Fede ed inquietudini dei cattolici olandesi di Guido Piovene

Fede ed inquietudini dei cattolici olandesi IL «NUOVO CATECHISMO» Fede ed inquietudini dei cattolici olandesi Amsterdam, luglio. Il « Nuovo Catechismo » olandese, dedicato agli adulti, non una raccolta di formule, di domande e risposte da imparare a memoria, ma una diffusa esposizione (500 - 600 pagine) della fede cattolica, e anche « un fatto rivelatore dell'ambiente umano dal quale ha preso vita »; questo vuol dire che il contatto con la vita olandese fa comprendere meglio come si sia formato. Del resto, una premessa del « Nuovo Catechismo » è la importanza delle Chiese locali, diverse per ambiente, cultura, storia. Il coro delle Chiese locali, differenziate, ma unite nella verità di fondo, forma la Chiesa cattolica universale. Sull'ambiente olandese, dal quale è nato un libro tanto caldo e discusso, non ha molto da dire chi non ha avuto modo di penetrarvi bene addentro. Bisogna affidarsi alle relazioni di chi vi è stato a lungo mettendo insieme un gran numero di testimonianze. In Italia si ha il libro di Luigi Rosadoni, I cattolici olandesi, recentemente edito da Gribaudi. In Olanda la discussione religiosa, e teologica nel senso stretto, è pubblica e popolare, non soltanto nel clero, ma anche nella maggioranza dei laici. Tutti i laici sono ritenuti « interlocutori validi ». Le chiese restano affollate. Più che un'autorità sovrastante i fedeli, il prete diventa così un esponente del pensiero e del sentimento del gruppo col quale vive in comunione. Alla fede si chiede soprattutto di essere un sentimento esistenziale, personalizzato in ognuno, di comunione con il prossimo e con il Cristo; essa deve rispondere ai bisogni dell'uomo d'oggi, che sono altri da quelli dell'uomo di ieri. Ne deriva una ebollizione d'idee, e una varietà' di espressioni liturgiche, alcune delle quali prendono anche aspetti eccentrici e abnormi; ma chi le vive, per il fatto di viverle con intensità e buona fede, ritenendo che il modo di raffigurare la fede sia perpetuamente in fieri, accetta anche di assumere posizioni rischiose, provvisorie e incomplete. Il «Nuovo Catechismo» rivela quest'ambiente caldo, ma non certo in modo passivo, anzi cercando di portarvi una norma e di incanalarne lo slancio in un'ortodossia alla quale però ripugna ogni condanna perentoria. Non è il caso di raccontare la lunga gestione del «Nuovo Catechismo », che cominciò prima del Concilio Ecumenico e del pontificato di Papa Giovanni, ma che prese da essi un impulso risolutivo. Il * Nuovo Catechismo » fu elaborato, per incarico dell'episcopato olandese, dall'Istituto catechetico superiore di Nimega; gradualmente, per introdurre nelle consultazioni il più gran numero possibile di persone; vi collaborarono infatti alcune centinaia di teologi e di esegeti, psicologi, sociologi, e furono interrogate sulle bozze del testo, ricevendone circa diecimila risposte, persone meno nettamente qualificate. Il libro uscì nell'ottobre del 1966, con Ylmprimaiur del primate d'Olanda cardinale Bernard Alfrink, che lo approvò senza riserve. Subito cominciarono le controversie. Mondadori ha pubblicato in questi giorni, in una edizione economica, Il dossier del Catechismo olandese, ossia gli « scritti, documenti e interventi ufficiali » che si riferiscono ad esso. I principali sono una risposta dell'episcopato olandese a un duro attacco del cardinale Ottaviani, una lettera di Paolo VI che chiede alcuni chiarimenti, e gli esposti delle due parti sui punti controversi in una discussione tenutasi Panna scorso presso Varese, alla Gazzada, fra tre teologi olandesi e tre teologi delegati dal Vaticano. Il Vaticano giudicava errati o ambiguamente esposti 14 punti maggiori e 45 minori. Le due parti non si accordarono, e ciascuno mantenne interamente le sue posizioni iniziali. I diritti per la traduzione italiana del « Nuovo Catechismo » appartengono ad una casa editrice di stretta osservanza, la quale, da quanto mi dicono, attende (per darlo alle stampe che gli olandesi facciano le correzioni chieste dalle autorità romane. Ma il libro è un best seller in altri paesi come gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Francia, la Germania, perfino il Portogallo; e infatti ho qui sul mio, tavolo l'edizione inglese. Il « Dossier » pubblicato da Mondadori è di un alto interesse, e riesce a far intendere molto del « Nuovo Catechismo » attraverso la specola dei punti dibattuti. Ci si chiede però quale senso abbia ormai non pubblicare' per intero l'oggetto della discussione, giacché il conoscere soltanto proposizioni avulse e astratte può portare a giudizi falsi. Per la stessa ragione, toccare di sfuggita qualche affermazione di un libro così meditato e vissuto genera solo confusione; o parlarne in mòdo esauriente, o è meglio non parlarne affatto. Uno dei suoi principi è la qualità dinamica della Rivelazione, che non è tutta negli inizi, ma avviene e progredisce attraverso i tempi. Un altro è nell'accentuazione dell'aspetto comunitario della fede e dei sacramenti (« Anche la coscienza non può essere considerata come qualcosa d'individuale, ma sempre nel contesto della comunità in cui si vive »). La fede deve corrispondere alle esperienze e alle esigenze quotidiane di ognuno; ne consegue la necessità di liberare, il campo di ciò che pone una barriera tra la fede e la coscienza d'oggi, cioè le figurazioni intellettuali dipendenti da altri contesti culturali. Ogni discorso sulla fede deve essere innestato nel proprio ambiente storico. Esistono le verità assolute, ma non le possediamo mai in maniera assoluta; tutti i dogmi conservano tutta la loro verità, ma varia il nostro modo di rappresentarla; il nostro, per esempio, non può più essere lo stesso, di quando i concetti di « storia », « natura », « anima » « persona », « coscienza », erano differenti da quello che sono per noi. Di qui, i punti controversi, sui quali non voglio fermarmi: tra i molti, la verginità di Maria (se dev'essere interpretata in senso biologico, sempre rimanendo vera), l'Eucarestia (se il pane subisca un cambiamento fisico), la sopravvivenza (se sia una separazione dell'anima dal corpo o una misteriosa forma di resurrezione immediata), il peccato originale (se si compia all'origine, o invece consista nel nascere in una umanità già condizionata dal male), il senso stesso del peccato individuale. L'infallibilità del Papa è vera, ma il Concilio Vaticano I si è interrotto senza sviluppare la seconda faccia del dogma. Non si tratta di un'infallibilità a sé stante e di una singola persona, .ma da inserire in quella dell'episcopato mondiale, essa stessa basata su quella della intera comunità dei credenti, da cui proviene un'ispirazione infallibile che il Papa chiarisce e sancisce. La mia esperienza personale in Olanda si è limitata all'incontro con un teologo, però molto istruttiva. Dell'ortodossia totale del «Nuovo Catechismo », basata sullo studio delle Sacre Scritture, egli era pienamente certo. Ogni idea di eresia o di scisma rispetto a Roma gli sembrava un assurdo; eresia e scisma sono oramai anacronismi nel nuovo indirizzo ecumenico; e strano poterne parlare oggi che tanti pensatori cattolici dimostrano che Lutero non doveva considerarsi eretico. Il punto di partenza, anche per il teologo con cui parlo, è la storicità non delle « verità » di fede, che conservano il loro valore trascendente, ma del modo di rappresentarle: esso è legato ad un contesto culturale e scientifico che muta con i temni: ignorarlo significa respin«fT dalla relicione l'uomo. Parlando col teologo ho ricordato un passo, nel anale i 'eologi difensori del « Nuovo Catechismo » affermano « di iverne escluso il più fingibile 'f fiue'tioni filosofiche » Ho domandato spiegazione. Mi ha risposto indirettamente parlan¬ domi della sua esperienza. Egli crede, mi dice, in tutti i dogmi della religione cattolica, nessuno eccettuato, perché li vive con certezza; crede nella sopravvivenza che è il cardine della religione; ma che io non gli chieda come e perché questo avvenga, perché non avrebbe risposta. Il teologo è certo, ma il filosofo non ha argomenti. L'insistere sulle prove razionali, mi dice, non può che allontanare gli uomini dalla fede, perché presto rivelano la loro inconsistenza; mentre la fede, ih quelli che la possiedono, è verità vissuta, che si alimenta e conferma da sé. Probabilmente uno dei fini, e forse il principale, del « Nuovo Catechismo », è quello di ricondurre la fede all'esperienza di se stessa, esistenziale e mistica, esentandola dai pericoli di stabili legami con Qualsiasi filosofia.' . , Guido Piovene

Persone citate: Bernard Alfrink, Gribaudi, Luigi Rosadoni, Lutero, Ottaviani, Paolo Vi, Papa Giovanni