A porte chiuse il processo per le «squillo» che rendevano circa un milione al giorno di Filiberto Dani
A porte chiuse il processo per le «squillo» che rendevano circa un milione al giorno E* cominciato ieri al Tribunale di Genova A porte chiuse il processo per le «squillo» che rendevano circa un milione al giorno Venticinque imputati, quasi tutte donne - La maggior parte deve rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione - Numerose minorenni nel «giro» -1 convegni con i facoltosi clienti - Oggi comincia l'interrogatorio delle accusate (Dal nostro corrispondente) Genova, 25 giugno. A porte chiuse è cominciato stamane, davanti alla quar ta sezione penale dei Tribunale, il processo alla cosidetta « Anonima squillo ». Venticinque gli imputati (ventidue donne e tre uomini) di cui dodici in stato di deten1 ■^^^^^^-jS^fiede lìbe. ro o contumaci. Le accuse vanno dal favoreggiamento e sfruttamento della prostitu zione, al solo favoreggiamento et .alla falsa testimonianza. Ecco i loro nomi: Olga I Valle, 55 anni; Adriana Spa-1 gno, 48 anni; Paola Lezzi, 38 anni; Angela Boschetti, 39 anni; Gianna Baldacci, . 21 anni; Cecilia e Gina Leo, di 48 e 42 anni; Dionira Bezoari, 541 anni; Fedora Ferrini, 38 anni; Rita Soddu, 20 anni; Rossana Leonelli, 46 anni: Giuseppe Vilona, 55 anni. Sono a piede libero o irreperibili: Giuseppe Serrao, 51 anni; Elisa Di Costanzo, 27 anni: Marcella De Filippi, 46 anni; Iolanda De Dominici, 54 anni; Matteo Tavaglione, 27 anni; Clara Marenco, 77 anni; Enrica Castellaro, 30 anni) Cesarina Corsi vedova Lezzi, 78 anni; Lodano Cristallini, 23 anni e Daniela Romano, 38 anni. Queste ultime due devono rispondere di falsa testimonianza. Per tre donne, costrette a letto da malattia, il tribunale ha disposto lo stralcio. Sono: Cesarina Drizzi, di 63 anni; Cecilia Florio, di 75 anni; Angela Tortiglia, di 76 anni. L'udienza odierna è stata occupata dalla lettura dei capi di imputazione fatta dal presidente dott. Gino Sgro e da alcuni incidenti procedurali sollevati dalla difesa relativi alle citazioni di rinvio a giudizio. Stando a quanto si è saputo, tali incìdenti sono stati risolti in aula e non c'è stato quindi bisogno che il Tribunale si ritirasse in camera di consìglio. Do mani comincerà l'interroga torio degli imputati i quali, stamane, hanno, per la maggior parte, respinto in blocco le accuse. Secondo i capi d'imputazione erano dodici le locatarie degli appartamenti che avevano dato vita ad una vera e propria « catena » di case d'appuntamento dove facoltosi clienti potevano soddisfare i loro inconfessabili desideri. In una delle case, infatti, i carabinieri hanno scoperto fori nei muri che permettevano ai clienti di osservare, non visti, quanto accadeva nella stanza attigua che ospitava le coppie. Sono stati anche sequestrati frustini, lacci e una quantità notevole di materiale pornografico: fotografie, libri e film che facevano da piccante « contorno » ai convegni. Le tariffe per gli incontri variavano dalle 15 mila alle 150 mila lire (il «giro d'aifari » sembra fosse di un milione al giorno). La cifra massima veniva richiesta per « sedute » del tutto particolari, cui partecipavano anche tre donne per volta. Le ragazze erano per la maggior parte minorenni. Del « giro » facevano parte in tutto una cinquantina di ragazze: studentesse, impiegate, estetiste, un'attrice di avanspettacolo; si incontravano con i maturi clienti disposti a pagare le tariffe piuttosto alte imposte per certe « prestazioni ». Gli appartamenti ospitali si trovavano in vari punti della città. Le « case » si scambiavano le ragazze con regolarità, sal¬ vo richieste urgenti o particolari. « Centro di smistameli to » (e punto di ritrovo delle « squillo ») era una boutique di via Rimassa n. 142 rosso, nel quartiere della Foce, dì proprietà di Paola Lezzi. Dal negozio si accedeva ad un va sto retrobottega, dove le ragazze stavano in attesa ri» « ordinazioni ». Il loro movi mento, tra l'altro, non potè va destare sospetti, dato che si trattava di una boutique. Al negozio giungevano le telefonate dei clietiti e dal ne gozio partivano le telefonate alle varie tenutarie per combinare incontri e appuntamen- I ti. « Ho un vestito da imbastire », «Ti mando un pacco». « Ho bisogno di una taglia piccola », erotto frasi ricorrenti nello speciale « codice » adottato dalle locatarie. Molto selezionata la clien tela: imprenditori, commercianti, professionisti e un at tore cinematografico straniero molto affezionato alla Riviera ligure (in una delle rio dici « case », ad esempio, i carabinieri sorpresero due av vocali e un prpfessore uni versitario). Le «squillo» per cepivano la metà della tariffa: per controllare la loro correi tezza, alcune tenutarie ave vano sistemato dei magneto foni sotto i letti delle camere riservate ai convegni. Veni vano così registrate su nastro le conversazioni con i clienti e questo allo scopo di evita re eventuali accordi privati che avrebbero diminuito le entrate. Le ragazze venivano reclu tate un po' dappertutto. Ecco, tra le tante, la storia di Franca. Aveva sedici anni quando, abbandonati genitori e studi, se ne anricj con i « capelloni ». Un giorno, alla spiaggia, incontrò una delle « signore ». Un discorso, un aperitivo, un appuntamento, un film, un amico e tanto denaro. Un giorno, però, Franca si ammala, una di quelle malattie contagiose che lasciano un segno incancellabile. Ma la « padrona » non vuole perde re questa ragazza, bella e af fascinante, che procura clienti e danaro: le tiene nascosto il male. Quando la malattia raggiunge la fase più acuta. Franca, debole e affaticata, va dal medico e apprende la terribile verità. Fugge dal « giro », si fa ricoverare in una clinica. Ora ha trovato lavoro in una ditta. - Il processo occuperà pareo chie udienze. Dovranno esse re sentite come testi 35 per sone. Filiberto Dani Le imputate Rossana Leonelli, da sinistra, Gianna Baldacci, Paola Lezzi e Rita Soddu all'arrivo in aula (Tel. Angela Boschetti in Tribunale a Genova (Tel.)
Luoghi citati: Genova
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