Il «no» del ministro Preti per 6 Cavalieri del Lavoro

Il «no» del ministro Preti per 6 Cavalieri del Lavoro Sono stati nominati il 2 giugno Il «no» del ministro Preti per 6 Cavalieri del Lavoro Non voleva che fossero insigniti, perché li riteneva evasori fiscali - Ma è prevalsa la decisione del ministro dell'Industria (Nostro servizio particolare) Roma, 21 giugno. Vivaci commenti ha suscitato la notizia che il ministro delle Finanze Preti aveva dato parere negativo alla designazione di 6 cavalieri del lavoro, insigniti il 2 giugno. A suo giudizio le loro dichiarazioni fiscali non li rendevano meritevoli di ricevere la più alta onorificenza italiana. Diversa è stata invece la decisione del ministero dell'Industria, al quale compete di indicare ogni anno i candidati al titolo. Quest'anno al ministero delle Finanze non è stato chiesto il parere per 3 cavalieri (Emilio Caprile, Vero Ciuffi e Alfonso Gaetani). Per altri 6 il parere è stato chiesto in ritardo e gli accertamenti delle Finanze sono ancora in corso. Per altri 6 il parere delle Finanze è stato negativo perché le loro dichiarazioni sono apparse inattendibili. Ad esempio Spartaco Sparaco (costruttore edile) nel 1964 dichiarò 37 milioni di reddito e il fisco ne accertò 424; nel 1965 ne dichiarò 35 e ne furono accertati 632; per i due anni seguenti gli accertamenti sono in corso, mentre sono stati dichiarati rispettivamente 49 e 40 milioni. Franco Rol (industria chimica): nel 1965 ha dichiarato 13,8 milioni e ne sono stati accertati 31,3; nel 1966 ha denunciato 1.432.000 e ha poi concordato 26 milioni; nel 1967 ha dichiarato 6,8 milioni, l'accertamento è in corso. Arnaldo Piccinini (industria elettronica): nel 1965 ha dichiarato 5,7 milioni concordati poi in .17; nel 1966 la sua dichiarazione è scesa a 1.224.000; nel 1967 ha dichiarato 11 milioni; per questi due anni gli accertamenti sono in corso. Giulio Locatela' (industria della ceramica): nel 1964 dichiarò, sempre per la complementare, 4,4 milioni concordati poi in 48,5; nel 1965 ne ha dichiarati 5,7 e ha concordato per 60; per i due anni successivi ha dichiarato 5,4 e 15 milioni, gli accertamenti sono in corso. Leonardo Castelli (industria edilizia): nel 1964 ha dichiarato 8,4 milioni elevati, in sede di accertamento, a 151; nel 1965 ha dichiarato 11 milioni e il Fisco ne ha accertati 158; nel 1966 ha denunciato un reddito negativo e nel 1967 ha denunciato 5,4 milioni, gli accertamenti sono in corso. Analoghe le posizioni di Vincenzo Galano. Vi sono viceversa 8 nominativi per i quali il ministero delle Finanze ha dato parere favorevole perché le loro dichiarazioni fiscali risultano sempre credibili. Si tratta di Pietro Barilla (industria alimentare), Luigi Bon (settore del credito), Vittorio Bonadè Bottino (industria meccanica), Aristide Coin (commercio), Luigi Crosti (industria chimica), Armando Di Mauro (industria grafica), Giovanni Fabbri (industria editoriale), Ruben Fienga (direttore generale delle Ferrovie), Enrico Jucker (industria tessile). g. m.

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