Quando una donna diventa banchiere di Sandro Volta

Quando una donna diventa banchiere Rievocata una drammatica vicenda degli «anni Venti* Quando una donna diventa banchiere Un libro amaro e avvincente riporta d'attualità il caso di Marthe Hanau Dal 1925 al '28 fu la figura più in vista di Parigi, realizzò in Borsa una immensa fortuna, mise in pericolo il governo - Poi, improvviso, il crollo Morì suicida, in carcere, lasciando un biglietto: « Ho nausea del denaro» (Dal nostro corrispondente) Parigi, giugno. Qualche minuto prima di mezzogiorno, il 25 marzo 1925, un ometto con una gran barba nera, che portava un impermeabile color mastice e una lobbia grigia calata sugli occhi, sali a passo svelto la gradinata della Borsa di Parigi. Vi entrò proprio nel momento in cui la campana batteva un colpo e, a quel segnale, tutti i presenti, che fino allora erano rimasti tranquilli, si misero in agitazione. Compre e vendite venivano gridate da un estremo all'altro della sala, mentre su una grandie lavagna le quotazioni variavano vertiginosamente. L'ometto si fece largo attraverso la calca, raggiunse il proprio agente di cambio e gli sussurrò qualche parola. Poi, inosservato com'era entrato, ritornò all'aperto. Subito dopo, nella toilette di un caffè, si levò la barba, i pantaloni e tutto il resto e si rimise le sue vesti femminili. Era, infatti, una donna, la signora Marthe Hanau, che aveva preso quel travestimento per poter entrare nella Borsa, vietata alle persone del suo sesso. Quella mattina, la massaggiatrice le aveva detto che da una sua cliente, moglie di uno degli avvocati della Compagnia del Canale di Suez, aveva saputo che la Compagnia aveva vinto il processo contro i portatori delle sue obbligazioni, i quali avevano reclamato il rimborso in oro. Bisognava dunque passare gli ordini al proprio agente prima che la notizia venisse pubblicata nei giornali del pomeriggio e, per raggiungerlo, Marthe era ricorsa a quello stratagemma Da questo pittoresco episodio ha inizio una delle più straordinarie avventure degli anni folli. Un'avventura che dette la partenza ad una serie di scandali a catena: mise in pericolo il governo della Repubblica, costò la carriera a uomini politici di primo piano e, a più riprese, i giornali di tutto il mondo dovettero dedicargli la prima pagina. Oggi che il nome di Marthe Hanau suscita soltanto un vago ricordo nelle persone anziane, uno scrittore ha voluto rievocare le vicende della sua vita in un libro che non è soltanto una documentatissima cronaca retrospettiva, ma un appassionante documento umano: Dominique Desanti, La banquière des années folles, Fayard editore, 1968. Marthe era nata il 1" gennaio 1886 in una famiglia di mereiai che aveva un piccolo negozio alla periferia di Parigi. Per sottrarsi a quell'ambiente mediocre, si era sposata molto giovane con un povero diavolo più anziano di lei, il quale aveva sempre vissuto di espedienti. Lasciò che in poco tempo le finisse i centomila franchi di dote, poi divorziò, pur mantenendolo associato ai suoi affari. La carriera di Marthe Hanau nell'alta finanza fu d'una rapidità incredibile. Come punto di partenza aveva fondato un Groupement technique de gérance flnancière, per gestire i capitali dei piccoli risparmiatori: i clienti le affidavano i loro risparmi per un tempo limitato a un interesse molto forte, senza chiedere l'indicazione dei valori sui quali la banchiera speculava. Il suo principio era: le grandi banche prendono il denaro in deposito all'I per cento e lo danno in prestito all'8 per cento; nell'enorme scarto fra queste due percentuali c'è un sicuro margine di possibilità. Il gioco in Borsa, condotto con sorprendente lucidità, le procurò guadagni enormi. La sua era, però, ancora una impresa a carattere artigianale finché, nel marzo 1925, le affiancò La Gazette du frane, un giornale che aveva come motto: « La Francia è stata vittoriosa, perché il franco dovrebbe essere vinto?». Fin dai primi numeri La Gazette, che oltre che ai problemi finanziari dedicava ampio spazio alle cronache artistiche e letterarie, ebbe collaboratori illustri: Pierre Benoit, Paul Morand, Maurice Dekobra. Ma era soprattutto un ideale di patriottismo finanziario che Marthe Hanau sosteneva nel suo giornale: la soluzioni della lotta di classe attraverso la abbondanza generalizzata. Aveva fiducia nel progresso per risolvere l'angoscioso problema sociale; credeva nella democratizzazione della speculazione finanziaria, ossia che la Borsa alla portata di tutti facesse parte del progresso. Sono passati più di 40 anni ed è difficile capire oggi come queste idee potessero avere tanto successo. Per capirlo, bisogna tener conto del clima particolare degli « anni folli », gli anni del jazz, del cinema americano, delle automobili da corsa, dello sviluppo degli aerei, delle compere a rate. In quel clima, fino al 1928, Marthe Hanau fu al centro della vita parigina. Pranzava al Ritz con le duchesse, superstiti del mondo di Marcel Proust, con i ministri, con gli scrittori più noti. La sua Banca, che continuava a dare utili fortissimi ai propri clienti, sottraeva denaro fresco alle grandi banche, provocando contro di lei una coalizione d'interessi potentissimi. Nel giugno 1928, un rapporto della polizia attribuiva a Marthe Hanau il progetto di « un quotidiano politico che si farà il campione di un'intesa franco-tedesca in armonia con la politica di Locamo ». Era la politica di Briand che la donna si preparava a sostenere, in contrasto con quella di Poincaré, allora presidente ' del Consiglio, e i nemici di Marthe ottennero così il pieno appoggio del governo. Una campagna contro di lei venne condotta dai giornali di destra, che, tuttavia, non riuscì a scuotere la solidità della Banca! Nondimeno, all'alba del 4 dicembre 1928, benché nessuna denunzia fosse stata presentata contro di lei, Marthe Hanau venne arrestata e rinchiusa nella prigione di Saint-Lazare. Il suo potere era durato appena tre anni. Non meno emozionanti furono le vicende degli ultimi anni della sua vita, trascorsi fra il carcere e la libertà provvisoria. Sono quelle di un'eccezionale lottatrice che vuole la rivincita ad ogni co sto, ma, alla fine, Marthe Hanau dovette cedere. Il 13 luglio 1935 fu trovata morta nella cella della prigione di Fresnes, con un tubetto di Veronal vuoto vicino al letto. Su un foglietto aveva scritto: « Il solo strumento moderno efficace è il denaro, il denaro, il denaro. Ho la nausea del denaro, di questo denaro che mi ha schiacciata. Ho il disgusto di non ot-1 tenerne altro, alla fine, se non l'impotenza ». Sandro Volta

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