Gli eroi «nibelunghi» risorgono in Islanda

Gli eroi «nibelunghi» risorgono in Islanda fn^aif SULLO SCHERMO mÈSSà Gli eroi «nibelunghi» risorgono in Islanda La famosa epopea in un dignitoso film tedesco - « Il mondo è pieno... di papà » (Metropoli - La leggenda del Nibelunghi è parte della mitologia germanica, da cui Wagner tolse materia pei suoi capolavori. Il cinema tedesco le ha dedicato un « kolossal » di celluloide che per le proporzioni e per il tono si richiama ai modelli hollywoodiani. Sigfrido, che di quella leggenda è l'Achille, come lui invulnerabile salvo che in un punto, è l'eroe e insieme il filo conduttore della vicenda, sdipanata con diligenza e senso del grandioso dal regista Harald Reinl, che ha saputo ricostruire in Islanda il mondo favoloso dei cavalieri bur gundi, con i suoi castelli, le sue cattedrali gotiche, le sue mitiche foreste. Inutile addentrarsi nei fatti, sin troppo noti, del biondo eroe, di Brunilde e Crimilde, di re Gunther e del suo braccio destro Hagen, i due geni del male; fatti raggruppati in un barbarico nodo di violenza, dal quale il film toglie le mag giori suggestioni di spettacolo: duelli, assedi, battaglie, cavalcate, draghi, giganti e amori catastrofici. Prevalentemente decorativo, destinato al largo consumo, senza speciali angolazioni culturali, senza nemmeno addentellati coll'omonimo lavoro di Fritz Lang, il film (comproduzione tedesco-jugoslava a colori) si dà per quello che è: una sfoggiata illustrazione di alcuni dei più popolari motivi dell'epopea germanica, dove la ricchezza dei mezzi non si perverte in cattivo gusto, la convenzionalità del racconto è temperata dal rispetto per l'antico (e anche da una componente "di esaltazione etnica), e gl'interpreti stessi, più declamanti che recitanti (Uwe Beyer, Herbert Lom, Maria Marlow, Mario Girotti e tanti altri) sono assorbiti dalla messinscena che più di tutto importa. 1, p. * * (Augustus) — Nel panavision a colori II mondo è pieno di... papà si fa conoscerla con Heather Halloran, bionda « american girl » che ha il visuccio da bambola di Sandra Dee. Figlia di madre intraprendente (Celeste Holmì, ambiziosa di darle la gloria della scena e del microfono, Heather studia canto coti esito discutibile e si procura un impiego con risultato meno incerto, dato che il suo « boss » (George Hamilton) è un indaffaratissiino uomo d'affari quasi subito preso di lei. E lo è in modo cosi positivo che nove mesi dopo Heather sarà mamma, e avrà nel giovanotto il giusto marito, a dispetto d altri tre accaniti pretendenti, battuti collettivamente in extremis. Variazione della favola di Cenerentola che il principe azzurro lo trova in un executive tirato sullo stampo hollywoodiano, la commediola non brilla per particolare inventiva, però riesce a non annoiare grazie alla vivacità della regìa (Peter Tewksburyi e degli interpreti, che riescono a far superare il disagio d'una storiella futile, artificiosa, fuori del tempo. vice

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