Rusk a Bonn assicura pieno appoggio per Berlino di Tito Sansa

Rusk a Bonn assicura pieno appoggio per Berlino Visita - lampo di quattro om*g Rusk a Bonn assicura pieno appoggio per Berlino Il segretario di Stato americano (dopo colloqui con Kiesinger e Brandt) dichiara: «Noi e gli altri membri della Nato siamo decisi a garantire la libertà di accesso a Berlino» - I giornali tedeschi insoddisfatti delle promesse fatte dagli alleati al convegno di Reykjavik (Islanda) (Dal nostro corrispondente) Bonn, 26 giugno. Il segretario di Stato americano Dean Rusk, venuto oggi a Bonn per una visita-lampo di quattro ore, ha fatto la dichiarazione di solidarietà che la Germania Federale si aspettava, ribadendo il diritto del Ubero accesso a Berlino per i tedeschi e gli alleati e condannando le restrizioni al traffico imposte da Ulbricht. Ha definito le restrizioni « del tutto immotivate, un anacronismo e una minaccia, per sabotare la capacità vitale della città e per intimorirne la popolazione ». I tedeschi avrebbero gradito che Rusk condannasse Ulbricht e magari anche l'Unione Sovietica attraverso le stazioni della radio e della televisione. Il ministro degli Esteri americano ha preferito leggere una breve dichiarazione ai giornalisti, nella sala da pranzo della Cancelleria, al tenriine di un colloquio con il cancelliere Kiesinger, il rninistro degli Esteri Brandt e il borgomastro di Berlino, Schuetz. La visita del segretario di Stato americano non ha portato a risultati pratici. Del resto era previsto che dovesse avere soltanto effetto psicologico. Rusk, nell'accogliere l'insistente invito a venire a Bonn (da Reykjavik, in Islanda, dove aveva partecipato alla conferenza primaverile dei ministri degli Esteri della Nato), ha voluto dimostrare la decisione degli Stati Uniti a non tollerare ulteriori misure dirette contro Berlino. Le sue dichiarazioni: « Noi e gli altri membri della Nato siamo decisi ad assicurare la libertà di Berlino e la libertà di accesso alla città » e « ogni limitazione di quest'accesso creerebbe una situazione seria » sono state un impegno e un monito diretto all'Unione Sovietica. Si spera a Bonn che Mosca, che tiene in mano le redini della Germania comunista, tenga a freno Ulbricht. D'altro canto, il segretario di Stato americano ha lasciato intendere che gli alleati non pensano, per ora, a rappresaglie contro le recenti misure di Ulbricht. Lo avevano o e e e a r . o i a o i l e a o e i a e a e i e a a o i o già scritto osservatori nella capitale islandese i quali avevano rilevato che, nonostante le parole dure usate a Rey- kjavik, gli alleati preferireb- '1bero ignorare le nuove minacce contro Berlino per non compromettere i loro sforzi per una distensione con i paesi del blocco orientale. La decisione del Consiglio atlantico di impegnarsi a tenere aperte le vie di Berlino e la visita del ministro degli Esteri americano a Bonn non hanno tuttavia soddisfatto i giornali tedeschi. Molti di essi criticano severamente l'atteggiamento degli alleati, facendosi portavoce del malcontento diffuso tra la popolazione. Il Bayern Kurier, il settimanale edito dal ministro delle Finanze Strauss (preconizzato come il Cancelliere degli anni '70), scrive che «Pankow ha concluso con successo il suo esperimento e può ora applicare il secondo giro dì vite concordato con Mosca ». Il settimanale straussiano afferma di avere appreso da fonte attendibile che lo strozzamento di Berlino prevede quattri nuovi passi: divieto di transito per chi ha che fare con le leggi per lo stato di emergenza, divieto di passaggio delle merci che possono in qualche modo servire all'armamento, difficoltà nei servizi postali e telefonici, passaggio del controllo dei « corridoi aerei » per Berlino dalle mani dei russi a quelle di Pankow. La Berliner Morgenpost scrive che il comunicato di Reykjavik « avrebbe potuto essere stilato a occhi chiusi con 24 ore di anticipo stando al Polo Nord o in un'isola del Pacifico », che è « bene educato, un esercizio quasi obbligatorio che sflora il problema di Berlino » e contiene (t belle parole, non fatti, lusinghe, nemmeno consolazioni ». Secondo il giornale, la Nato « gioca a moscacieca con Berlino », perché « non si tratta di mantenere aperto l'accesso a Berlino, bensì di riaprirlo ». Un altro giornale berlinese, il Tagesspiegel, è pure insoddisfatto per il comunicato di Reykjavik. Il quotidiano llllllIllllllllIlllIIIIIIIIIII11III(lllI^U11IllllllllllIII11 accusa il governo federale di debolezza verso gli alleati e di mancanza di iniziativa, per non essere riuscito a pro- ' Porre e a strappare un pia- 1 no di rappresaglie. Secondo diversi giornali tedeschi, i quali antepongono la questione dei pedaggi per Berlino alla distensione internazionale, la Nato ha dimostrato incapacità e ha « gettato sabbia negli occhi dell'opinione pubblica mondiale ». I tedeschi continuano a chiedere un « energico intervento » per Berlino, come si nota dalle lettere di cittadini pubblicate dai giornali. Ma Mosca — rivela la Bild Zeitung — starebbe preparando nuovi passi contro la Repubblica Federale e intende intervenire nella sua politica interna (come la Carta delle Nazioni Unite concede alle quattro potenze vincitrici fi¬ iiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiininiiiiiiiii no alla firma di un trattato di pace con la Germania). Secondo le informazioni delia Bild, Mosca vorrebbe discutere con americani, inglesi e francesi misure da prendere « nell'interesse della pace mondiale » contro le leggi per lo stato di emergenza e contro il partito neonazista. Tito Sansa *