Un clima di violenza di Ferdinando Vegas

Un clima di violenza Un clima di violenza A due mesi dall'assassinio del pastore negro Luther King, un nuovo atroce delitto scuote l'America; e non sono passati neppure cinque anni dall'uccisione del presidente Kennedy. Le motivazioni precise e gli ispiratori di questa serie di fatti criminali o non si conoscono o rimangono circondati da spessi dubbi; ma è invece fin troppo evidente la situazione storica generale in cui si inseriscono. In questa prospettiva risulta anche indubbio il legame che corre tra l'uno e l'altro episodio, tutti riconducibili al clima che grava sull'America. E' un clima di violenza esasperata, prodotto delle tremende contraddizioni in cui si dibatte l'America. Il Paese della libertà e della prosperità non riesce ad assicurare né l'una né l'altra ai negri, oltre un decimo della popolazione, Gli Stati Uniti, in fondo, stanno attraversando una nuova gigantesca crisi di crescenza, interna e internazionale; è quindi comprensibile che, prima dei risultati positivi, se ne colgano intanto gli aspetti negativi, come altre volte è avvenuto nella storia americana. Fra questi aspetti vi è quello della resistenza che viene opposta all'inevitabile progresso da parte di tutti coloro che se ne sentono minacciati o appena disturbati , nei propri privilegi o interessi. Così i bianchi razzisti e segregazionisti, i ventisette milioni di reazionari e qualunquisti che nel '64 votarono per Goldwater, i membri delle varie associazioni nazionalistiche. L'America, sostanzialmente sana, alberga dunque in sé i bacilli di infezione, che si stanno diffondendo in maniera veramente preoccupante. I centri più virulenti sono appunto in quelle parti del Paese dove esistono le maggiori tensioni: nel Sud « profondo », che non si rassegna al tramonto della supremazia bianca e nella California, cresciuta tumultuosamente, in preda quindi a forti squilibri. In California sono polarizzati al massimo i'contrasti di cui soffre la società americana: da una parte la miseria squallida dei « ghetti negri », per esempio il quartiere di Watts, a Los Angeles, teatro dei tumulti dell'agosto '65; dall'altra parte il successo di associazioni estremistiche di destra, quali la John Birch Society, di orientamento fascistoide. Se all'Università di Berkeley gli studenti sono tra i più spinti a sinistra, la maggioranza della popolazione ha rispo sto con l'elezione a gover natore dell'ex attore Reagan, repubblicano di estrema destra. E' dunque in questo ambiente che è stato preparato il delitto contro Robert Kennedy, nel quale si voleva evidentemente colpire il battagliero sostenitore della causa del negri e dei pove ri. Il fato tragico che perseguita i Kennedy, tradotto in termini storici e razio nali, è lo scotto che essi pagano per essere divenuti il simbolo dell'America -pro gressista, nonostante tutti i limiti umani della loro azione politica. Pur di impedire la semplice possibilità che un altro Kennedy entrasse ancora alla Casa Bianca s'è ripetuto lo scempio di Dal las: quasi che, eliminando un uomo, si possa arrestare il cammino della storia. Sul piano immediato, certo, la campagna elettorale esce profondamente trasformata dagli spari di Los Angeles. Con la vittoria di stretta misura di Kennedy contro McCarthy si profilava una lotta incerta, per la candidatura democratica, fra due esponenti .così diversi, ma entrambi degnissimi, dell'America migliore. Ora, se Kennedy dovesse sopravvivere ed essere ancora in grado di partecipare alla contesa, godrebbe indubbiamente del favore di, un'ondata emozionale; se invece dovesse uscire di scena, la gara risulterebbe falsata. In ogni caso, crediamo, la nuova tragedia dovrebbe spingere gli americani a dire per sempre di no, col voto del novembre, alla violenza: con una scelta- che rappresenti l'impegno ad estirparne una buona volta le radici ultime. Ferdinando Vegas

Persone citate: Goldwater, John Birch, Kennedy, Luther King, Robert Kennedy, Watts