Situazione transitoria di Michele Tito

Situazione transitoria Situazione transitoria (Dal nostro corrispondente) Roma, 17 giugno. L'incarico che verrà affidato all'on. Leone sarà per un « governo d'attesa ». Attesa del congresso socialista di ottobre, delle decisioni che verranno, dell'esito delle trattative che eventualmente seguiranno. Un governo limitato nel tempo dovrebbe consentire alle forze interessate di rilanciare su basi sicure il nuovo centro-sinistra. La formula cui si ricorre adesso, un mese dopo il voto del 19 maggio, ha un suo significato: non vi sono scelte politiche perché la democrazia cristiana rimane fedele al centro-sinistra e alla prospettiva del ritorno dei socialisti al potere, i socialisti non rinnegano l'antica alleanza e non tentano altre vie, mentre cercano di riorganizzare le proprie forze e di fare un inventario delle esigenze. Al tempo stesso, l'Italia può avere un governo vero e proprio, munito della pienezza di poteri e di iniziativa, e non si trova ridotta nella condizione inaccettabile, ch'era stata in principio prospettata, d'essere guidata da un semplice ministero d'affari. Si riproduce, con poche varianti, la situazione del giugno del 1963, quando la « notte di San Gregorio » bloccò all'ultimo minuto il tentativo di Moro e fu necessario rimettersi all'esito di un congresso socialista. In condizioni certo più difficili di adesso, l'operazione portò a sbocchi positivi e il centro-sinistra, ch'era stato promesso, potè finalmente tradursi in un governo organico. E' questo precedente che induce a una relativa serenità. Il tatto, la misura, l'abilità dell'on. Leone, che mostrò a suo tempo di saper governare senza compromettere le intese future, danno le garanzie. Data la situazione, la scelta imminente è buona; e i socialisti si orientano verso la fiducia con l'astensione o il voto positivo. I socialisti possono, fin dove è possibile, rimediare agli errori compiuti nelle scorse settimane, e di cui misurano adesso, chiusi in una stretta, l'imperdonabile ingenuità e l'innegabile gravità. Per la costituzione del proprio governo, l'on. Leone deve affrontare una serie di problemi ancora totalmente aperti. Il governo sarà monocolore, cioè composto da soli democristiani: si parla di « congelamento » dei ministri in carica del partito di maggioranza, ma altri otto o nove devono essere nominati in sostituzione di quelli socialisti e di quello repubblicano. Occorrono uomini qualificati che siano disposti a fare i ministri a tempo limitato e tornare poi sui banchi della Camera e del Senato. Sarà forse opportuno ricorrere ad alcuni tecnici,, e bisognerà farlo senza privare il governo di nerbo e capacità di azione. L'on. Leone deve anche combattere contro la tentazione che muove molti a limitare i poteri del governo d'attesa: l'ex presidente della Camera può accettare limiti di tempo, può garantire la salvaguardia delle esigenze della formula di centro-sinistra, ma non può rinunciare a proporre e realizzare un programma, anche minimo. Chiamato a controllare una situazione d'emergenza, il nuovo Presidente del Consiglio non potrebbe rassegnarsi a far prevalere la -logica degli .schieramenti e delle acrobazie tattiche all'interno dei partiti su quella delle cose urgenti da farsi. Ma se il discorso sul programmai può essere imbaraz¬ zante per i partiti che lo hanno fino ad ora evitato, la logica della situazione è irresistibile. Essa aiuterà certamente l'on: Leone a superare le ultime difficoltà. E al riparo del «governo d'attesa » socialisti, repubblicani e democristiani possono cominciare a trattare seriamente per il rilancio del centro-sinistra. Per dare un senso al congresso del psu dovrebbero anzi cominciare subito, affinché si giudichi e si decida sul concreto, e i socialisti non consumino sino in fondo il loro errore iniziale. Michele Tito

Persone citate: Moro

Luoghi citati: Italia, Roma, San Gregorio