Il belga conquista la maglia rosa

Il belga conquista la maglia rosa Il belga conquista la maglia rosa (Dal nostro inviato speciale) Cime di Lavaredo, 1 giugno. Oggi Eddy Merckx ha costruito il suo capolavoro di fantastico fuoriclasse del ciclismo moderno, oggi il campione belga, in una atmosfera quasi irreale, su per la montagna coperta di nebbia e sferzata dalla bufera di neve, ha vinto la tappa, ha riconquistato la maglia rosa, ha messo una grossa ipoteca, probabilmente risolutiva, sul trionfo finale. Alla prova erano attesi i suoi rivali, erano attesi Gimondi e gli spagnoli, e si sperava in una riscossa da parte di Zilioli, di Bitossi, di Balmamion. Merckx ha accettato la sfida. Le condizioni atmosferiche lo hanno favorito, Eddy si è trovato nell'ambiente che più gli è congeniale. Ha atteso il momento giusto, è balzato all'offensiva con fredda determinazione, ha stroncato senza pietà ogni avversario. Ha giocato coraggiosamente la sua carta e, sul traguardo delle Tre Cime di Lavaredo, ha stabilito distacchi tali da troncare ogni discussione. Dei « grandi », Balmamion è giunto con un ritardo di 3'51", Motta ha lamentato un distacco di 4'08", Zilioli si è affacciato al traguardo a 4' e 12". E più pesanti ancora sono i termini della sconfitta per Gimondi, per Dancelli, per Jimenez, rispettivamente staccati di 6'19", 6'38" e 8'36". Continuiamo il discorso delle cifre, guardiamo la classifica generale. Eddy svetta al comando, poi viene (a 3'43"), il suo compagno di squadra Adorni. Dancelli è terzo a 5'09". E seguono, nell'ordine, Zilioli a 6'21", Van Neste a 7'56", Gimondi a 9' e 37", Jimenez a 9'57", Motta a 10'59", Balmamion a 11'35". I commenti sono francamente inutili, la superiorità del fiammingo risalta evidente. Tanto di cappello, di fronte ad un atleta di così prodigiose qualità. Sono bastati pochi chilometri a stabilire la decisione, che è nata, dal più al meno, verso Misurina, quando alle Tre Cime di Lavaredo mancavano appunto si e no, dieci o undici chilometri. La tappa fino a quel momento era stata abbastanza combattuta, si erano registrati parecchi tentativi di fuga ftra cui uno di Gimondi), poi avevano preso il largo in tredici, tutte figure di scarso rilievo, ad eccezione di Bitossi e di Galera. I tredici, pedalando con discreto accordo, avevano raggiunto un vantaggio superiore ai 9 minuti, la reazione del gruppo era sta- ta piuttosto scialba, solo una volta Merckx si era proiettato in avanti, ma subito lo avevano ripreso, e gli umori erano ritornati tranquilli. La corsa andava dunque in direzione di Misurina, la temperatura oscillava sui 4 gradi sopra lo zero, la fitta pioggia si trasformava in gelido nevif-'-'iio. La tappa, di colpo, si fa /a dura, in testa restavano 3itossi, Galera, Favaro, Laghi, Casalini, Benfatto, Polidori e Armani, che precedevano ancora di 7 minuti il plotone. A questo punto, i « rossi » della Faema si scambiavano uno sguardo. Van Den Bossche forzava il ritmo, i ranghi del gruppo immediatamente si sfoltivano. Due chilometri ad alta velocità, e quindi era il turno di Merckx. Eddy par- ] tiva come una furia, lanciandosi all'avventura con spavalda facilità. Cento metri, per lui, in un attimo. Alle sue spalle, Adorni guidava il gruppo per osservare da vicino la riscossa altrui. Ma nessuno era pronto alla risposta, ed allora scattava proprio Adorni, che si portava nella scia di Merckx. Eddy, però, era in giornata di irrefrenabile vena. Adorni non | gli stava a ruota, il belga filava da solo sull'asfalto viscido e scivoloso, dando spettacolo ad una folla numerosa ed incredibilmente disciplinata. Cominciava l'impresa, la splendida impresa. Eddy, con meraviglioso slancio accelerava, ad uno ad uno acciuffava i componenti la pattuI glia di testa e li lasciava al loro melanconico destino. Sei i chilometri al traguardo, cinj que, quattro. La rampa diventava sfibrante, Merckx però non rallentava l'azione. Davanti a lui arrancavano Polidori e Gabica, soli superstiti del drappello dei fuggitivi. Merckx, con rabbia, piombava su di loro ad un chilometro dalla vetta, concedendosi, sul breve pianoro terminale, il lusso di uno sprint. Scendeva di sella e lo sorreggevano, Eddy, comunque, se la cavava abbastanza bene - da solo. Dietro di lui, Polidori, a 42", Adorni a 48", Galera a 58", Armani a l'21", Anni a 1,27", Bitossi a 1*51", Benfatto a 2'09", e la sfilata degli sconfitti durava a lungo, una sfilata di volti disfatti, uomini che, come mettevano piede a terra, più non si reggevano in piedi, ed imploravano a gesti l'illusione del tepore di una coperta. La neve, ormai, era violenta, i corridori venivano portati a braccia nel vicino rifugio. Faceva freddo, sempre più freddo. Il Giro si trovava al caldo | nel rifugio, nell'incondiziona. ta ammirazione per Merckx | e per Adorni, che, tra gli italiani, era stato senza dubbio i il più brillante. Gimondi piangeva la sua accorata disperazione, gli altri sembravano semplicemente rasse! gnati. I II - Giro continua. Domani, ì altre montagne, in un impla\ cabile rosario di fatiche. Da (Cortina a Vittorio Veneto, sui 163 chilometri di un arcigno tracciato, si elevano le cime nel Nevegal, a quota 1030, e del Bosco del Cansiglio, a quota 1045, a 28 chilometri dal traguardo. E'" ancora possibile anticipare la « vendetta » dei battuti di oggi? Fiorirà qualcosa di interessante o ci si dovrà rassegnare fino a Napoli ad una superiorità che pare fin troppo marcata? Gigi Boccacini i j | . |i ! I ì \ I pianto di Gimondi all'ari ivo, dopo la dura sconfitta Merckx taglia il traguardo di Lavaredo al termine di una eccezionale impresa sotto questo toppo c'è il premio delio qualità (...e c'è in tutte le bottiglie) Questo è il nostro "premio sicuro": un premio che ci costa caro, ma che ci assicura la preferenza di chi sa scegliere una buona birra. Per WUHRER, infatti, la qualità non è un modo di dire: HEIBbKÌ A lAfS SUBEB è il modo di fare la birra. DflRRA WiMKElC

Luoghi citati: Napoli, Vittorio Veneto