Nasser oggi a Mosca per importanti colloqui

Nasser oggi a Mosca per importanti colloqui Si cerca una so/uz/one negoziata per il Medio Oriente Nasser oggi a Mosca per importanti colloqui Russia e America sembrano disposte ad esercitare di « comune accordo » la loro influenza sulle parti per raggiungere la pace L'Urss ha proposto il blocco degli aiuti militari in tutto il Medio Oriente, se gli israeliani si ritireranno dai territori occupati (Nostro servizio particolare) Beirut, 3 luglio. Il presidente egiziano Nasser partirà domani per Mosca. Il viaggio avviene in un momento in cui vari segni sembrano indicare che le grandi potenze possono esser pronte ancora una volta ad esercitare la loro influenza in modo costruttivo sull'arduo problema del Medio Oriente. Nell'anno seguito al « vertice » di Glassboro, questa parte del mondo ha risentito poco dei particolari rapporti che furono là stabiliti, non si sono visti progressi: pure, nelle ultime settimane, taluni fatti inducono a ritenere che il ghiaccio si stia spezzando. Detto questo, è opportuno aggiungere che i sintomi sono lievi, e che se anche fossero più consistenti non v'è comunque la certezza che l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti possano di concerto imporre una soluzione. Nondimeno un accordo non è possibile se Mosca e Washington non spingono nella stessa direzione: la decisione di Johnson, di ritirarsi a gennaio, potrebbe fornire la occasione per tale unità di intenti. Deriva di qui l'interesse per il progressivo migliorare delle relazioni tra l'Egitto e l'America, una schiarita che porterà ora al Cairo una serie di autorevoli visitatori da Washington e New York, e che ha già provocato un ottimistico commento sul quotidiano nasseriano Al Ahram. Ci si attende molto, al Cairo, dalle successive visite di McGeorge Bundy, ex consigliere presidenziale per gli Affari Esteri e presidente della fondazione Ford; di Robert McNamara, ex ministro della Difesa e adesso presidente della Banca Mondiale; di Eugene Rostow, alto funzionario del Dipartimento di Stato. Bundy ha lasciato la capitale egiziana oggi, senza tuttavia incontrarsi con Nasser; McNamara sarà al Cairo quando il presidente tornerà da Mosca e Belgrado, e Rostow verrà alla metà di luglio, recandosi anche in Israele. Sonò visite comprovanti un significativo disgelo che potrebbe anche sfo ciare nella ripresa delle relazioni diplomatiche: e co incidono con una nuova intensa attività di Gunnar Jarring, il mediatore dell'Onu, il quale ha conferito in Europa con i ministri degli Esteri israeliano ed egizia no, e s'è recato a Mosca, sia pure ufficialmente in vacanza. Dall'Unione Sovietica è venuto ora il suggerimento che la corsa agli armamenti nel Medio Oriente potrebbe esser limitata a condizione che Israele si ritirasse dai territori occupati lo scorso anno; e la Russia ha rinnovato il suo appoggio alla risoluzione del 22 novembre al Consiglio di Sicurezza, dalla quale prese l'avvio la missio ne Jarring. In questo quadro rientra l'asserzione di Mahmoud Riad, il ministro degli Esteri egiziano, che il suo governo non si opporrebbe al ripristino delle forze d'emergenza dell'Onu, qualora fosse necessario per l'applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Inoltre si apprende che una nave draga soviet! ca, adatta allo sgombero del Canale di Suez, ha passato il Bosforo diretta ad Alessandria. Il tentativo sovietico di agganciare la situazione del Medio Oriente al nuovo corso russo-americano sul di sarmo si propone ovviamente di indurre Washington a fare pressioni su Israele. Sugli argomenti che sa ranno discussi a Mosca circolano molte ipotesi: si può comunque dar per scontato che si parlerà delle dimen sioni dell'aiuto militare sovietico, del ruolo dei tecnici russi in Egitto, e, forse, dei nuovi esperimenti di Nasser con l'Unione socialista araba. V'è anche un nuo vo progetto: si affiderebbe all'Egitto la costruzione di navi per la Russia nei cantieri di Alessr- '-*-\. Qualche osservatore ritiene che Nasser solleciterà i russi ad un ultimo sforzo per una soluzione politica della crisi: e se questo fai lira, ad armare senza esita zione gli arabi per un nuovo conflitto. Alla seconda proposta, è verosimile che Mosca non darà seguito, soprattutto se i contatti con gli americani sul disarmo procederanno bene. Nicholas Herbert Copyright di « The Times » e per l'Italia de «La Stampa»