I limiti dell' uomo nel giudizio dei medici di Paolo Patruno

I limiti dell' uomo nel giudizio dei medici I limiti dell' uomo nel giudizio dei medici II prof. Margaria, direttore dell'Istituto di fisiologia umana di Milano, ritiene che a Città di Messico si arriverà a 9"8 - Il prof. Wyss, del Centro medicina dello sport, afferma: "Un centometrista sviluppa una potenza di 22-23 cavalli, in gara non respira" L'impresa realizzata ieri a Sacramento da Hines, Green e Ronnie Ray Smith che hanno infranto la « barriera » dei dieci secondi netti sui -100 metri è stata accolta soltanto con misurato stupore negli ambienti più qualificati della medicina sportiva. Wyss, direttore del Centro di medicina sportiva di Torino, ha dichiarato: « Dopo aver espresso una doverosa riserva sullo strumento con cui è stato calcolato il tempo degli atleti, non essendo noto se è stato usato un cronometro azionato da un giudice, oppure da uno strumento elettrico, devo dire che dal putito di vista biologico la differenza fra un tempo di 10"1 -10" - 9"9 è minima ». Il prof. Wyss ha cosi proseguito: « La prestazione dell'atleta sì può esaminare sot- d d à a to tre punti- di vista: sotto l'aspetto nervoso, in base ad un fattore tecnico, ed in funzione del rapporto tra gli attriti interni e lo sviluppo della massa muscolare. Il primo punto, quello nervoso, riguari da il tempo di reazione udìtivo-motrice allo sparo di partenza, tempo che è calcolato generalmente, per atleti di valore internazionale, in 10-15 centesimi di secondo. E' sufficiente quindi che per capacità propria, per una reazione " automatizzata " o per una migliore coincidenza di fasi in partenza un fuoriclasse riesca a scendere ulteriormente sotto questo lìmite, mettendosi in movimento 6-7 centesimi di secondo dopo aver percepito lo sparo. Se poi l'atleta riesce a trovare la giusta inclinazione di corsa in fase di accelerazione, raggiungendo subito la velocità massima costante, invece che a 28-30 metri dalla partenza come avviene generalmente, egli guadagnerà ancora qualche centesimo. Infine, fondamentale è il concetto della potenza in funzione della massa muscolare. Nei grandi atleti si son raggiunte le condizioni ottimali del rapporto tra gli attriti interni che i medici definiscono viscosità muscolare e lo sviluppo della massa muscolare stessa ». « Un atleta che percorra i cento metri in un tempo di circa dieci secondi sviluppa una potenza compresa fra i 22-23 cavalli, ma l'impegno respiratorio è praticamente nullo (in gara, infatti, non si respira) e l'impegno cardiocircolatorio è relativo. A fine gara si raggiunge una frequenza dì 140 di battito cardiaco, causato più dalla " carica " nervosa, dalla tensione che dalla fatica vera e propria. Nessuno può prevedere il limite che si potrà ottenere in questa gara, nella coincidenza, alle migliori condizioni, dei tre fattori che ho ricordato prima. A breve scadenza si può solo dire che a Città di Messico, ferma restando la concatenazione di elementi particolarmente favorevoli, il record potrebbe essere ulteriormente migliorato, considerata la maggior leggerezza del corpo, e la minore densità dell'aria causala dall'altitudine a cui è posta la capitale messicana ». | Il prof. Margaria, direttore dell'Istituto di fisiologia umana di Milano, in merito alla possibilità che questo primato venga ulteriormente abbassato, ha detto: « C'è un continuo miglioramento fisico negli atleti, una cura sempre più vigile per le condizioni bqlCrrgczst | della pista, una più profonda assistenza fisiologica, e tutti questi fattori rendono inevitabile, e. scadenza più o meno breve, uw miglioramento, dì questo record. E' stato calcolato scientificamente che a Città di Messico, grazie alla rarefazione dell'aria, nella gara dei cento metri si avrà un guadagno di un decimo di secondo. Nelle identiche condizioni, se questi tre atleti avessero corso a Città dì Messico, avrebbero realizzato un tempo di 9"S ». Paolo Patruno t

Persone citate: Green, Hines, Margaria, Ronnie Ray Smith, Wyss

Luoghi citati: Messico, Milano, Sacramento, Torino