Dramma e commedia in due film di guerra
Dramma e commedia in due film di guerra SUZZO SCHERMO Dramma e commedia in due film di guerra « Warkill »: un feroce colonnello americano dà la caccia ai giapponesi - «Vado in guerra a far quattrini»: tragicomiche avventure di un postino francese in Indocina (Ambrosio) - Un perfettissimo « bianco », grazie all'» ammollo » nell'odio di razza, può risultare un autentico mostro. Tale il colonnello americano Hannegan, che nelle Isole Filippine, dopo la resa del Giappone, continua alla testa dei guerriglieri una sua guerra personale e voluttuaria contro nuclei di soldati nipponici che ancora resistono. In patria la fama di Hannegan è quella di un eroe popolare, quasi un altro Nembo Kid. Un giornalista, che ad essa ha contribuito scrivendo di lui senza conoscerlo, si fa paracadutare nella giungla per avere quella gioia; ma a mano a mano che conosce i metodi del colonnello, che assiste alle sue « cacce », come lui le chiama, contro gli aborriti « musi gialli », l'ammirazione gli si cambia in ribrezzo e schifo. Hannegan non fa prigionieri, non risparmia i feriti, alleva cani ferocissimi e topi famelici cui affida mansioni ausiliarie, affinché i massacri siano più lenti, elaborati e goduti. Inevitabile l'urto tra il giornalista e il sadico, intanto che, le « purghe » continuano. Finché il colonnello sembra volersi ravvedere e cercare un mezzo di espiazione. Ma lo trova nell'ordine congeniale del macello versando altro sangue: morirà difendendo da un attacco nemico una chiesa-ospedale ove sono ricoverati, con altri feriti, anche dei giapponesi. Sul suo cadavere, il giornalista e un sopraggiunto ufficiale regolare moralizzano perplessi... Sotto colore di volerle riprovare, Warkill, diretto a colori da Ferde Grofe jr. e interpretato da George Montgomery (la belva) e Tom Drake (l'uomo), espone un repertorio di crudeltà, sguazzandovi fino al collo. E' una pellicola mediocre, ma, nonostante le sue buone intenzioni, pericolosamente ambigua. 1. p. (Colosseo^ Hollywood, Massaua). — Il regista francese Claude Bernard-Aubert mescola ambiguamente tragedia e comicità nello scope a co lori Vado in guerra a far quattrini, ambientato in In¬ docina prima della caduta di Dien Bien Phu. Attratto dal miraggio della paga alta e della gloria facile, un postino di Montmartre che ha il volto tollerante e faceto di Aznavour si arruola legionario credendo di trovare laggiù molta brigata e vita beata. L'illuso è tosto mortificato da una realtà crudamente diversa: un nemico insidioso e sfuggente, una guerra terribile. L'ometto finisce in una posizione avanzata che l'incalzare dei « viet » obbliga quasi subito a sgomberare. Cade prigioniero con i commilitoni (l'abituale eterogeneo campionario di mercenari). Nell'improvvisato campo di concentramento, scenette d'uso, pesanti scherzi reciproci, reiterati tentativi di fuga: quello che riesce è inutile poiché la concomitante disfatta del generale De Lattre de Tassigny « sospende », almeno per i francesi, il conflitto. Il postino, abituato a cadere in piedi, si è fatta nel .frattempo l'amichetta « viet »: ilare e dimentico se ne va con lei a Parigi... in bicicletta. Il film è modesto nonostante le palesi ambizioni, la parte bellica girata in loco e il suo proposito di voler moralisticamente correggere la dura realtà col sale dell'ironia. La drammaticità dello sfondo (dove ci si ammazza senza interruzione) conferisce ovviamente risalto a tutto quello che v'è in esso di atrocemente guerresco, ma toglie spontaneità alle divagazioni scherzose. Ne nasce una disarmonia che per lo spettatore è anche disagio. vice
Persone citate: Aznavour, Claude Bernard-aubert, De Lattre De Tassigny, George Montgomery, Tom Drake
Luoghi citati: Dien Bien Phu, Filippine, Giappone, Hollywood, Indocina, Massaua, Parigi
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