Tra Washington ed Hanoi c'è già stata qualche intesa? di Nicola Caracciolo

Tra Washington ed Hanoi c'è già stata qualche intesa? Ottimismo in America sui negoziati di pace Tra Washington ed Hanoi c'è già stata qualche intesa? Le parti hanno espresso la volontà di trattare seriamente - Il ministro della Difesa, Clifford, dichiara che le infiltrazioni dal Nord Vietnam al Sud non sono aumentate dopo la limitazione degli attacchi aerei al 19" parallelo - Sembra certo che (appena iniziati i colloqui di Parigi) la Casa Bianca ordinerà la sospensione totale dei bombardamenti (Dal nostro corrispondente) Washington, 4 maggio. La delegazione americana per i negoziati con il Nord Vietnam a Parigi sta preparando i documenti su cui discutere. Il segretario dì Stato Rusk ha indicato oggi uno dei punti su cui gli americani insìsteranno: ì problemi di tutti i paesi dell'Asia sud-orientale sono collegati tra di loro. Un accordo con il Nord Vietnam andrà al di là dei confini vietnamiti, ma comprenderà l'intera regione. Il governo francese fa da intermediario tra americani e nordvietnamiti per ciò che riguarda i problemi pratici dell'incontro. Funzionari del governo americano hanno messo in guardia i giornalisti contro le speranze eccessive. Ci si può attendere, è stato detto, una lunghissima trattativa. Il precedente della Corea, dove i negoziati di pace durarono due anni, nel corso dei quali si continuò a combattere, viene ricordato di frequente. Come mai, ci si continua a chiedere a Washington, la situazione si è all'improvviso sbloccata ieri? Si sa che l'offerta di Hanoi di andare a Parigi è stata preceduta da una intensissima serie di contatti per mezzo di intermediari non meglio specificati. Di preciso c'è il fatto che gli Stati Uniti hanno chiesto all'Unione Sovietica di adoperarsi per convìncere Hanoi a trattare. Allo stato attuale delle cose sull'andamento dei negoziati è impos- sibìle fare previsioni. Tutto dipende in sostanza da cosa è successo nel periodo tra il 31 marzo (quando Johnson per favorire i negoziati limitò i bombardamenti contro il Nord Vietnam) e ieri. Una voce che circola a Washington e che merita dì essere registrata anche se il Dipartimento di Stato nega che abbia fondamento, è che americani e nordvietnamiti, sia pure per interposta persona, una serie dì promesse o per lo meno di affidamenti devono essersela scambiata. E' probabile, si ritiene, che poco prima o poco dopo l'inizio dei negoziati ci sarà una nuova riduzione dei bombardamenti americani contro il Nord Vietnam, forse anche una sospensione totale. Il Nord Vietnam dal canto suo ha già dato una risposta — è difficile dire se esplicitamente o tacitamente — alla de-escalation americana. Il segretario alla Difesa Clark Clifford ha rivelato che dopo la fine dei bombardamenti a nord del ventesimo parallelo le infiltrazioni nel Stid Vietnam non sono aumentate. Il Nord Vietnam ha cioè indicato di non voler usare la riduzione degli attacchi americani per rafforzarsi militarmente. E' possibile che gli interlocutori abbiano già in mente una soluzione di compromesso per ciò che riguarda l'oggetto stesso della guerra, cioè il Sud Vietnam? Governo di coalizione al quale partecipino i guerriglieri, governo neutralista formato da uomini accettabili sia dall'una che dall'altra parte, una garanzia internazionale in vista di libere eiezioni: le formule di cui si è parlato sono molte. E' difficile immaginare che gli americani e i nordvietnamiti (che hanno avuto negli ultimi anni, malgrado la guerra, tante occasioni di contatto) stiano andando a Parigi — creando un'aspettativa enorme nell'opinione pubblica di tutto il mondo — alla cieca con il pericolo di ritrovarsi di fronte solo per verificare un dissenso insanabile. Il negoziato cioè potrebbe dopo tutto essere più breve di quanto si ritiene. Nicola Caracciolo

Persone citate: Clark Clifford, Johnson, Rusk