Il mercato dei titoli in Italia battuto dalla concorrenza estera di Renato Cantoni

Il mercato dei titoli in Italia battuto dalla concorrenza estera li grave monito del Governatore dell'Istituto di emissione Il mercato dei titoli in Italia battuto dalla concorrenza estera Una robusta fetta del nostro risparmio è collocata in azioni, obbligazioni e fondi d'investimento stranieri E' la conseguenza della nostra politica fiscale e della difficoltà di trovare all'interno forme equivalenti d'impiego Nella sua recente relazione Guido Carli ha suggerito misure per riportare alla normalità le Borse nazionali Della recente relazione del governatore Guido Carli all'assemblea della Banca d'Italia, la parte finale, dedicata ai mercati finanziari e borsistici, è quasi un promemoria per chi volesse veramente riportare alla normalità e in piena efficienza i nostri mercati mobiliari. Innanzitutto Carli ammette francamente la continua e attenta assistenza della Banca centrale per far sì che il nostro mercato del reddito fisso conservi una certa stabilità. Solo in tal modo i risparmiatori continueranno ad assorbire una cospicua parte delle nuove emissioni che, al netto dei rimborsi, potrebbe superare nel 1968 il colossale importo di 3000 miliardi. Viene così confermata la politica della Banca centrale che considera il mantenimento dell'attuale situazione come l'architrave dell'intero sistema finanziario italiano. Molto interessanti e realistiche le considerazioni che seguono. Con la presente politica di liberalizzazione degli scambi non è possibile chiudersi autarchicamente per quanto riguarda gli investimenti in valori mobi¬ liari. Le statistiche parlano di una robusta fetta del nostro risparmio che viene investito in azioni, obbligazioni, fondi di investimento stranieri, ma ciò è la conseguenza di una determinata politica fiscale all'interno e dell'impossibilità per il risparmiatore italiano di diversificare i propri impieghi. A parte le solite obbligazioni parastatali e qualche timida capatina sul mercato azionario, ben poche sono le possibilità d'investimento in Italia. Mancano i fondi comuni, mancano quasi del tutto le emissioni di obbligazioni convertibili, mancano gli incentivi per comperare azioni. A proposito di queste ultime non si fa nulla per alleggerire il carico fiscale sui redditi delle società, impedendo in tal modo quella equa distribuzione di dividendi che renderebbe di nuovo concorrenziali i nostri migliori valori rispetto a quelli di altri paesi. Inoltre lo sperequato trattamento fiscale del reddito favorisce nettamente gli impieghi all'estero. Carli ha acutamente osservato che. per indurre un maggior numero di società a chiedere l'ammissióne delle proprie azioni in Borsa si potrebbe ricorrere a un accorgimento: erogare i crediti agevolati che stanno diventando la norma nel nostro paese anche a condizione d'un congruo allargamento dell'azionariato, cioè con l'offerta al pubblico di una quota del capitale e la successiva quotazione in Borsa. Per ultimo Carli ha affrontato il dibattuto problema della sempre più cospicua offerta di fondi di investimenti esteri in Italia. E' la conseguenza, egli ha detto, della mancanza da noi di forme equivalenti. Questa carenza è ancora più grave se si pensa che molte iniziative di questo genere non sono scevre di pericoli per il risparmiatore. Renato Cantoni

Persone citate: Carli, Guido Carli

Luoghi citati: Italia