Kim Soo Ki (e soprattutto la moglie) perplessi per l'accoglienza dei milanesi

Kim Soo Ki (e soprattutto la moglie) perplessi per l'accoglienza dei milanesi Kim Soo Ki (e soprattutto la moglie) perplessi per l'accoglienza dei milanesi Un gruppo di belle ragazze in minigonna ha accolto all'aeroporto il campione mondiale dei medi-juniors - Il pugile coreano sarà opposto sabato a Mazzinghi sul ring di Milano (Nostro servìzio particolare) Milano, 20 maggio. Kim Soo Ki, il pugile coreano che sabato sera metterà in palio il titolo di campione del mondo dei medi juniors contro Sandro Mazzinghi, è arrivato oggi a Milano. Un gruppo di belle ragazze in minigonna era ad attenderlo, attribuendogli una pittoresca accoglienza « all'americana » con molti sorrisi e molti festeggiamenti, a tutto vantaggio della campagna pubblicitaria per l'imminente match. Kim Soo Ki, e soprattutto la moglie. Hasa Chung, sono rimasti piuttosto perplessi per l'inattesa manifestazione di simpatia. Il pugile era accompagnato dal fratello e procuratore Kim Soo Ham, e dal segretario della federazione coreana Park, che sabato sarà uno degli arbitri. Venerdì verrà inoltre raggiunto dal suo secondo, Kim Roy. Kim Soo Ki e la sua piccola « corte » soggiorneranno a Milano a spese della Sis, la società organizzatrice che, per convincere Kim Soo Ki a venire in Italia con il titolo di campione del mondo, strappato a Benvenuti, ha dovuto assicurargli una borsa di 55 mila dollari (quasi 35 milioni di lire), ed il viaggio ed il soggiorno pagati per lui e per quattro accompagnatori. In complesso la trasferta in Italia della colonia coreana costerà alla Sis 40 milioni di lire. Stillinolo ed i suoi collaboratori, considerando che dovranno versare circa il 33 per cento dell'incasso ài fisco ed al comune di Milano per l'affitto del campo e che dovranno inoltre pagare le altre «vedettes» che movimenteranno la serata di sabato (Bertini, Lodoio olo, Bossi e lo stesso Mazzinghi) potranno dunque pareggiare a mala pena le spese, solo se incasseranno 80 milioni di lire. Kim Soo Ki, tuttavia, non sembra affatto disposto a farsi togliere il titolo. Al suo arrivo a Milano, il ventino- venne pugile asiatico è apparso molto sicuro di se stésso. Alto un metro e settanta, gambe corte, torace ampio, Kim ha sfoggiato una disinvoltura eccezionale. .«Avevo dimenticato, ha cominciato col dire, che l'Italia fosse così lontana. Il viaggio Seul - Tokio - CopenaghenMilano, è stato più lungo dì quel che pensassi e mi ha affaticato. Per fortuna, è da più di due mesi che mi alleno. Sono atleticamente ben preparato e farò molto presto a smaltire la stanchezza. Peso intorno ai 72 chili e posso facilmente rientrare nei limiti dei medi juniors quando, voglio. Da professionista è la prima volta che combatto fuori dall'Asia. Ho boxato a Roma,^ durante le Olimpiadi; e non'ho "vinto la medaglia d'oro perché ho perduto contro Benvenuti. Ma da allora sono'molto migliorato e, del resto, l'ho dimostrato, prendendomi la rivincita su Benvenuti a Seul, nel match che mi ha consentito di vincere la corona mondiale dei medi juniors ». A Kim Soo Ki è stato fatto osservare che, proprio su quel combattimento del 25 giugno 1966 a Seul contro Benvenuti, sono state avanzate molte ombre. Kim Soo Ki non ha perduto la rituale gentilezza di modi: « Uno sportivo, ha detto, deve saper perdere, e Benvenuti, evidentemente, non sa perdere. Io avevo vinto regolarmente. Quando si è rotto uno dei paletti di sostegno del ring, non io ero in difficoltà, ma Benvenuti. Per dimostrare chi di noi due ha ragione spero di batter Mazzinghi e di conservare il titolo mondiale dei medi juniors, proprio per poter ottenere di battermi nuovamente con Benvenuti, titolo mondiale dei pesi medi in palio ». David Messina Kim Soo Ki all'aeroporto di Milano accanto ad una delie belle ragazze che lo hanno accolto: sullo sfondo a sinistra la moglie del pugile coreano (f. Moisio)