Il pianista Rubinstein e una novità di Fuga

Il pianista Rubinstein e una novità di Fuga All'Auditorium della Rai Il pianista Rubinstein e una novità di Fuga Il concerto diretto da Pietro Argentò ! All'ultimo concerto della stagione sinfonica (salvo ricuperi) conferiva lustro la presenza d'un sommo solista, e interesse una prima esecuzione assoluta. II solista era l'intramonta- bile Arthur Rubinstein, che ha sollevato l'entusiasmo della sala affollatissima, con una esecuzione lucida, gagliarda e vivace dell'oleografico Concerto in si bemolle minore di Ciaicovski. Non solo l'interprete ne ha realizzato tutti gli ovvi motivi di seduzione edonistica e di piacere auricolare, ma ha introdotto nobiltà ed eleganza dappertutto dove era possibile, particolarmente nel secondo tempo, in quell'impreveduto e brillante « prestissimo », che, eseguito a questo modo, cessa di sembrare un'incongruente concessione al virtuosismo. La prima esecuzione assoluta era quella della Sinfonia di Sandro Fuga, grossa e impegnativa composizione alla quale il musicista torinese (d'adozione, si capisce) ha lavorato assiduamente negli ultimi due anni. Scrivere una Sinfonia al giorno d'oggi, una quasi regolare Sinfonia in quattro tempi, è in certo senso anche un atto di fede: una presa di posizione in favore di certi ideali di disciplina e di tradizione, e quasi anche una provocazione polemica. La ampiezza della concezione e le esigenze formali dell'architettura impongono talvolta l'obbligo di passi a funzione quasi esclusivamente strutturale, destinati a collegare e portare i momenti poetici, nei quali l'artista confida le parole più sentite. Tale l'inquietudine cupa, come gravata dal peso di funesti presagi, della melodia strumentale, dell'«Allegro moderato», tutta giocata tra contraccolpi di fervore e di accasciamento che fanno talvolta pensare a Franck, per una affinità più spirituale che stilistica. Tali, specialmente, due episodi del secondo e del terzo tempo, e precisamente il « trio » lento dello scherzo, dove s'arresta la vivacità dell'ispido ritmo « molto vivo », e da una sosta piena d'attesa emergono dapprima svolazzi svagati dei flauti e pizzicati di violoncelli, poi tutto un discorso dei legni, di singolare e autentica originalità. Oppure nel terzo tempo, dopo la nenia funebre iniziale, la lunga melodia dell'oboe e poi quella del primo violino solo, «su preziose armonie dei corni in sordina. Il pubblico ha mostrato d'apprezzare la nobile composizione, applaudendo ripetutamente l'autore insieme al maestro Pietro Argento, che ne ha dato una concertazione accurata e un'equilibrata esecuzione, fornendo pure un adeguato accompagnamento all'acclamata esibizione di Rubinstein nel Concerto ciaicovskiano. m. m. Arthur Rubinstein, 82 anni

Persone citate: Arthur Rubinstein, Pietro Argento, Rubinstein, Sandro Fuga