Festa di popolo e nessun incidente a Gerusalemme per la parata militare di Carlo Casalegno

Festa di popolo e nessun incidente a Gerusalemme per la parata militare M SSMIOM Festa di popolo e nessun incidente a Gerusalemme per la parata militare Dopo una notte di balli e canti nelle strade, gli israeliani hanno assistito alla grande sfilata del loro esercito - Mostrate le modernissime armi catturate agli arabi nella guerra di giugno: i giganteschi carri armati «Stalin» (offerti dall'Urss all'Egitto), i razzi anti-aerei, i cannoni blindali - E' stata l'ultima manifestazione militare: il prossimo maggio sarà organizzata una marcia collettiva di civili (Dal nostro inviato speciale) Gerusalemme, 2 maggio. Fra il tramonto di ieri ed il pomeriggio di oggi, Israele ha celebrato a Gerusalemme, in una atmosfera di festa popolare ma anche di accesa esaltazione nazionale, i 20 anni di indipendenza. La cronaca della giornata non meriterebbe un lungo discorso, se questo fosse un paese come gli altri e vivesse in condizioni di normalità. Le manifestazioni sono state più o meno quelle cui si assiste dovunque in circostanze simili: una specie di allegra baraonda carnevalesca per gran parte della notte, balli in strada come il i.4 luglio à Parigi; fuochi di artificio solo un poco meno fantasiosi che nel nostro Mezzogiorno, e stamane la rivista, come si fa in tutti gli Stati il giorno della festa nazionale. C'era qualcosa di tragico e di solenne persino nella festa popolare. Si ballava nelle piazze dove fino a notte erano rimasti accesi dei fuochi simbolici in memoria dei caduti nelle tre guerre di questi venti anni, e prima ancora nella difesa delle comunità ebraiche contro il terrorismo: vi montavano la guardia, insieme con i soldati di leva, i veterani dell'esercito clandestino (per la prima volta erano presenti anche alcuni superstiti dell7rf7ùn e del gruppo Stern: le formazioni estremiste famose per "gli attacchi contro gli inglesi, che Ben Gurion aveva sempre escluso dalle parate). Fin quasi alla vigilia, nell'atmosfera della città si avvertiva, se non l'inquietudine, un sottile veleno di incertezza e di dubbio. Dal giugno dell'anno scorso nulla divide più la Gerusalemme ebraica, splendente di luci, di ghirlande, di bandiere, di trofei, dai quartieri arabi bui e silenziosi, amaramente estranei alla festa. Non c'erano state dimostrazioni ostili: solo qualche manifesto clandestino esortava i musulmani, che hanno obbedito all'appello a disertare le cerimonie israeliane. Ma nemmeno la massiccia vigilanza, il pattugliamento dei paracadutisti, l'esplorazione delle strade con i rivelatori di mine, i voli continui degli elicotteri potevano dare ia certezza che non sarebbero scoppiati incidenti o che qualche terrorista non sarebbe riuscito a filtrare, dalla Cisgiordania così vicina ed in sciopero totale, attraverso le maglie della polizia militare. Mentre si avvicinava la festa, il clima di Gerusalemme si distendeva: ieri notte con serenità fiduciosa migliaia di famiglie si sono ri- versate per le strade portandovi anche i bambini in carrozzella. Nel paese che non conosce la pace e dal primo giorno vive infuna precaria tregua armata,.ogni celebrazione nazionale ha' indirettamente un significato polemico. La parata militare è stata espressamente voluta ed organizzata come gesto di polemica politica,, 'quasi ; di sfida. .Forse è l'ultima. Dal prossimo maggio — e molti-israeliani sono entusiasti del - mutaménto — invece di fare- sfilare armi e soldati in lina cerimonia che, per quanto spogliata al massimo di' caratteri! prussiani, assume- fatalmente una impronta . militaristica : e . bellicosa, 'il1 governo organizzerà una ' grande: marcia collettiva di ' cittadini'inermi.' Mà quest'anno ancora doveva esserci una rivista ih Gerusalemme tutta israeliana, malgrado l'opposizione dell'Onu, delle grandi potenze, degli Stati arabi: anzi la più grande rivista mai veduta nel paese, per celebrare la vittoria nella guerra dei sei giorni ed il ventennale della indipendenza. Anche l'ordine della parata ha avuto un chiaro significato politico. Dopo i reparti corazzati e le artiglierie pesanti, temibile mezzo di guerra collaudato nel Sinai e sui monti di Golan, prima della lunga colonna delle fanterie, è sfilato il bottino di guerra: le armi più moderne prese alla Giordania, ma soprattutto all'Egitto ed alla Siria. Mentre passavano gli enormi carri Stalin, le Katiusche, i grossi cannoni blindati, i razzi antiaerei a lunga gittata, il commentatore — evitando le tracotanti esaltazioni della vittoria —, insisteva su due motivi: la gravità della minaccia che pesava e pesa ancora su Israele, le origini sovietiche di quelle armi. Verso lTJrss, il governo israeliano segue una linea di estrema durezza. Nessun diplomatico russo ha assistito alla parata: i rapporti con Mosca sono interrotti da undici mesi. Ma non 1 c'erano nemmeno gli amba¬ sciatori e i consoli dei Paesi amici o neutrali: la società internazionale non riconosce il fatto compiuto dell'annessione di Gerusalemme araba. L'Onu, incapace di impedire la guerra come di imporre la pace, resta in una posizione di attesa, più indulgente per i vinti che per i vincitori. Isolata sul piano diplomatico, Israele può contare invece su larghe solidarietà di opinione pubblica: tra gli stranieri di ogni Paese che gremivano le tribune e le strade del percorso, folla meno accesa ma altrettanto pittoresca, non c'erano soltanto ebrei stranieri, né solo occidentali: gli israeliani hanno pure in Africa degli amici sicuri. Strano paese. La rivista era anche in onore dei vete- rani dell'Hagrana e della guerra del 1948. Mancava però Ben Gurion, l'uomo che preparò e proclamò l'indipendenza di Israele, troppo contrario all'attuale governo per accettarne l'invito. Sono sfilati tra grandi applausi anche reparti femminili, pistola mitragliatrice in pugno. Sciolto il corteo, i soldati riprendevano quell'atteggiamento di civili provvisoriamente in divisa senza inibizioni né rigidezze gerarchiche, che è una caratteristica subito evidente, ed una forza, dell'armata israeliana. Bella la rivista di oggi. Ma sarà più fedele alle tradizioni del Paese la marcia pacifica del prossimo anno. Carlo Casalegno rrBpdtalrttdcvdcep Un momento della parata militare ieri nelle vie di Gerusalemme vecchia. Stanno sfilando i missili russi catturati agli arabi nella «guerra dei sei giorni» (Tel. A. P.)

Persone citate: Ben Gurion, Golan, Stalin