Concessa ai combattenti del '18 la cittadinanza di Vittorio Veneto

Concessa ai combattenti del '18 la cittadinanza di Vittorio Veneto Concessa ai combattenti del '18 la cittadinanza di Vittorio Veneto Il riconoscimento della città nel cinquantenario della Vittoria - Una semplice domanda al sindaco per ottenere il titolo (Dal nostro inviato speciale) Vittorio Veneto, 13 giugno. Vittorio Veneto, città decorata di medaglia d'oro al valor militare, conferirà la cittadinanza onoraria ai combattenti della prima guerra mondiale, nel cinquantenario della battaglia che si concluse con il disfacimento dell'impero austroungarico. Lo ha deciso in questi giorni all'unanimità il consiglio comunale. « Chi desidera il titolo — mi dice il sindaco Aldo Toffoll — non dovrà seguire estenuanti pratiche burocratiche. Chieda a questo comune un modello di domanda, che gli sarà inviato sollecitamente; lo restituisca con i dati richiesti; lo faccia convalidare con un timbro del distretto di appartenenza o con un documento militare in fotocopia. Sarà riostro concittadino onorario». Chiedo al sindaco se le do¬ mande saranno molte. Risponde di sì, ma aggiunge subito: « Abbiamo fiducia di potere sbrigar tutto sollecitamente. E' prevedibile che i richiedenti più numerosi saranno gli ex combattenti del Novantanove, i più giovani fra quanti vennero a liberarci dall'occupazione austriaca seguita al rovescio di Caporetto ». Chi furono, dunque, i «ragazzi del Novantanove »? Nel 1918 l'Italia, impegnata a fondo nella lotta contro l'impero asburgico, aveva sotto le armi oltre sei milioni e mez' zo di soldati. I « bambini del j Novantanove » — come li chiamarono subito gli anziani — arrivarono in linea appena diciannovenni verso la fine dell'inverno. Gli uffìcialetti, freschi di nomina, ebbero il battesimo del fuoco fra il marzo e il giugno. I « lattanti in ariaiov«u-d« «. altro nomignolo appioppato loro dai « veci » del Grappa e del Piave, rappresentavano la riserva più fresca da mandare allo sbaraglio. Si gettarono nella mischia con una violenza imprevedibile, come sanno fare gli adolescenti. Avevano un'alta carica di vitalità; si sentivano estranei alla generazione che li aveva preceduti; volevano affermare i diritti della giovinezza piena di lieviti risorgimentali. Trovarono l'altipiano di Asiago, il Grappa, il Montello pei- scatenarsi. Moltissimi ci rimisero la pelle. Ma il nemico, che contava di arrivare a Milano, non riusci a passare. Cinque mesi dopo quello scacco, l'impero austroungarico franò rovinosamente. Quella riserva di adolescenti, mandata a rinsanguare le file dell'esercito di Diaz, fu una causa determinante del- ta vittoria finale. a. g.

Persone citate: Aldo Toffoll, Diaz

Luoghi citati: Asiago, Caporetto, Italia, Milano, Vittorio Veneto