«Il centro-sinistra è una scelta contro i pericoli dell'estremismo»

«Il centro-sinistra è una scelta contro i pericoli dell'estremismo» Il discorso di Moro ieri a Milano «Il centro-sinistra è una scelta contro i pericoli dell'estremismo» Non è possibile collaborare con i comunisti, dice il Presidente del Consiglio, né si devono sottovalutare le minacce della destra - Rivolgendosi ai giovani afferma che il dialogo è bene accetto e che i partiti democratici comprendono le loro esigenze, ma nessuna violenza può essere tollerata Solo con la democrazia, ha ricordato, il Paese si avvia verso una società sempre più umana (Nostro servizio particolare) Milano, 2 maggio. Il Presidente del Consiglio ha trascorso l'intera giornata a Milano. Al mattino ha partecipato ad una assemblea di commercianti a Palazzo Besana, in piazza Belgioioso, con l'intervento dei dirigenti delle associazioni di categoria della provincia. Nel pomeriggio, alle 18, ha parlato al Teatro Odeon per illustrare agli elettori il bilàncio del governo e il programma elettorale della de. Prima che il Presidente del Consiglio si recasse al teatro, un gruppo di studenti si sono radunati per manifestare ad alta voce la loro contestazione totale al sistema democratico. Erano circa 200, e la polizia non ha avuto difficoltà a contenerne l'esuberanza. Moro ha iniziato il suo discorso riferendosi all'atteggiamento degli studenti ed ha esaminato il fenomeno dei fermenti e delle insofferenze che movimentano questa vigilia elettorale. Da qualche parte e soprattutto dall'estrema sinistra ci si è infatti domandati se questi « fatti nuovi » non giustifichino « nuove risposte e nuovi strumenti di governo». Il Presidente del Consiglio, ha definito «sottile è' insidioso» tale interrogativo ed ha tenuto ad affermare che al contrario queste « novità » dimostrano come nella nostra società permangono alcuni pericoli che non debbono essere sottovalutati. A suo avviso certi recenti episodi di insofferenza e di violenza provano chiaramente come il partito comunista abbia sempre una tendenza di fondo sostanzialmente antiparlamentare. I comunisti hanno fatto molti sforzi, talora anche sinceri, per ovattare questa tendenza, per metterla in sordina nel tentativo di inserirsi più profondamente nella vita politica del Paese, ma al momento buono questa riemerge con virulenza. Proprio perciò, ha detto Moro, le prossime elezioni non possono in alcun modo essere considerate di ordinaria amministrazione, ma, sia pure in forma diversa, ripresentano l'alternativa di sempre: libertà o non libertà. « Non è venuto meno infatti, — ha proseguito l'on. Moro, — il dissenso tra i democratici, benché divisi tra loro per particolari intuizioni ed aspirazioni, ed i comunisti sui grandi temi della libertà nella società e nello Stato ». Questa decisa posizione anticomunista non significa naturalmente che la de e il governo ignorino e rigettino le legittime aspirazioni dei giovani e degli studenti. Al contrario. «Noi abbiamo profonda comprensione, assoluta quasi impaziente disponibilità per i problemi dei giovani, per la loro carica di novità, per il loro desiderio di partecipare più attivamente alla scuola e alla vita politica — ha detto il Presidente del Consiglio —. Vorremmo cominciare al più presto un dialogo con loro per uscire una buona volta dalla fatale negatività della contestazione ». Ma una cosa sono le naturali aspirazioni, altra cosa sono gli eccessi, la violenza che non si può tollerare, i problemi di ordine pubblico. A proposito di ordine pubblico Moro ha reagito energicamente alle accuse del partito comunista secondo il quale il governo si servirebbe della polizia per dimostrare pericoli che non esistono, per creare due muri contrapposti a tutto vantaggio della de. Secondo il Presidente, del Consiglio la responsabilità di questa polarizzazione ricade se mai sui comunisti. Altrettanto r intransigente con l'estrema destra,-Moro ha stigmatizzato « i miti disumani della oppressione reazionaria». A suo avviso sbagliano coloro che, preoccupati della minaccia comunista, sottovalutano quella fascista. Il fatto stesso che tante dittature nazionaliste e militariste si ripresentino minacciose nelle più diverse parti del mondo impone la più attenta vigilanza ai democratici di tutti i Paesi. Diverse di tono e di impostazione sono state, naturalmente, le critiche rivolte all' opposizione democratica esercitata dai liberali. Anche con essi tuttavia Moro è stato particolarmente severo perché a suo avviso i « no » continui, categorici, aprioristici con cui il pli ha contrastato l'azione governativa dimostrerebbero una faziosità preconcetta che spesso calpesterebbe la realtà dei fatti. In particolare ha rimproverato ai liberali di criticare l'eccesso di spesa e di avere contribuito direttamente ad ì aumentarlo schierandosi a favore di'costose proposte di cui non si indicava nemmeno la copertura. Da tali premesse il discorso è passato quasi automaticamente al centro-sinistra, unica soluzione naturale per chi rifiuta ogni forma di estremismo. A questo proposito tuttavia il Presidente del Consiglio, anziché di « necessità », ha preferito parlare di «scelta» ed ha affermato che la de non ha soltanto contato dei voti, ma ha sempre mirato all'evoluzione del nostro Paese scegliendo come collaboratori quei partiti che sono animati da spirito di libertà e da vocazione popolare. Moro ha aggiunto che proprio la convinzione della utilità del centro-sinistra per il progresso del nostro Paese lo ha sempre spinto a combattere le tendenze centrifughe manifestatesi di tanto in tanto fra i partiti della coalizione: « Dissociarsi vorrebbe dire lasciate, il vuòto — ha concluso il Presidente del Consiglio — e Al vuòto sarebbe immediatamente riempito o da un contenuto eversivo o da un contenuto reazionario. Noi crediamo che di vuoti politici non ce ne debbano essere, per questo abbiamo combattuto e continueremo d combattere perché le forze che compongono l'attuale coalizione non si dissocino e continuino a lavorare insieme ». A sera il Presidente del Consiglio si è recato a Melegnano, un paese a pochi chilometri oltre la cinta daziaria, dove ha ricevuto un gruppo di sindaci del Consorzio sanitario, che comprende 22 comuni. Successivamente, è andato al quartiere «Guardini», per còrisegnare le chiavi di 52 nuovi appartamenti ad un gruppo di soci assegnatari che si erano costituiti in cooperativa. : ; Isella tarda, serata è tortaio alla! prefettura di Milano. Domani si recherà a Tortona è poi ad Alessandria. Quindi, proseguirà per Genova, dove alle 18 terrà "Un altro discorso, g. t.- s Il presidente Saragat al Quirinale tra gli orfani dei lavoratori (Telefoto A. P.)

Persone citate: Besana, Guardini, Isella, Moro, Saragat

Luoghi citati: Alessandria, Genova, Melegnano, Milano