Arrestato per associazione a delinquere l'avvocato del fuorilegge Graziano Mesina

Arrestato per associazione a delinquere l'avvocato del fuorilegge Graziano Mesina Ieri mattina all'alba nella sua casa di Nuoro Arrestato per associazione a delinquere l'avvocato del fuorilegge Graziano Mesina E' il penalista Bruno Bagedda, quarantottenne, ex deputato regionale del msi - L'ordine di cattura emesso dal magistrato di Cagliari - Il legale (che è anche accusato di favoreggiamento) aveva trattato la resa del Mesina con la polizia Sarebbe coinvolto nell'«Anonima sequestri» - Giorni fa aveva presieduto un dibattito sul banditismo in Sardegna (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 7 giugno. Le indagini per far luce sull'attività della cosiddetta « Anonima sequestri » hanno avuto clamorosi sviluppi: stamane all'alba è stato arrestato nella sua abitazione di via Gramsci a Nuoro l'avvocato Bruno Bagedda, quarantottenne, legale del fuorilegge Graziano Mesina. Il capo della Squadra Mobile di Cagliari, Fichera, il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri tenente Giordano e un sottufficiale della « Criminalpol », il brig. Useli, gli hanno notificato il mandato di cattura emesso dal giudice istruttore di Cagliari, Angelo Porcu. Sono stati quindi perquisiti la casa, lo studio e una villa al mare del noto penalista. Trasferito a Cagliari su una auto della polizia, il difensore di Mesina ha sostato per un'ora in questura. Lo hanno rinchiuso infine nel carcere del Buoh Cammino. Sembra che l'accusa sia di associazione per delinquere e di favoreggiamento personale continuato. ' Di « Anonima sequestri » si era cominciato a parlare otto mesi fa quando, il 10 ottobre, furono arrestati il procuratore legale Baingio Piras e altre sette persone. Piras era stato difensore d'un luogotenente di Mesina, lo spagnolo Miguel Alberto Asenzio Prados, ucciso in conflitto nel giugno dello scorso anno. Si disse che il procuratore legale fosse corresponsabile di un gran numero di sequestri di persona e d'un omicidio. Il 26 marzo di quest'anno cadde nella rete, dopo un anno e mezzo di latitanza, il n. 1 del banditismo sardo, Graziano Mesina. Gli fu notificato in carcere un mandato di cattura per delitti già contestati ai membri dell'» Anonima sequèstri ». Uno di essi, l'ex pastore di Mamòiada Antonio Ballore, da tempo residente a Sassari, era del resto suo intimo amico. La motivazione del mandato di cattura contro l'avvocato Bagedda, è coperta da segreto istruttorio. Ma il collegamento del clamoroso arresto di stamane con gli arresti effettuati dal 10 ottobre in poi sembra anche evidente dal fatto che il dott. Antonio Porcu, il quale ha firmato il mandato di cattura, è il giudice che indaga sull'« Anonima sequestri ». Bagedda, anziché a Nuoro, è stato incarcerato a Cagliari dove si trovano Baingio Piras, Ballore e gli altri. Mesina invece è a Nuoro: sarà trasferito soltanto dopo chiusa l'istruttoria sugli altri fatti commessi nell'are^ di competenza di quel Tribunale. L'arresto del penalista nuorese ha suscitato scalpore. E' noto nell'isola anche per la sua attività politica: deputato regionale del Movi¬ mento Sociale per due legislature, aveva preso parte alla recente competizione del 19 maggio, riuscendo primo dei non eletti. Il sabato precedente le elezioni introdusse a Cagliari, nella sede degli « Amici del libro », un dibattito sul banditismo. Il folto uditorio comprendeva dirigenti della « Criminalpol ». Con essi Bagedda aveva collaborato durante la latitanza di Mesina. Si voleva infatti eliminare a qualsiasi costo il capofila del banditismo sardo e nell'estate del '67 ebbero inizio le trattative per la sua « cattura negoziata »: cioè Mesina doveva consegnarsi volontariamente alla polizia, in cambio di alcuni vantaggi. Mediatori fra responsabili della sicurezza pubblica e il fuorilegge furono alcuni suoi familiari e l'avv. Bagedda, il quale incontrò diverse volte Mesina alla macchia per indurlo alla resa. Ad un certo punto sembrava che si fosse vicini all'accordo: il bandito chiedeva il versamento della' taglia alla famiglia, ma non si accontentava di 10 milioni;' inoltre poneva la condizione di essere inviato in una Casa di pena anziché in un carcere giudiziario. Bagedda riferì nel corso di incontri ad alto livello e da parte della polizia non sorsero difficoltà. Pur di togliere di circolazione il fuorilegge, non si sarebbe lesinato sul « premio di costituzione ». Ci fu a Roma un colloquio a quattro: il vice capo della polizia Di Stefano, l'aw. Bagedda, un fratello del latitante, Pietro, e il giornalista Vittorio Lojacono che aveva intervistato Mesina alla macchia alcuni mesi prima. Nonostante tutte le accondiscendenze della polizia, il fuori- legge non ritenne giunto il momento della resa e continuò a battere la macchia fino alla cattura, ; la sera di martedì 26 marzo scorso. Com'è che si è giunti adesso all'arresto dell'avv. Bagedda? Ha forse detto qualcosa di compromettente per lui lo stesso Mesina durante gl'interrogatori che incessante¬ mente si succedono dal mese di marzo? O è stato il dott. Piras a coinvolgerlo? Certamente il magistrato ha agito sulla base di clementi emersi soltanto ora. Ma quali? Avventurarsi nel labirinto delle congetture è impresa rischiosa. Giuseppe Fiorì L'avv. Bagedda, a sinistra, dopo ('arresto (Telefoto)