Finalmente risolta a Savona la crisi della Servettaz-Basevi di Filiberto Dani

Finalmente risolta a Savona la crisi della Servettaz-Basevi Un anno fa era stata dichiarata fallita Finalmente risolta a Savona la crisi della Servettaz-Basevi E' stata acquistata per 2 miliardi e 65 milioni dalla Società «x Mammut » di Genova - Tutti ì 500 dipendenti torneranno gradualmente al lavoro ed entro la (ine dell'anno verranno fatte nuove assunzioni (Dal nostro corrispondente) Genova, 7 giugno. La grave crisi fallimentare che da un anno travagliava la « Servettaz-Basevi » di Savona si è felicemente risolta: l'azienda è stata acquistata stamane per due miliardi e 65 milioni dalla società « Mammut » di Genova. Il moderno complesso industriale, che sorge su una area di 46.500 metri quadrati, era specializzato nella produzione di impianti industriali e dava lavoro a 500 operai e 300 impiegati e ad una trentina di aziende satelliti con 600-700 dipendenti. Il fallimento era stato dichiarato il 23 giugno 1967 in base ad un articolo di legge che dà facoltà al tribunale di interrompere, quando lo ritenga opportuno, l'attività di una società ammessa all'amministrazione controllata. Era stata la stessa « Servettaz-Basevi » a chiedere, nel marzo '67, questo tipo di gestione e ciò allo scopo di realizzare un programma di risanamento dell'azienda. Le prospettive, purtroppo, erano venute a mancare e il consiglio d'amministrazione della società era stato costretto a comunicare al Tribunale di Genova l'inutilità di protrarre oltre una situazione che con l'andare del tempo s'aggravava sempre più. La gestione dell'amministrazione controllata provocava infatti un aumento del passivo (che supera i nove miliardi) di circa undici milioni al giorno. Da allora, in un continuo alternarsi di speranze e di scoraggiamenti, sono passati dodici mesi, e soltanto oggi la crisi è stata sbloccata. Alle ore 11, nella sala delle pubbliche udienze del Tribunale civile di Genova, il giudice delegato dott. Antonio Blumetti ha proceduto alla vendita « con incanto » del complesso industriale: prezzo base 2 miliardi e 40 milioni (una prima asta, tenutasi il 10 maggio scorso, era andata deserta dato l'alto prezzo base di vendita — 2.miliardi e 530 milioni — ora ridotto come prescrive la legge). La società « Mammut », di cui è amministratore delegato il signor Francesco Rocci, ha offerto 2 miliardi e 65 milioni. Non si sono fatti avanti altri acquirenti per cui il giudice delegato ha stabilito che se entro dieci giorni non vi saranno altre offerte (che dovranno tuttavia aumentare di un sesto quella odierna) l'azienda savonese verrà aggiudicata alla « Mammut » La nuova proprietaria della « Servettaz-Basevi » è una società per azioni che ha sede a Genova in via Porta d'Archi 12. Nata una decina d'anni fa, ha uno stabilimento in Val Lerone di Arenzano, nella Riviera di Ponente, che occupa 500 operai e una ottantina di impiegati e produce articoli tecnici di gomma per l'industria automobilistica. Francesco Rocci, l'amministratore delegato, è un uomo dinamico, pratico, e di larghe vedute. E' lui che, per primo, ha messo gli occhi sull'azienda savonese. « Quando la "Servettaz-Ba sevi" è fallita — ci dice — ho avuto una stretta al cuore. Com'era possibile assistere indifferenti alla rovina di un modernissimo strumento di lavoro? E' stato allora che ho cominciato a rimuginare l'idea dell'acquisto. La "Mammut " è ormai una società affermata e in continua espansione: un nuovo stabilimento le avrebbe tatto comodo. Quando ho avviato l'operazione ho incontrato però tali e tante difficoltà da scoraggiare l'uomo più. paziente di que sto mondo. E qui devo dare atto dell'efficace intervento dell'on. Carlo Russo di Savo na il quale si è adoperato in ogni modo per condurre in porto l'operazione ». Quando riprenderà a funzionare l'azienda savonese? Risponde l'amministratore delegato: « Entro il 20 giugno rileveremo dalla curatela fallimentare l'esercizio provviso rio della fonderia, che dà tuttora lavoro a 180 operai. Per gli altri reparti procederemo gradatamente ma riteniamo che nel giro di cinque-sei mesi, e quindi prima della fine d'anno, l'azienda possa esse re in grado di fornire la sua massima produzione ». Le prospettive inducono all'ottimismo. « L'azienda sottolinea l'amministratore — è vitale dal punto di vista tecnico e economico e perciò seguiremo gli stessi programmi sui quali era stata impostata prima del fallimento — impianti industriali, meccanica pesante e leggera — con qualche aggiunta e qualche ritocco. Le manca infatti una lavorazione base: gliela daremo per inserirla direttamente nel mercato dei consumi. Per il momento ci limiteremo a trasferire nello stabilimento savonese la parte meccanica del nostro stabilimento di Val Lerone ». Dei 500 operai che erano in forza all'ex « Servettaz-Basevi », più di trecento sospesi dal lavoro all'atto del fallimento sono stati recentemente licenziati dalla curatela fallimentare. Quale sarà la loro sorte? Dice Francesco Rocci: «Posso senz'altro assicurare la loro graduale riassunzione. Ma v'è di più: prima della fine d'anno faremo altre assunzioni, fino ad avere una forza di 700 operai occupati ». E' invece prevista una riduzione dell'organico degli impiegati in conseguenza d'un ridimensionamento dell'ufficio progetti: soltanto un centinaio potranno tornare al lavoro. « Ora — conclude l'amministratore delegato — è importante acquisire commesse di lavoro. Abbiamo trattative in corso nel settore zuccheriero e in quello petrolifero. Ci auguriamo che altri grossi complessi industriali ci vengano incontro per dar modo alle maestranze della " Mammut ex Servettaz-Basevi, Sezione metalmeccanica" — così si chiamerà il complesso industriale — di guardare all'avvenire con animo sereno. Contiamo di arrivare ad un fatturato annuo di otto miliardi». L'augurio interpreta lo stato d'animo di tutta Savona da lungo tempo oppressa da ansie e preoccupazioni. Filiberto Dani

Persone citate: Antonio Blumetti, Carlo Russo, Francesco Rocci, Lerone, Ponente, Savo

Luoghi citati: Archi, Arenzano, Genova, Savona