Circondato dalle motovedette lo «Stato» al largo di Rimini

Circondato dalle motovedette lo «Stato» al largo di Rimini U«isola delle rose» occupata dalla polizia Circondato dalle motovedette lo «Stato» al largo di Rimini t La piattaforma metallica, di 400 metri quadrati, è stata affittata da quattro persone per un milione 350 mila lire l'anno - Queste hanno creato un consiglio dei ministri ed emesso francobolli (30 lire l'uno), la lingua ufficiale dovrebbe essere l'esperanto (Dal nostro corrispondente) Rimini, 26 giugno. Le forze di polizia italiana a bordo di motovedette, giunte da Ancona e Trieste, hanno rinforzato in giornata il blocco attorno alla cosiddetta «Isola delle rose » o « Instilo de la rozoj », costruita a 500 metri oltre la fascia delle acque territoriali italiane davanti a Rimini. La piattaforma è occupata da agenti di pubblica sicurezza, guardie di finanza e carabinieri. Oggi sono giunti nelle acque del lido riminese altre tre motovedette. Quando sono arrivati gli agenti sull'isola si trovava il signor Pietro Bernardini uno di coloro che l'hanno presa in affitto dall'ing. Giorgio Rosa per una cifra che sembra si aggiri sul milione e 350 mila lire annuali. (Gli altri tre affittuari sono Evandro Bartolini, anch'egli di Città di Castello, ed i coniugi riminesi Luciano Ciavatta e Gianfranca Serra). Sgomento il Bernardini ha chiesto: «Ma che cosa è'successo? Che cosa ho fatto? » «Che cosa volete?» ha ripetuto. Poi quando, gli è stata spiegata in qualche modo la situazione, così aggrovigliata e incerta, si è lamentato: «7 soldi dell'affìtto. Le cambiali che ho firmato. Chi pagherà adesso? ». Pietro Bernardini avrebbe dovuto fare il barista. La signora Ciavatta sarebbe stata l'ufficiale postale e avrebbe dovuto vendere i francobolli e timbrare le buste con il marchio annullatore in esperanto. Ma ora l'intervento della polizia e il blocco dell'isola hanno distrutto i sogni dei quattro soci. I lavori per costruire la « Isola delle rose » cominciarono nel 1964, con lo scopo di sperimentare una nuova tecnica di palificazione subacquea. Infatti essa poggia su nove piloni metallici. Su questi pilastri l'ing. Rosa innalzò una piattaforma quadrangolare di 20 metri di lato e 400 metri quadrati di superficie, ed eresse un piano, ora suddiviso in tanti locali, da adibirsi a bar, ristorante, ufficio bancario, ufficio postale, negozi. A questo punto nessuno più credette alla giustificazione delle « palificazioni spe¬ rimentali » e le autorità italiane cominciarono ad indagare. A che cosa serviva? Per stazione radio o tv privata, per casinò da gioco, per covo di contrabbandieri, per isolaspia? Ma tutto continuava a restare nell'ombra, finché nella notte fra mercoledì e giovedì scorso il signor Pietro Bernardini, di 39 anni, non cadde in mare mentre stava percorrendo il tragitto IsolaRìmini, rimanendo per otto ore in balìa delle onde. La mattina dopo fu salvato. Da questo fatto trapelò l'intera storia: l'Isola delle rose, si presentava come Stato autonomo, col nome di « Instilo de la Rozoj » e con la fisionomia giuridica di « liberto territorio », con una sua lingua ufficiale (l'esperanto), una sua bandiera (arancione con tre rose rosse in campo bianco), una moneta (i «mills»), un francobollo (che veniva posto in vendita a 300 lire il foglio da dieci francobolli). Inoltre aveva un consiglio dei ministri, composto di setteotto membri (tra cui quelli dell'interno, degli esteri, del turismo, del commercio con l'estero, delle finanze e del tesoro eccetera) e di un presidente. Il consiglio dei ministri dell'isola ha protestato presso il presidente Saragat. e. m. L'ingegner Giorgio Rosa, costruttore dell'Isola delle Rose (Telefoto Ansa)

Persone citate: Ciavatta, Evandro Bartolini, Giorgio Rosa, Luciano Ciavatta, Pietro Bernardini, Saragat

Luoghi citati: Ancona, Città Di Castello, Rimini, Trieste