Giovane uccide la madre che sta dormendo a colpi di martello perché lo rimproverava

Giovane uccide la madre che sta dormendo a colpi di martello perché lo rimproverava Tm* a godila all'alba Imi mmmm paese del Tm»gmmIémmo Giovane uccide la madre che sta dormendo a colpi di martello perché lo rimproverava E' un operaio di 30 anni - Arrestato, ha confessato - Penetrato attraverso una finestra nella stanza da Ietto, si è avventato sulla donna coricata accanto ad una figlia e l'ha massacrata - La vittima, una vedova di cinquantasei anni, aveva allevato undici figli (Dal nostro corrispondente) Trento, 13 giugno. Improvvisa tragedia stamane all'alba a Dercolo di Campodenno nel Trentino: un giovane entrato di soppiatto nella stanza da letto della madre, l'ha uccisa a colpi di martello. Il matricida, confesso, è stato arrestato. Si tratta del manovale Giovanni Job, di 30 anni. La vittima si chiamava Anna Maines, era vedova e aveva 56 anni. Giovanni Job stamane si è imbattuto in una delle tante pattuglie di carabinieri che dalla scorsa notte lo cercavano in tutta la Valle di Non. I militari l'hanno incontrato mentre vagava con aria smarrita alla periferia dì Mezzalombardo. Gli si sono avvici¬ nati e l'hanno riconosciuto. L'operaio si è lasciato arrestare senza opporre resistenza, in silenzio. Interrogato sui motivi che lo avevano spinto a uccidere la madre, il giovane si è limitato a ripetere che ella lo rimproverava sempre, che lo accusava continuamente di non essere capace di condurre una vita normale come i suoi fratelli. Anna Maines Job aveva messo al mondo undici figli. Poi rimasta vedova, tiro avanti da sola la famiglia con notevoli sacrifici. Ora i figli più grandi s'erano sistemati: qualcuno si era sposato, altri avevano lasciato la casa di Dercolo per andare a lavorare in città. In paese, Anna Maines Job era rimasta con cinque figli; tra questi Giovanni, un giovane definito « difficile ». Frequenti erano i litigi, talvolta anche violenti, tra lui e la madre. Ieri sera. Giovanni Job era rientrato tardi. Anna Maines Job dormiva nella sua stanza assieme ad una delle figlie, Maria, di 20 anni. Il giovane — è stato accertato successivamente, anche sulla base delle dichiarazioni rese dalla sorella — forse impazzito, si è armato di un grosso martello, è entrato nella camera attraverso una finestra, si è avvicinato al letto della madre e l'ha colpita furiosamente, fratturandole il cranio. Per la stessa finestra il matricida è poi uscito dì casa, ha attraversato le vie deserte del paese ed ha preso la strada dei campi, dopo aver gettato il martello insanguinato in un prato dietro la chiesa. La sorella si era destata di soprassalto al rumore dei colpi. Ha allungato una mano verso il letto della madre. L'ha ritratta nel buio, grondante sangue. Ha dato l'allarme, sono intervenuti altri tre figli della poveretta che dormivano in altri locali. Si è corsi a chiamare un medico, ma ormai per Anna Maines Job non c'era più nulla da fare: è morta poco dopo. Giovanni Job, dopo alcune ore di interrogatori che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire momento per momento il fatto di sangue nella casetta di Dercolo, continua a ripetere: « Doveva assolutamente finire così; da mesi sapevo che sarebbe finita così ». a. n. Indicati dalle frecce, Anna Maines, 56 anni, e il figlio trentenne Giovanni che l'ha uccisa (Tel. A.P.)

Luoghi citati: Campodenno, Trentino, Trento