Una tragedia romantica

Una tragedia romantica CRONACA TELEVISIVE Una tragedia romantica Stasera prima parte del «Don Carlos» di Schiller (la seconda andrà in onda giovedì) - Sul secondo canale il documentario «La pace perduta» - «Non cantare, spara» è ormai agli sgoccioli - Ieri la riesumazione del vecchio film «Don Camillo e l'onorevole Peppone» Dopo le prove nere, - per non dire catastrofiche, di «Un ballo in maschera » e di « Antony », il ciclo del teatro romantico tenta la riscossa stasera con il « Don Carlos » di Friedrich Schiller. Con il «Don Carlos» (da noi mal conosciuto e quasi esclusivamente attraverso il melodramma verdiano) siamo nel 1787, ossia agli albori del romanticismo tedesco. Schiller ha ventotto anni. Ha già scritto « I masnadieri », impetuoso conflitto tra il be¬ ne e il male, « La congiura dei Fieschi », sui pericoli del potere sfrenato, e « Amore e cabala », contro il cieco e perverso autoritarismo e i pregiudizi di casta. Ora, con il « Don Carlos », il poeta, prendendo spunto dalla stessa vicenda cui s'era ispirato Alfieri per il « Filippo », raffigura il violento contrasto tra le vessazioni della tirannide politica e religiosa (monarchia assoluta di Spagna e Inquisizione) e le esigenze della libertà. Anche se nella struttura della tragedia la storia d'amore — la disperata passione di Don Carlos, figlio di Filippo II, per la matrigna Elisabetta — ha una sua importanza, è soltanto un'importanza meccanica, ossia che riguarda l'azione e non la sostanza: la quale si concentra tutta nel duello ideologico tra il monarca e un amico di Carlos, il marchese di Posa, filosofo umanitario, che esprime con generosa eloquenza i pensieri e i sentimenti dell'autore. Il testo è ampio, lento, profondo, solenne. Quella che vedremo stasera è una edizione della Tv tedesca divisa in due parti (la seconda parte andrà in onda dopodomani, giovedì): la traduzione italiana — che ha trasformato i versi originali in prosa — è di Italo Alighiero Chiusano. Rileviamo che si tratta di un'edizione integrale e non di sintetiche riduzioni e rimanipolazioni com'era deplorevolmente avvenuto per i drammi di Lermontov e Dumas. * * Sul secondo canale, in alternativa al « Don Carlos », sarà trasmessa la quarta puntata di quell'ottimo documentario che è stato sino ad ora « La pace perduta », rievocazione per immagini, spesso inedite, delle tristi conseguenze della guerra 1914-'18. Seguirà, verso le 22 e 15, « Noi canzonieri », una rassegna di vecchi motivi di successo che per due volte ha funzionato bene: è un programma che non ha grandi pretese, ma che è svelto, garbato, con una buona scelta di ritmi e di canzoni. * * Nei giorni scorsi, di notevole c'è stato «Tv 7 », venerdì, piuttosto vario e serrato; e il film di Vigo, « Zero in condotta », che meritava di essere visto da un pubblico maggiore (la massa era sul « nazionale », per il torneo di canzoni « Un disco per l'estate'»). Domenica sono stati sbolognati insieme due capitoli del western musicale « Non cantare, spara ». O erano puntate brevi o sono stati operati tagli robusti: sta di fatto che 10 spettacolo che ne è venuto fuori era sì abbondante, ma non più del solito. Anzi, diremmo che in mezzo alle prolissità e alle baggianate le parentesi di bonario divertimento erano — rispetto ad alcune puntate — abbastanza frequenti. Comunque siamo agli sgoccioli. Sabato vedremo l'ottava e ultima puntata. E tireremo le somme. * * Sulla serata di ieri poco da dire, per la verità. In attesa de « Il traditore » di John Ford, è stato riesumato — e 11 termine ci sembra, in questo caso, particolarmente adatto — il film « Don Camillo e l'onorevole Peppone » con il duo Fernandel-Cervi. I primi della serie, « Don Camillo » e « Il ritorno di Don Camillo », portavano la firma illustre di Duvivier. Poi Duvivier ne ebbe abbastanza e passò la mano a Carmine Gallone. Niente di cambiato: l'abbraccio tra preti e comu¬ nisti continua in questo «Don Camillo e l'onorevole Peppone » con lo stesso "andazzo improbabile di pommedia paesana delle pellicole precedenti. Sarebbe stata interessante un'introduzione che cercasse di spiegare in quale momento politico fossero nate le favole di Guareschi e quale mentalità rispecchiassero. Ma l'introduzione, prudentemente, non c'è stata. « Sprint » s'è occupato di due attualità — Giro d'Italia e Coppa Davis — con servizi che avrebbero potuto essere di piglio più vigoroso, di tono più pungente. * * Il regista Franco Indovina ha terminato di girare per la Tv il film tragicomico in sei puntate Storie dell'Anno Mille ambientato nell'Italia del medioevo e interpretato da Carmelo Bene, Folco Lulli, Gordon Mitchell, Marina Berti, Franco Parenti e Gabriella Giorgelli. u. bz.

Luoghi citati: Inquisizione, Italia, Spagna