Su «appelli» e comizi questo il mio parere di Enzo Biagi

Su «appelli» e comizi questo il mio parere NON SIAMO SEVERI: L'UOMO È FRAGILE Su «appelli» e comizi questo il mio parere Oggi si vota. Anche le facce dei candidati, nei manifesti, sembrano più distese. Tacciono gli aitoparlanti che diffondevano, imparzialmente, l'Inno a Roma, quello di Garibaldi, e il motivo del film * Un uomo, una donna ». Serviva da richiamo ad una lista di tecnici apolitici ma sentimentali. Anche i moderatori fanno vacanza, c tornano a dirigere dibattiti sull'economia dei consumi c sul campionato di calcio. Siamo stati bravi: ognunoha detto la sua. L'altra sera, a Milano, in piazza del Duomo, parlava Pajetta; in Galleria c'era una conversazione su' Giovanni XXIII; in un circolo culturale, dalle parti di San Babiia, si discuteva sulla teologia della violenza; in un teatrino i monarchici presentavano un ardente programma per il passato, e un vecchio ufficiale per l'avvenire. I Diciamo, la verità: anche la, propaganda ha fatto progrèssi. Ricordo che una volta, alla vigilia delle elezioni, c'era chi distribuiva, con esaltanti ma; vaghe promesse, concreti pac-, chi di pasta; ricordo.che in Umbria venerate immagini muovevano, secondo disinteressate testimonianze, improvvisamente gli occhi, quasi a fare intendere che, dall'alto, qualcuno vigilava; c'erano oratori, che pur non avendo alcun rapporto con i coltivatori diretti, per attrarre l'attenzione del popolo distratto, salivano sul podio tenendo su una spalla un gallo ammaestrato, che sottolineava, a comando, i passi più importanti del. discorso. ';; Siamo diventati moderni e pacati, e dall'America, qualcuno ha importato invenzioni più suggestive ed allegre. « Trust di cervelli » hanno escogitato trovate inedite per ' queste platee. Così, ad esempio, ad un comizio che voleva anche porre in rilievo l'insostituibile compito della famiglia, partecipavano i freschi coniugi Rita Pavone e Teddy Reno, che con la loro presenza confermavano la felicità che nasce da un regolare connubio, e dimostravano le gioie e le consolazioni che offre un sereno focolare. Qualcuno, negli ambienti burocratici . e legali, ha osservato che Teddy aveva fatto prima un matrimonio civile che non aveva valore religioso, poi è convolato a nozze teligiose che non hanno però valore civile, ma non bisogna sottilizzare, perché è dalla esperienza che nasce la saggezza. 1 Con « Tribuna elettorale », invece, e con gli «appelli », siamo ancora alle care ed antiche consuetudini. Il regolamento impone alla Rai di far sedere sui banchi della stampa tutti i rappresentanti degli organi di partito, mentre si estraggono i redattori delle testate indipendenti. A giudicare dalle domande che sono state rivolte agli onorevoli, si ha l'impressione che la sorte non abbia molto favorito la categoria alla quale ci onoriamo di appartenere. I colleghi che rappresentano più ideali che tirature non sanno resistere alla tentazione di .rivolgere all'intervistato, invece di un quesito, un fervorino; gli apartitici non si sottraggono al piacere di una piccola esibizione, nella quale sfoggiano (documenti, ahimè, alla mano) le loro cognizioni storico - filosofiche - statistiche. Chi si sente al servizio della causa, chi della propria umana vanità; ma nessuno dello spettatore. Invece di un protagonista, ne saltano fuori dieci o quindici, e spesso la discussione si trasforma in una sagra della noia e dei congiuntivi distribuiti senza troppo rispetto delle regole e della parsimonia. Se il motto carducciano che imputa qualunque possibile e bassa azione a chi, potendo esprimere un concetto con sei parole ne adopera il doppio, dovesse essere considerato assolutamente valido, ne verrebbero fuori terribili sentenze. C'è, insomma, negli interroganti, una vaga aria di sfida, la voglia di fargli vedere al politico, e all'abbonato alla tv in ordine col canone, come loro sono in gamba; e qualcuno, più che un pretesto al dialogo, cerca di provocare un motivo alla rissa, e così all'aggettivo si oppone l'urlo. Qualche considerazione meritano pure gli inesorabili « appelli » che offrono, anche a persone che normalmente affrontano con qualche perplessità l'esatta grafia di oscuri termini come .equo, iniquo e innocuo, l'occasione di presentarsi da intellettuale. L'intellettuale, secondo le correnti definizioni, è « una persona colta, con l'animo aperto ai godimenti dello spirito». In un manifesto che esorta a votare per un, certo simbolo, ho Ietto i nomi di signore, at¬ trici, presentatrici e cantanti, che probabilmente ritengono che a Flaubert si debba tanto l'omonima carabina come la storia di Madame Bovary. E' dal 1945 che si mettono firme sotto ogni genere di manifesti: per l'India, per il Congo, contro l'atomica, contro i bacteri, contro l'Fbi, e più o meno, sono sempre gli stessi, e mossi da quell'orgoglio che faceva dire ai reduci del quadrato di Villafranca: Io c'ero. Nel grande e civile spettacolo di trentacinque milioni di .cittadini che vanno a votare, non potevano mancare anche le note amene. Le nostre non sono, come si dice adesso, che lievi e trascurabili «contestazioni». Enzo Biagi

Persone citate: Flaubert, Giovanni Xxiii, Ietto, Pajetta, Rita Pavone, Teddy Reno

Luoghi citati: America, Congo, India, Milano, Roma, Umbria, Villafranca