Tito agli studenti: «Avrete le riforme, oppure mi dimetterò»

Tito agli studenti: «Avrete le riforme, oppure mi dimetterò» Tito agli studenti: «Avrete le riforme, oppure mi dimetterò» Il Presidente jugoslavo alla tv: « lo stesso in passato avevo sollevato le vostre questioni. Mi adoprerò a fondo per le soluzioni. Se non ci riuscirò, non resterò al mio posto» Nostro -iùrvtsio particolare Belgrado, lunedì mattina. Il presidente Tito è intervenuto ieri direttamente sulla questione degli studenti universitari jugoslavi, in agitazione da sei giorni, e ha promesso un'ampia serie di riforme e l'accoglimento delle richieste giustificate del movimento studentesco. Egli ha affermato che, se non dovesse riuscire ad attuare il piano di riforme, darebbe le dimissioni da Capo dello Stato e da leader del partito comunista jugoslavo. Nel discorso, trasmesso dalla radio e dalla televisione, Tito ha affermato che la riI volta studentesca è motivata in parte da cause che egli stesso ha sovente sollevato in passato, e che non sono state ancora affrontate. «Questa volta — ha concluso il maresciallo — io prometto agli studenti che mi adopererò a fondo per arrivare alle soluzioni, e gli studenti mi debbono aiutare in questa impresa. Se non sarò in grado di risolvere questi problemi, allora non rimarrò al mio posto ». Non sono ancora note le reazioni degli studenti, ma è da prevedere che la presa di posizione comprensiva del Presidente avrà positive ripercussioni. Non possiamo riferire quindi, ora, che fatti precedenti al discorso di Ti- to. Fra questi, quello che gli studenti della facoltà di filosofia dell'università belgradese non hanno aderito all'intesa intervenuta sabato tra i comitati d'azione universitari, il consiglio direttivo dell'ateneo e gli esponenti della Repubblica federata serba per la ripresa della normale attività accademica (che è sospesa da lunedì scorso dopo i sanguinosi incidenti Con tale intesa i rappresentanti del potere, nelle persone del presidente del Parlamento della Serbia, Milos Minic e del segretario del comitato centrale della Lega dei comunisti serbi, Stevan Doronski, avevano accolto tutte le rivendicazioni degli studenti, non solo quelle inerenti alla riforma universitaria ed alle provvidenze in favore dei giovani, ma anche le richieste di carattere politico, economico e sociale: In precedenza gli esponenti del regime si erano impegnati altresì a dare seguito ad altre richieste dei giovani, richieste che erano state indicate in quattro punti: sgombero delle forze di polizia schierate in prossimità degli edifici universitari, rilascio di tutti gli studenti arrestati durante le dimostrazioni (le autorità negano recisamente che vi siano ancora persone fermate in relazione ai moti studenteschi); formali assicurazioni che nessuno studente avrebbe subito « rappresaglie » per aver preso parte ai moti; sollecita pubblicazione dei risultati cui è pervenuta la commis¬ sione di inchiesta nominata allo scopo di indagare sul « brutale comportamento della polizia» e denuncia dei responsabili; garanzie perché gli organi di informazione riferiscano « in maniera ■■'■ettiva» sugli avvenimenti Gli studenti della facoltà di filosofia, riuniti in assemblea, giudicando «insufficienti » queste misure, hanno affermato (con 566 voti con' troll) «l'inderogàbile necessità delle immediate dimìs sioni del segretario federale agli Interni, di quello della Repubblica serba e del capo della polizia della capitale. (A. P.) ♦

Persone citate: Milos Minic, Stevan Doronski

Luoghi citati: Belgrado, Serbia