Aperto il processo del talidomide Si litiga su questioni di procedura

Aperto il processo del talidomide Si litiga su questioni di procedura Senza commozione la prima udienza ad Alsdort Aperto il processo del talidomide Si litiga su questioni di procedura Nell'aula immensa (una sala di teatro capace di 800 posti) c'era soltanto una trentina di spettatori - Pare che il processo vero e proprio comincerà in agosto: ieri si è trovato appena il tempo di fare l'appello degli otto imputati (uno è assente per malattia) - I genitori dei 396 bimbi costituitisi parte civile contro la ditta produttrice del farmaco sono rimasti in gran parte a casa - I presenti parlano con fierezza dei loro infelici figli: «Sa già leggere e scrivere, e dipinge» dice uno - E un altro: «Si lava da solo, è un demonio di vivacità» (Dal nostro inviato speciale) Aquisgrana, 27 maggio. Tra l'assenza del pubblico tedesco, è cominciato stamane nella cittadina mineraria di Alsdorf, alla periferia di Aquisgrana, il processo per il cóntergan, il sonnifero a base di talidomide, al quale si attribuisce la' responsabilità della nascita di migliaia di bambini deformi e privi di arti. Per il processo, che durerà almeno due anni, è stato affittato un teatro capace di 800 posti, per il pubblico e per la stampa sono stati riservati parcheggi, stampate tessere speciali e mappe, mobilitate la polizia e la Croce Rossa, rinnovati gli alberghi e i ristoranti, costruita una centrale di telefoni e telescriventi, affissi cartelli indicatori. Tutto superfluo. A giudicare da quello che si è visto oggi, il processo avrebbe potuto svolgersi in una normale sala di Palazzo di giustizia. Il teatro di Alsdorf stamane non era pieno neppure a metà: vi erano giornalisti, quasi tutti stranieri, fotografi, teleoperatori in gran numero, poi i parenti di 23 bambini focomelici e, forse, una trentina di spettatori. Nel pomeriggio, meno gente ancora. Nella prima udienza, tutta dedicata alla procedura e caratterizzata da intervalli per consultazioni e decisioni del collegio di difesa e della Corte, si è dibattuto sulla malattia di uno degli imputati, il dott. Heinz Kelling, di 48 anni, che rimarrà assente per gravi motivi di salute e sarà processato a parte (per cui sul banco degli accusati siedono solo in sette: Hermann Wirtz, Hans Werber von Schrader, Guenther Sievers, Hand Werner, Klaus Winandi, Herman Josef Leufgens, Jacob Cahuvistre) e sulla possibilità che un dipendente della Chemie Gruenenthal, fabbricante del cóntergan, possa essere nello stesso tempo avvocato di difesa e testimone. Gli animi si sono scaldati, vi sono stati scontri vivacissimi, gli uomini di toga che per due anni (senza ferie) siederanno insieme in questa sala hanno affilato le armi, schierando i fronti, che sembrano compatti: non solo quello dei quattro rappresentanti della pubblica accusa e quello dei cinque avvocati di parte civile, in rappresentanza di 396 bambini, ma anche dei 18 avvocati di difesa. Le. parole cóntergan e talidomide non sono state pronunciate oggi ad Alsdorf, né si è parlato di bimbi malformati o di adulti sofferenti di disturbi nervosi. Tra le dispute e i cavilli si è perso tanto tempo che si è potuto appena cominciare la lettura delle generalità degli imputati. Il capo di accusa abbreviato (l'originale consta di 972 pagine dattiloscritte) verrà letto nei prossimi giorni. I genitori degli infelici bambini (undici coppie di marito e moglie, sette padri e cinque madri venuti da soli), povera gente che aveva fatto un lungo viaggio fin quassù alla frontiera belga, guardavano increduli e delusi, non riuscivano a capire, domandavano incèrti quanto tempo durerà prima che si parli di quello che è successo. Un magistrato ha detto a una madre che passeranno ancora alcuni mesi. Dapprima la Corte si occuperà dei disturbi nervosi attribuiti al cóntergan (le cosiddette " polinéurosi ") e ad Alsdorf sfileranno psichiatri, periti, professori universitari di tutto il mondo, poi — forse in agosto, forse in settembre — si comincerà a parlare dei bambini. I genitori dei focomelici, che sono 2625 in Germania e 2 o 3 mila in altri paesi (in Svezia sono circa 500, mi ha detto un medico di Stoccolma, il dottor Sjoestroem, venuto apposta fin quaggiù), questa sera non riuscivano a rendersi cónto dell'andamento del processo. Da sette-otto anni lottano disperatamente per crescere i loro bimbi nati senza mani, senza gambe o com gravi anomalie interne, sei anni e mezzo fa la magistratura ha cominciato a istruire il processo, sono stati interrogati scienziati, medici e genitori in 47 paesi — tra cui Australia, Giap pone e Ghana —, e ora vengono a sapere che il chiarimento del loro dramma verrà rinviato ancora. Si aspettavano — come Topi-. j nione pubblica — un processo carico di umanità e di dolore, si ritrovano in un teatrino illuminato al neon, senza neanche la giustizia bendata alla parete, in un procedimento tecnico, nel quale vengono usate parole incomprensibili ai profani. Sono schivi e riservati, questi genitori dei fanciulli focomelici. Parlano con com- mozione di Klaus, di Susanne, di Ursula, di Ingrid, di Walter, mostrano sorridendo ai giornalisti le fotografìe delle loro creature, dicono con orgoglio «sa lavarsi da solo », « ha solo sette anni, legge scrive e dipinge » oppure « è un demonio di vivacità », ma rifiutano di dire i propri cognomi. « L'anno prossimo Michael andrà a scuola — dice un padre —, una scuola per bambini normali ». Da tre anni il bambino, senza braccia, le mani che sporgono dietro le spalle, frequenta l'asilo. Ogni mattina il padre lo accompagna in automobile e va a riprenderlo all'una. Il proprietario della fabbrica gli ha concesso un permesso speciale per allontanarsi due volte al giorno dal posto di lavoro. « Michael è un bambino come gli altri, forse un po' troppo intelligente e aggressivo — insiste il padre. — L'unica precauzione che abbiamo dovuto prendere è quella di fargli indossare sempre un elmo protettivo (si sente un po' motociclista, un po' astronauta) perché cadendo non può ripararsi con le braccia a difesa del volto». Una giovane madre, rimasta senza marito, piccola e chiusa come un'isolana, dice alfine che è felice con il suo bimbo. Se solo potesse avere un aiuto finanziario, la vita sarebbe più facile. Non le importa che venga punito chi ha fatto del male — tanto, suo figlio non riavrà mai le gambe —, vuole soltanto un po' di aiuto. E' questa l'unica ragione per cui, come la maggior parte degli altri genitori, si è costituita parte civile. Ma dovrà aspettare anni e soltanto in caso di una condanna degli imputati potrà intentare causa civile. Finora in Germania (a differenza dall'Inghilterra e dalla Svezia) è stato fatto poco per i nimbi focomelici: lo Stato ha messo a disposizione in questi anni circa 1 miliardo t mezzo di lire, in alcune città (Hannover, Colonia, presso Brema) i bambini sono sta ti raccolti in asili speciali per essere avviati, magari con uno o due anni di ritardo, alle scuole elementari. Quelli che già vanno a scuola si sono inseriti bene e primeggiano nello studio.. « Scuole normali » ripetono i genitori, fieri delle loro creature: - rw tìfeÉ^ji T,to Sa"5*..... iii rs L'aula di Alsdorf. ieri durante il processo per il «talidomide». A sinistra, gli imputati (Tel. Associated Pre., iiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiminiiimiiiiiii iiillMilllllllllililtiniiliiiliiiiiiiuil iiiiimiiuiiMiniimiiiniiiiHiiiMiiiiiiiiiimiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiirm^ IIII

Persone citate: Brema, Hans Werber, Heinz Kelling, Herman Josef Leufgens, Hermann Wirtz, Jacob Cahuvistre, Klaus Winandi, Schrader, Sjoestroem