Si apre il Festival di Cannes favorito il cinema italiano

Si apre il Festival di Cannes favorito il cinema italiano Yentìsei film in concorso da stasera al 25 maggio Si apre il Festival di Cannes favorito il cinema italiano E' il solo, con quello inglese, ad essere rappresentato da quattro opere - Proiezione inaugurale di « Via col vento » in ricordo di Vivien Leigh - Annullato P« omaggio » al regista Bergman perché la Svezia ha /tenuto in serbo i suoi film per Sorrento (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 9 maggio. Da domani al' 25 maggio, cori un giorno dfeccedenza sul previsto: XXI Festival cinematografico di Cannes. Ha già un altro nome, «irfestival degli omaggi ». Cerimonia e pletora, due precipue caratteristiche della grande manifestazione francese, quest'anno infatti rifulgono. Si comincia dal commemorare l'attrice Vivien Leigh, presentando in serata inaugurale la riedizione, in 70 millimetri e schermo panoramico, di Via col vento, ove la compianta fu un'indimenticabile «Rossella», Poi un altro grande scomparso, il regista danese Cari Dreyer, sarà onorato con un'antologia di suoi film e un documentario biografico; quindi il critico francese Georges Sadoul avrà il debito compianto di quella Cannes che lo ebbe per tanti anni tra i suoi fedeli. Infine, passando agli astratti, « omaggi » alla Musica (col film che Clouzot e Reichenbach hanno dedicato a Herbert von Karajan) e allo Sport (col documentario di Claude Lelouch e dello stesso Reichenbach sui Giochi olimpici invernali di Grenoble). E' stato invece cassato l'« omaggio » al regista Ingmar Bergman: contro-provvedimento all'astensione della Svezia, quest'anno, dalla Croisette, a beneficio di Sorrento. Questo è già un « preincidente » diplomatico. Ma a evitare il ripetersi di «incidenti » della fòrza di quello di Ulyssès dell'anno scorso, si è provveduto con una disposizione precisa, che vieta agli stizzosi di ritirare i film già ufficialmente presentati. Inoltre si è- un po' snellita la compagine dei premi, che a Cannes furon sempre troppi. E queste sono le novità strutturali della XXI edizione. Ma quasi ci dimenticavamo del festival .ih quanto rassegna. f»"par|è del leone è suddivisa tra ftalia e Gran Bretagna (con 4 pellicole per ciascuna, tutte in concorso). Il pubblico italiano ha già: visto e giudicato Banditi a Milano di Carlo Lizzani, Grazie zia di Salvatore Samperi e I protagonisti di Marcello Fondato. Nuovo anche per noi è invece il film « ufficiale » Seduto alla tua destra di Valerio Zurlini, interpretato da Woody Strode, Franco Cittì e Jean Servais. Troppi banditi? Lasciando che vanno di moda (l'ospite più ambita è infatti Faye Dunaway, la famosa «Bonnie»; ma purtroppo ha già cominciato a far le bizze), la nostra «selezione », favorita anche dal sorteggio che le ha assegnato tre « soirces », risulta notevole e fa sperar bene. Parzialmente italiano (un episodio è di Fellini) è anche Histoires extraordìnaires, da Poe, presentato dalla Francia fuori concorso. Il cinema inglese si affida al trentaduenne Peter Collison, di cui si e visto recentemente Un attico sopra l'inferno. Quello di Cannes è il suo secondo film: The long day's dying («Un giorno come tanti altri », da un romanzo, di Alan White), narra la storia di tre paracadutisti inglesi durante l'ultimo conflitto, è interpretato da Alan Dobie, Tony Beckley e David Hemmings (il « fotografo » di Blow-up). Firmato da Albert Finney e interpretato dallo i stesso, Charlie Bubbles ci introdurrà nell'intimo dì uno scrittore ancora alla ricerca di se stesso; Nere we go around the Mulberry Bush di Clive Donner offre un dittico studentesco con frange erotiche; scoppi e rombi promette il film di J. Cardiff, dal titolo Le motociclette. La Francia continua a dirsela con i giovani esordienti: di Michel Cournot, critico cinematografico del « Nouvel Observateur », si annuncia Les gauloìses bleues. « spaccato » meditativo di un giovane operaio prossimo a diventare padre (interpreti J. P. Kalfon, Annie Girardot, Francois Perrier); di Dominique Delouche, Vingt quatre heures de la vie d'une femme, con Danielle Darrieux (la donna del titolo) e Robert Hoffmann (un giocatore rovinato dalla roulette). Terzo fra cotanto verde, avremo l'illustre Alain Résnais col suo Je t'aime, ie t'aime, viaggio nella memoria di un uomo salvato dal suicidio. A pari peso con la Francia, segue la Cecoslovacchia: L'estate capricciosa di Jiri Menzel (l'autore di «Treni rigorosamente sorvegliati »), ritratto di un Don Giovanni di provincia; Al fuoco, pompieri di Milos Forman (« Gli amori di una bionda »); La festa e gl'invitati di Jan Nemec. Gli Stati Uniti mettono in lizza Trilogy di F. Terry e Petulia di Richard Lester («The knack») con Julie Christie, che dopo sei mesi di matrimonio pianta in asso il marito per seguire un medico divorziato (George G. Scott). Vengono poi le Nazioni di un solo film; e fra queste fa piacere ritrovare il Giappone con Yabu no naka no kuroneko di Kaneto Shindo, fosca vicenda di samurai. L'Urss espone una nuova versione di Anna Karenina di Alexander Zarkhi, protagonista Tatiana Samoilova (« Il volo delle cicogne»); la Spagna, Peppermint frappé di C. Saura; la Germania federale II castello, con Maximilian Sciteli; la Polonia, Zwot Mateusza di W. Leszcynski; Israele, Le sette figlie di Tuyva di M. Golan. Né mancano Ungheria, Jugoslavia, Danimarca, Grecia. Si aggiungono le molte manifestazioni collaterali (tra cui la « Settimana della critica » con dodici film, uno dei quali della Costa d'Avorio), il solito turbinìo dl stelle, reale o nominale, e l'attrazione permanente, nella giuria presieduta dall'accademico di Francia André Chamson, di Monica Vitti. E tuttavia la sagra cinematografica francese sboccia quest'anno in un'aria calda e distratta (studenti, negoziati pel Vietnam) che potrebbe pregiudicarne la fortuna turistico-mondana. Poco male se in compenso ci darà dei buoni film. ' Leo Pestelli