Uno studioso di dialetti in lotta con le folgori di Lorenzo Mondo

Uno studioso di dialetti in lotta con le folgori Uno studioso di dialetti in lotta con le folgori Il nuovo romanzo di Cassieri è una parabola grottesca sulle ansie dell'uomo contemporaneo Giuseppe Cassieri, dopo averlo preannunciato da tempo, sì è deciso al guado: ha lasciato cioè il suo universo ancora prevalentemente realistico, ha stravolto in imperiose monomanie i moderati ticchi dei suoi personaggi, ha scritto questo Andare a Liverpool che non si può spiegare soltanto con il ricorso alla satira di costume, ma sopporta ed esige una indagine più aggressiva e scorticante. Il suo Nereo Pimentel, dialettologo di vaglia e collaboratore dell'Atlante Linguistico, ama paragonarsi al «chiromantide di Peters», un insetto tropicale sensibilissimo alle variazioni atmosferiche. Anche se il barometro tace, il professore si sente trafiggere dalle scariche di esotiche precipitazioni, risente attraverso lunghi brividi gli urti e gli amplessi di nubi che veleggiano remote. Quando il cielo incombe temporalesco, egli indossa cappuccio e scafandro e si rifugia in cantina: appaiato alle bottiglie di Sanseverese, assiste terrorizzato — tra l'oscillar dei prosciut, ti e d'una lampada da bragozzo — ai lampi che picchiano fuori della porta. E' un terrore atavico che si accompagna in lui alla regressione verso lo stato infanti- le e larvale, alla tentazione del grembo materno e della morte. E allora scrive con una speciale biro senza attrito, docile alle reazioni dell'inconscio, il diario delle sue confusioni e paure, dei suoi sogni e memorie. Vagheggiando un paese (la Liverpool del titolo) in cui l'aria sia così ionizzata da guarire il suo male. Cassieri, nipote dì avventurosi marinai pugliesi, sa descrivere con plastico vigore questo mondo di tuoni e di lampi, che ubbidisce a leggi capricciose e oscure, che precipita con terrifica potenza o si insinua con nevrotica captazione sul mondo degli uomini, compromettendone la razionale fiducia. Il meteoropatico Pimentel oppone al mistero le coordinate del suo dominio linguistico come, su piani diversi, la pratica anticoncezionale o il test psicanalitico; ma sono fragili fortilizi e aprono spesso le porte al nemico. Non a caso le sequenze lessicali che ricorrono con maggiore frequenza alla mente di Pimentel sono filastrocche allusive al sesso o formule di scongiuro, rivelano cioè una torbida e istintiva natura semantica. « La vena continua a zampillare sotto la scienza — dice il professore. — Ti sei mai curvato su una strada perfettamente uniforme? Non hai osservato che, appena lo strato di asfalto cede di qualche millimetro, da sotto, "da sotto", s'insinua un ciuffo d'erba, un segno di vegetazione che sembrava soffocato in eterno?». L'atteggiamento di Cassieri verso il suo eroe nevrotico e abnorme ci sembra ambivalente: all'ironia sì alterna in lui una sia pur divertita sollecitudine. Il demonismo della natura garantisce comunque una certa irriducibilità al nostro mondo di avveniristiche presunzioni, una superstite carica vitale. Questo sembra essere il significato della sconfitta che tocca, nelle ultime pagine, alla positiva e asessuata consorte di. Pimentel. In effetti il romanziere ci consegna una sorta di grottesca parabola sull'uomo smarrito del nostro tempo, incerto delle proprie « magnifiche sorti e progressive » nel momento in cui esse sembrano farsi più accessibili. E l'incertezza sì esprime anche attraverso lo stile di Cassieri, dove gli irti tecnicismi si impastano e ammorbidiscono nella libertà del « parlato », dove l'oggetto del discorso viene stretto e catturato quasi attraverso lo snodo divagante e lucido di anelli concentrici. Lorenzo Mondo GIUSEPPE CASSIERI: Andare a Liverpool - Editore Feltrinelli - pagine 222, lire 1800. 1

Persone citate: Cassieri, Giuseppe Cassieri, Nereo Pimentel, Peters

Luoghi citati: Liverpool, Pimentel