano dovrei cedere, dovrei dire che sono passato? Ma allora che democrazia è questa? ». « Si dà il caso, signor Villa, che anche le giurie le han dato pochi voti. Pare che il suo modo di cantare sia superato! ». « Ma che giurie sono? Tutti ragazzini che mi danno il voto contro, perché così si sfogano contro il padre, la madre, il professore di scuola! Han voglia! Ci vuol altro per buttar giù questo baluardo. Finché c'è la garganta che funziona, Claudio Villa resta n scena. Ai fischi dei pochi, io rispondo cantando. Altro che passato! Mi vorrebbero mettere sulla poltrona a rotelle ma io ho una salute di ferro! Vendo seicentomila dischi all'anno. Perché dovrei ritirarmi? ». « Vede, signor Villa, il fatto è più complesso. Lei avrà sentito parlare della contestazione globale? Bene: nel quadro, o meglio nel globo di questa contestazione, anche lei ha una funzione, un ruolo, mi spiego? Perciò, fischiano in lei il simbolo, non la garganta. Capito? ». « E io le rispondo che è un fenomeno di cattivo gusto che mi sdegna. Quando mai s'è visto un artista che invece di essere rispettato perché ha saputo tener duro e superare tante mode viene preso a sassate perché, dicono, è un matusa. Ma che matusa e matusa. Voglio vederli, lo, questi contestatori globali, come lei dice, quando avranno la mia età. Saranno tutti da mettere all'ospizio. Ma che è 'sta novità: non appena gli spunta un capello bianco uno deve scomparire? Io il mio nome me lo sono fatto in palcosce¬ nico. Sono ventiquattr'anni che affronto il pubblico e combatto da solo la mia battaglia, cantando, e senza public relations men! Perciò, quando mi trovo davanti questi contestatori prendo il mitra e sparo. Il mio mitra, scriva, scriva, è questo! ». Con la mano si segna l'ugola. Toccato e graffiato dalle manifestazioni del dissenso che ha incontrato un po' dappertutto in Italia, Claudio Villa ha reagito con vigore e con dignità. «Io non sono la Fiat targa numero uno che debba essere messa al museo dell'automobile. Finirò anch'io quando non potrò più cantare, mi darò alla caccia, alla pesca, alla fotografia. Ma c'è tempo; ho quarantadue anni. E che dovrebbero fare, allora Perry Como che potrebb'essere mi' nonno, o Frank Sinatra che anche lui è per i sessant'anni? Mi ritirerò, ma bisogna aver pazien¬ za. Anche dieci anni fa mi davano per spacciato. Vuol sapere perché mi fischiano? Perché ho vinto, perché ho vinto troppo, perché continuo a vincere. E' questo il Claudio Villa che vorrebbero mettere in naftalina? Bene, io rispondo che Claudio Villa nella naftalina ci andrà quando vorrà lui. Per ora, qui sono e qui resto ». « Veramente ora sta partendo... ». « Sì, vado a Napoli, a rifarmi il sangue. In questo Cantagiro ho visto stupende immagini di folla che mi applaudiva; io alla folla ho dato il cuore, i polmoni, tutto me stesso. Non importa se pochi maleducati queste cose non le capiscono. Il popolo mi ama, mi dà il suo affetto, e questo mi conforta. A questo popolo bisogna far sapere che Claudio Villa non abbandona! ». Gigi Ghirotti Caterina Caselli, durante le prove del «Cantagiro» (Tel.)