Tace a Mosca la voce del teatro del dissenso di Ennio Caretto

Tace a Mosca la voce del teatro del dissenso Finito il «disgelo» sulle scene sovietiche Tace a Mosca la voce del teatro del dissenso Mosca, lunedì mattina. Sul palcoscenico del « Maiala Bronnaia> di Mósca, il medico delle Tre sorelle di Cecov si muoveva al suono del charleston. Dietro di lui, un immenso divano era l'elemento dominante della scena e insieme la chiave dell'interpretazione. La produzione moscovita delle Tre sorelle, infatti, differiva completamente da tutte quelle viste in cinquantanni di storia sovietica. Non era, come avrebbe voluto la cultura ufficiale, la satira di cuna intellighentzia > che, scoperto il vuoto della propria vita, cerca nuovi ideali ». Era invece una storia di «cupo pessimismo e cieca rinuncia ». H divano; sconfinato, agghiacciante, rappresentava l'estremo rifugio di una classe sconfitta. Su di esso, le Tre sorelle cercavano invano scampo dalla loro alienazione. La messinscena delle, Tre sorelle era di Anatoly Efros, uno dei registi più giovani e più anticonformisti di Mosca. Nel maggio del '67, Efros era stato privato della direzione del teatro « Komsomol » per aver ignorato i richiami della censura sulla messa in scena di Molière di Bulgakov. Molière è in sé un dramma controverso: nella morte del commediografo francese amareggiato dai cortigiani di Luigi XIV, Bulgakov aveva raffigurato la propria morte artistica per mano di Stalin. Efros gli aveva dato un significato ancor più ampio: il soffocamento dell'artista da parte del dogma ideologico. Dopo severi ammonimenti, egli era stato trasferito per ciò al « Malaia Bronnaia ». . Oggi, i drammi di Efros sono stati tolti dal cartello, e il giovane regista rimarrà disoccupato alla scadenza del contratto. Il teatro di protesta, da lui impersonato, a poco a poco viene messo a tacere. La settimana scorsa si è avuto un altro esempio: il ministero della Cultura ha proibito le rappresentazioni di Un posto lucroso, una commedia di Ostrovskij del 1857, che il direttore del teatro « Satira » aveva reso di scottante attualità. Un posto lucroso è una denuncia aperta deH'anti-intelIetnullismo e della burocrazia, vi vi tanto al tempo degli zar quanto sotto il regime comu'nista. Un servile funzionario così si sfogava davanti al pubblico divertito: «/« che ter» pi vìviamo, che cosa succede, come si può vivere a questo mondo? I giovani incominciano a risponderci. E chi si credono di essere per aprire la bocca? A che titolo si permettono di discutere con noi? Sono dei buoni a nulla. Basta soffiargli addosso e scompariranno ». E ancora: « Non mi piacciono soprattutto quelli istruiti. Con loro io sono molto esigente. Sognano troppo ad occhi aperti, lo non credo a certi pregiudizi, l'istruzione non può fare della terra una stella. Quésti giovani sono cóme tutti gli altri. E' mia norma sottoporli ad intense pressioni ». In pochi mesi, l'atmosfera del teatro sovietico è cambiata L'anno scorso esso aveva vissuto una meravigliosa fioritura. Erano state messe in scena due satire di Maiakovski, // bagno e La cimice, coraggiose denunce dello stato burocratico e di polizia, e ben tre lavori di Bulgakov, oltre Molière, La fuga, l giorni dei Turbin e Ivan Vasilievic. Si erano rischiati interessanti esperimenti: Simonov che aveva ridotto per il palcoscenico L'armata a cavallo di Babel, e Lubimov che aveva adattato il celebre libro di John Reed Dieci giorni che sconvolsero il mondo, secondo una tecnica di quadri e « sketches » di riviste C'era, sia tra gli autori sia tra i registi, la coscienza di un grande lavoro da fare. Tra i primi, Zorin raccontava nelle Melodie di Varsavia la storia di un amore proibito dalle leggi sovietiche, denunciando il culto della carriera impegnata; e Radzinsky si rivolgeva alla vita quotidiana con la storia di una giovane troppo dedita all'amore, morta dopo aver ceduto alle facili sollecitazioni della dolce vita. Tra i registi, insieme con Efros, gareggiavano l'eccentrico Lubimov ed Efremov. Lubimov, con / vivi e i morti, raccoglieva le più belle poesie di guerra e del dissenso, da Pasternak a Okugiavs, e Fremov, appassionato degli autori moderni inglesi, si proponeva anche di presentare a teatro un dramma di Solzhenitzin A questa primavera del teatro in Urss non è seguita la tanto attesa estate. Si potrebbe dire piuttosto che negli ultimi mesi è cominciato un grigio autunno. Il richiamo di Breznev alla disciplina di ferro del partito in materia culturale, pesa sulle scene mo^ scovite. E' più opportuno pre¬ sentare oggi Una tavola rotonda ad angoli del poeta ufficiale del regime Michalkov, che esalta le battaglie della polizia segreta contro lo spionaggio occidentale; oppure rifugiarsi nei temi fissi della rivoluzione, o in quelli relativamente nuovi della diplomazia. // diplomatico,, ad esempio, è dedicato a Litvinov, che prima di divenire ministro degli Esteri svolse delicate missioni a Londra e altrove; L'ambasciatore straordinario ad Alessandra Kollontai, fautrice del libero amore, fumatrice di pipa e bevitrice di vodka di rettamente dal samovar, poi inviata da Stalin come ambasciatrice in Norvegia, Messico e Svezia. Al teatro del dissenso non è rimasto che aspettare. Esso sa che da Stalin ad oggi la storia del disgelo è stata un continuo alternarsi di alti e bassi. Ennio Caretto

Luoghi citati: Londra, Messico, Mosca, Norvegia, Svezia, Varsavia