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Un folle irrompe in una casa minaccia la famiglia e si barrica Un folle irrompe in una casa minaccia la famiglia e si barrica Il drammatico episodio a Vercelli - Il pazzo, un milanese di 20 anni, temeva di fare la fine di Kennedy - Catturato dalla polizia (Dui nostro corrispondente) VerceUi, 13 giugno. Una paurosa avventura hanno vissuto oggi a Vercelli la signora Rosanna Masieri vedova Crepaldi, trentaseienne, abitante in via Galileo Ferraris 63 e le sue figlie, Elena di 10 anni e Giovanna di 12. Verso le 15 suonava il campanello di casa e Giovanna apriva la porta d'ingresso: dinanzi a lei vi era un giovane che, con un braccio ingessato, chiedeva l'elemosina. La bimba rispondeva: « Sono sola in casa » e faceva il gesto di richiudere la porta ma lo sconosciuto, con uno spintone, la mandava gambe all'aria ed entrava nell'alloggio. Alle urla della piccola, accorrevano la madre e l'altra figlia Elena: vedendo l'uomo in casa e Giovanna riversa a terra si mettevano a invocare aiuto. Il giovane allora, profferendo minacce, si precipitava nella stanza da letto, rinchiudeva la porta e vi si barricava spingendo contro il battente i materassi, il guardaroba e altri mobili. Veniva avvertita la polizia e accorrevano alcuni agenti del pronto intervento, che invitavano l'esaltato ad uscire. Ma costui rifiutava gridando: «iVon voglio fare la fine di Kennedy! ». I poliziotti, allora, abbattevano la porta e lo sconosciuto veniva trovato rincantucciato in un angolo della stanza. Appariva terrorizzato e continuava a ripetere che « non voleva fare la fine di Kennedy ». Trasferito all'ospedale e successivamente ricoverato al reparto neurodeliri il giovane poteva essere identificato: si tratta di Mario Casati, di 20 anni, da S. Maurizio al Lambro (Milano), ove abita in via Cesare Battisti. Dalle sue sconclusionate dichiarazioni si è potuto capire che era rimasto fortemente scosso dalla tragica morte del senatore Robert Kennedy. Due giorni fa aveva lasciato la propria casa recandosi in treno a Torino. Stamane, sempre in treno, si era recato a Santhià e di qui, con l'autostop, era arrivato a Vercelli. v. n.