Comesi è votato a Roma e nel Lazio

Comesi è votato a Roma e nel Lazio Comesi è votato a Roma e nel Lazio La de ha nove senatori (uno'in più) e mantiene i 16 deputati - Il psu perde due seggi alla Camera, il pei ne guadagna uno; il pli passa da 4 a 3 deputati - Stabile il pri - Scompaiono i monarchici; forte calo dei missini - Tra i non eletti, l'ex ministro Folchi (de), e forse il missino Caradonna - In testa alle preferenze: Nenni per il psu, Andreotti e Bonomi per la de - Il gen. De Lorenzo ha avuto pochissimi voti (Nostro servizio particolare) Roma, 21 maggio. Si sono concluse nel pomeriggio le operazioni di scrutinio per la Camera e il Senato a Roma e nel Lazio. La democrazia cristiana, per il Senato, è passata dal 31,5 al 33,5, avvicinandosi quindi alla sua rappresentanza nazionale. Alla Camera è salita dal 33.49 al 34,4. I suoi senatori sono 9 invece di 8: tuttavia l'ex ministro del Turismo Alberto Folchi, che aveva scelto di presentarsi al Senato invece che alla Camera, non è stato eletto. Quanto a preferenze per la Camera sono in testa, come per il passato, gli onorevoli Andreotti e Bonomi ed è terzo il sindacalista Storti con un notevole aumento di preferenze. Tra i 16 deputati laziali che la de aveva e torna ad avere, vi sarà il « leader » della sinistra democristiana di « base », Galloni, che non era deputato. I repubblicani che avevano un deputato (Camangi) nel Lazio, eletto nel collegio unico nazionale, hanno ora un deputato direttamente designato nella circoscrizione: quasi certamente si tratterà di Oscar Mammì, assessore comunale di Roma. I socialproletari che alla scissione avevano nel Lazio un senatore e un deputato, li mantengono: sono il segretario del partito Vecchietti e il capogruppo senatoriale Tomassini. I socialisti avevano a Roma, dopo la scissione del psiup e la riunificazione tra psi e psdi tre senatori, che mantengono, e otto deputati. Ora avranno invece solo sei deputati, essendo diminuita la loro percentuale per la Càmera dal 17,8 al 12,9. Per il computo, ancora in corso, delle preferenze, in testa è Nenni. con un sesto di voti più di Tanassi che lo segue. Certamente eletti anche Sargentini, che proviene dall'ex psdi e Zagarì e Venturini che vengono dall'ex psi. Seguono un altro ex socialista e un ex socialdemocratico, uno dei quali non sarà rieletto. I comunisti hanno mantenuto i loro sette senatori; alla Camera hanno raggiunto il 27,7 per cento dei voti regionali, per cui i loro deputati salgono da dodici a tredici. Nel Lazio il pei guadagna il 2,1 per cento. In tutta la regione si è avuto l'l,5 per cento di schede bianche, contro l'l,9 della media nazionale per la Camera. Vanno infine attribuite alla regione, con i resti nazionali, tre deputati. II msi, che aveva nel Lazio la sua roccaforte, ha perso al Senato l'l,3 per cento degli elettori e alla Camera il 2,3 scendendo all'8.3 per cento. Perde, nella regione, un senatore e un deputato: sarà incerto sino a domattina se decada dal mandato elettora¬ le l'on. Romualdi o l'on. Caradonna, noto per essere il « capomanipolo » di tutte le bravate neofasciste condotte nella capitale. Scompare del tutto dal Parlamento la rappresentanza laziale monarchica, che era formata da un deputato e da due senatori. Il generale De Lorenzo candidato per i monarchici anche a Roma ha avuto pochissimi voti preferenziali. I liberali, che hanno sostanzialmente mantenuto le loro posizioni nel Lazio (dall'8,23 al 7,7 per il Senato e altrettanto alla Camera), perdono tuttavia uno dei loro quattro deputati e mantengono i due senatori: certamente rieletti sono stati gli on. Malagodi e Bozzi (segretario e vicesegretario nazionale del partito) e il senatore Bonaldi: soltanto domattina si potrà conoscere il nome del terzo deputato e del secondo senatore. g. m.