Le ultime «leggine» costano 500 miliardi

Le ultime «leggine» costano 500 miliardi Votate a fine Parlamento Le ultime «leggine» costano 500 miliardi Ci sono persino 163 milioni di un rimborso spese per un ente liquidato 15 anni fa (Nostro servizio particolare) Roma, 13 giugno. Nel volume, edito dalla Ragioneria dello Stato per classificare le spese del bilancio pubblico per il 1968, un'ap- pendice è dedicata ai « fondi speciali ». Si tratta degli accantonamenti predisposti per coprire le spese decise dal Parlamento negli ultimi mesi della precedente legislatura, per un totale di 914 miliardi. In parte, la cifra finanzia leggi significative, connesse all'attuazione del Mec, al miglioramento di prestazioni previdenziali o al cosiddetto « incivilimento ». Ma per quasi 500 miliardi il fondo copre oneri derivati da « leggine ». Vi è una sproporzione evidente. Dei 914 miliardi del fondo, solo 61 sono attribuibili all'« incivilimento ». Tra le principali spese di questo tipo, quella per l'edilizia scolastica e universitaria ottiene 20 miliardi; 13 la scuola materna di Stato; 10 la riforma ospedaliera; 8 quella psichiatrica. Le spese legate ad obblighi internazionali (Mec e paesi in via di sviluppo) ammontano a circa 150 miliardi. Le spese devolute o a enti o a categorie costituiscono la massa maggiore: circa 700 miliardi. Alcuni provvedimenti in favore di categorie comportano spese rilevanti e non sono quindi classificabili come « leggine » tipicamente preelettorali: così gli 81 miliardi per la revisione delle pensioni Inps; i 75 per gli aumenti agli statali; i 60 per le pensioni di guerra. Ma tutte le altre spese, pur piccole, finiscono per costituire il 5 per cento del bilancio complessivo dello Stato per il 1968. L'elenco dei provvedimenti non trascura quasi nessuna delle « categorie » organizzate del Paese: gli enti lirici e le attività musicali vengono tra i primi, con II miliardi. Il clero ottiene 3 mi- liardi per supplementi di congrua e altri 110 milioni, con legge a parte, per l'identica ragione. Per la « disciplina dell'attività sementiera» si stanziano 100 milioni e altrettanti per « studi e ricerche » connessi a quella « riforma tributaria » per la quale il governo aveva già presentato una legge, che evidentemente merita di essere meglio approfondita. Al Centro internazionale di ricerche sul cancro vengono devoluti 95 milioni e altrettanti se ne danno per « partecipare all'accordo internazionale sull'olio d'oliva ». Per prorogare di sei soli mesi l'accordo internazionale del grano, il Parlamento ha stanziato il 19 gennaio mezzo milione di lire: i soli gettoni di presenza dei deputati e senatori che, in commissione, hanno dovuto approvare questa legge, comportano certamente un esborso superiore al costo implicito dèi provvedimento. Il « fondo fisso per l'incremento dell'Istituto centrale del restauro » ottiene 20 milioni, neppure minimamente sufficienti ai suoi importanti compiti, mentre altrettanti se ne danno a un « Centro internazionale di studi Andrea Palladio » di Verona. Poco meno ottiene la « Fondazione Queruli Stampalia » di Venezia e 30 milioni vengono dati alla « Fondazione Rui». Il fondo dell'Onu per l'assistenza ai rifugiati figura con un milione, e con 2 milioni 600 mila la «Unione internazionale per la conservazione della natura », il cui statuto fu approvato a Fontainebleau nel 1948 e al quale ora l'Italia intende aderire. Lo Stato, quest'anno, interviene anche, con mezzo miliardo, per abolire le baracche costruite in Abruzzo dopo il terremoto del 1915, tutela il carattere storico di Urbino con 400 milioni, dà altri 400 milioni alle imprese danneggiate dalla catastrofe del Vajont, riordina con 350 milioni il teatro drammatico, stanzia 200 milioni per la città di Loreto e proroga con 25 milioni l'assistenza ai profughi. Inoltre, con legge approvata il 15 dicembre scorso, dichiara guerra alle « cocciniglie degli agrumi », stanziando per la loro distruzione un contributo di 250 milioni. Infine, quindici anni dopo la liquidazione dell'A.r.a.r. (l'azienda per il recupero e l'assegnazione dei residuati di guerra), devolve 163 milioni di lire a un « rimborso spese » che venne sostenuto per la sua gestione. g. m,

Persone citate: Andrea Palladio

Luoghi citati: Abruzzo, Italia, Roma, Urbino, Vajont, Venezia, Verona